CAPITOLO 14.

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Erano davvero molto stupidi quelli là a pensare che gli sarebbe andata bene, eh?

Ero così tanto consapevole che non la avrebbero passata liscia che non mi stavo agitando minimamente, stavo solo impazzendo dalla voglia di vederli morti.

Un po' di tempo passò, loro se ne stavano a parlare seduti su delle sedie in legno mentre che io ascoltavo le loro conversazioni, parlavano di affari da tutto il tempo.

Provai ad intromettermi nelle loro conversazioni molto spesso, volevo infastidirli, loro non mi assecondavano e così capivo di star raggiungendo il mio obiettivo.

«Ma sono pochi 1000 euro! Stiamo scherzando!?»

«Finiscila!»

Rispondevano così.

«Perché mi avete preso?»

Ogni volta che glielo chiedevo non rispondevano alla mia domanda.

Iniziai ad innervosirmi, mi liberai con una facilità indescrivibile.

Pensavano davvero che non sapevo come liberarmi? Da una corda! Avrei potuto farlo molto prima, semplicemente stavo aspettando il momento giusto, non feci nemmeno un minimo di rumore.

Mi alzai in un momento in cui erano totalmente distratti, avevano anche bevuto un po' e la loro poca lucidità mi avrebbe aiutato molto.

Finii per prendere un pugnale che si trovava su un tavolino e puntarlo alla gola di uno di loro da dietro con un movimento di scatto.

 «Quindi, vuoi dirmi perché avete deciso di portarmi qui o no?»

Lui si irrigidì, riuscii a capire subito che fosse molto spaventato.

Presi una pillola dalla mia tasca e la ingerii.

«Ditemi perché cazzo mi avete portato qui o non uscirete vivi da questa stanza!» Sogghignai.

«Hey! Calmati!»

Avvicinai di più il pugnale.

«N-Noi vogliamo il tuo capo...»

Scoppiai in una fragorosa risata.

«E sentiamo, che cosa volevate dal mio re!?»

«Non sono affari che ti riguardano!»

Avvicinai ancor di più il pugnale facendogli spalancare gli occhi.

«Ripeto, che cosa volevate dal mio re?»

«Noi volevamo... volevamo vederlo morto.»

«Oh! E avete idea di quali siano le conseguenze di questo vero!?»

Prima di sentire la loro risposta sentii qualcosa di freddo toccare la mia gola, era un pugnale, qualcuno stava facendo la mia medesima azione con me.

«Vedo che abbiamo da divertirci qua, eh? Sai che alla tua prossima mossa morirai con il rimpianto di essere nato?» Dissi.

Sentii uno sparo e nemmeno il tempo di chiedermi a chi fosse rivolto sentii del dolore alla gamba sinistra, precisamente nella zona del polpaccio, quest'ultimo cominciò a sanguinare e io strinsi i denti più dalla rabbia che per il dolore, ma per orgoglio cercai di non cadere, cosa che mi fu possibile solo per un paio di minuti.

Mi trovavo per terra, sentivo le mie palpebre che si appesantivano lentamente, fino a chiudersi totalmente.

TO BE CONTINUED...

My only exception... [Mikey x Sanzu]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora