| t h i r d |

584 82 27
                                    

•••

"When the moon fell in love with the sun
All was golden in the sky
All was golden when the day met the night."
-Panic! At The Disco, When the day met the night

•••

"Non posso entrare lì dentro." dissi, puntando i piedi e cercando di tenermi tutto dentro. "Luke, c'è mia madre lì dentro."

"Sì, proprio così."

"Luke, ti prego. Ti prego, ti prego, ti prego. Lo--lo so che è colpa mia, ma--," potevo sentire la mia voce spezzarsi e diventare sempre più tagliente sui bordi mentre Luke mi fissava confuso.

"Ashton, perché ti sei ucciso?" chiese finalmente, semplicemente.

Io deglutii. Pensai. Presi un respiro profondo.

"Credo..." Iniziai a dire, "perché mi sembra tutto così...senza senso. La vita non è molto bella."

Luke ed io eravamo in piedi nel parcheggio dell'ospedale. Calum e Michael erano già entrati dopo un lungo e teso viaggio in macchina, e la sensazione che sentivo nel petto era simile a degli elastici che scoccavano tutti nello stesso momento.

Mi aspettavo che Luke facesse come aveva fatto a casa di Calum--che mi costringesse a guardare, a guardare quello che avevo fatto, invece mi studiò per un lungo istante, poi si voltò e iniziò a camminare.

"Dove--dove stai andando?" Lo chiamai.

"Seguimi." mi rispose, e le mie gambe iniziarono a muoversi, per lo più a causa del suo inspiegabile controllo mentale sul mio corpo, e magari un po' per la curiosità che nutrivo nel sapere dove stesse andando.

L'ospedale era a Cress, anche se il cartello che recitava "Benvenuti nella cittadina di Piscio" poteva trarre in inganno. Qualche vandalo aveva deciso di utilizzare una bomboletta spray per cambiare il nome della città, e renderlo un po' più adeguato alla città stessa.

Cress somigliava alla mia idea di un'aerea devastata da un'esplosione nucleare, piena di rifiuti radioattivi. Era come la città dei Simpson--gli abitanti di Cress erano piuttosto incapaci nelle interazioni sociali e a guardarli davano proprio l'impressione di essere delle persone terribilmente infelici. Magari poteva capitarti di vedere una bella signora di mezza età da lontano, ma solo da vicino potevi notare le borse sotto gli occhi che le riempivano il viso per tre quarti. Poteva capitarti di vedere un normale adolescente, per poi accorgerti, al primo sorriso, che tutti i suoi denti erano marci. Una cosa simile.

Ovviamente, tutto questo era probabilmente dovuto ai laboratori di metanfetamine che avevano sede a Cress, ma a volte mi piaceva fingere di essere l'unico umano su un pianeta alieno, che osservava la gente mentre la voce melliflua del narratore inglese di Discovery Channel descriveva tutto quanto dentro alla mia testa: All'orizzonte, vediamo uno stormo di ventenni che sembrano portare i pesi solo sulle spalle e sulle caviglie. Solo il tempo potrà confermarcelo, ma sono piuttosto certo che se ci spostiamo verso Walmart, troveremo i loro compagni.

Luke camminava con quella sua strana aria immotivatamente frettolosa, proprio come aveva fatto nelle ore precedenti. Ero qualche metro dietro di lui, e mi ero messo a studiare le sue ali.

Erano stranamente squadrate, ed emanavano un bagliore dorato, così come ogni altra parte di Luke--come i suoi occhi dorati e i suoi capelli dorati e la strana aura dorata che era irradiata da ogni singolo millimetro di pelle scoperta. Le piume erano lunghe e delicate, e notai che ciascuna avesse un diverso intreccio bianco e dorato--come milioni di monocromatiche piume di pavone.

Traduzione; Into the Dark {l.h. + a.i.} || lashton ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora