Capitolo 3

199 9 0
                                    

Era ormai passato quasi un mese da quando Nico, partito gli ultimi giorni di settembre da Venezia, era arrivato a Boston nel suo piccolo appartamento. Guardandosi indietro si era accorto che aveva usato spessissimo nella sua mente la parola spazio per descrivere sensazioni ed ambienti nuovi con cui stava imparando a convivere. Lo spazio della casa, inizialmente quasi ingombrante per quanto fosse vuoto; quel salone privo di mobili dove ora Lucas aveva posizionato un divano comprato ad un mercatino dell’usato; la sua camera da letto, dove ora iniziava ad aggruppare e impilare i libri dell’università; la scrivania dove aveva passato le sere a confrontare il suo manuale di filosofia morale in italiano con quello inglese. Nico amava vedere in che modo lo spazio attorno a lui si stesse plasmando in modo così veloce, come la sua presenza e quella di Lucas iniziassero a lasciare tracce in quel piccolo appartamento inizialmente anonimo. E forse non gli dava nemmeno più fastidio che Lucas lasciasse aperto il tubetto del dentifricio senza porvi sopra il tappo. Lucas stesso era parte ormai del suo spazio.

Per non parlare di Will. Lo conosceva da quasi due settimane e la sensazione che istintivamente associava al suo viso abbronzato e ai capelli luminosi e scomposti era proprio quella dello spazio-vuoto -un controsenso, forse?- che si allargava nella sua pancia ogni volta che si guardavano. La verità era che Nico non poteva controllare le reazioni che Will gli suscitava fin dalla prima volta che i loro occhi si erano incrociati. Will gli piaceva, moltissimo. E dopo l’ultimo incontro in infermeria, quando il ragazzo più grande si era pericolosamente avvicinato, ne aveva avuto certezza. Erano anni che non si sentiva così vulnerabile nei confronti di un ragazzo. Dopo un paio di giorni dal loro ultimo incontro Nico aveva aperto di nuovo l’account di Will, scrollato un paio di post. Si era morso una guancia dall’interno -un gesto istintivo che faceva quando era indeciso o dubbioso-  e poi aveva velocemente premuto il tasto segui. Non c’era nulla di male. Ogni suo coetaneo si comportava in quel modo. Eppure per quanto Nico volesse normalizzare quel suo smodato e a tratti inopportuno interesse per Will, quest’ultimo riusciva sempre a ritagliarsi un suo consistente spazio tra i pensieri di Nico, che, intanto, si tribolava chiedendosi quando e come Will lo avrebbe invitato ad uscire.

Ad interrompere i suoi pensieri fu una notifica del cellulare. Era Will Solace che gli aveva mandato un messaggio.

Will:
Hei
Domani hai lezione?

Nico:
Sì, perché?

Will:
Da che ora a che ora? E dove?

Nico:
Dalle 9 alle 13
Storia della filosofia antica, è nell’edificio centrale. Scala B aula 5
Vuoi dirmi perché? O devi inserire anche questo nella tua cartella?

Will:
Non sono fatti tuoi
E comunque
Storia della filosofia antica, che palle Nico

Nico:
Sempre meglio che avere una laurea in medicina e lavorare nell’infermeria di un college

Will:
:(

Nico lesse il messaggio mettendo like e spense il telefono. Era nervoso. Si alzò lentamente per andare in cucina e vide Lucas trascinare un tavolino di legno scuro lungo il piccolo corridoio che immetteva a destra sul salone e a sinistra sulla cucina.

“Che stai facendo?”, chiese Nico.
“Questo salone ha del potenziale. Ti ricordi il mercatino dove ho preso il divano? Ci sono tornato e ho trovato questo tavolino. Così inizia a prendere forma questo posto, si adatta alle nostre esigenze e ad eventuali serate con gli amici che però ancora non abbiamo.” Lucas continuò a trascinare il tavolino verso il salone e lo posizionò al centro della stanza. Nico trattenne una risatina vedendo che quell’ambiente era completamente vuoto a parte il divano vintage e il tavolino altrettanto logoro.
“Servirebbero delle sedie, Lucas.”
Il ragazzo francese lo guardò, sorpreso dal fatto che Nico non gli avesse risposto in modo scorbutico o sarcastico. Annuì.
“Se vuoi potremmo andare a comprarle uno di questi giorni, che ne dici?”, aggiunse.
Lucas gli sorrise dolcemente. “Stasera ordino cinese Nico, offro io!”.

When sunrise meets sunset // SolangeloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora