Era passata circa una settimana da quando Will e Nico si erano incrociati nel bagno di quel locale. Nico non ricordava con esattezza tutte le parole che aveva usato, né tantomeno il tono quasi patetico con cui aveva cercato di convincere Will nel farsi perdonare e -sotto questo punto di vista- preferiva che le cose fossero andate così. Così male? Forse. In generale preferiva che le cose non fossero andate, che si fossero rotte ancor prima che vi fossero delle fondamenta. Tra lui e Will, di concreto, cosa c’era stato? Un bacio, nient’altro. Tutti si baciano e a volte, poi, succede che nemmeno si guardano più in faccia. Eppure loro due avevano riempito l’intera stanza con i loro respiri danzanti. E a Nico era sembrato che quella danza potesse durare ore. Era stato avventato. Ora compilava una lista, rammentava a se stesso tutti i gesti affrettati che aveva compiuto nei confronti di Will. Provava a giustificarsi dicendo che non provava quelle sensazioni da tempo e che le aveva sopravvalutate. Che in fondo Will era soltanto un bel ragazzo con un bel sorriso, che in fondo lo aveva solo trovato attraente, che in fondo non ci stava male perché Will lo aveva respinto, ma nel fondo Will non ci sapeva stare, no no no no, il suo pensiero risaliva, scalava tutte le impervie barriere mentali meticolosamente costruite da Nico. E Nico si ritrovava a pensare a lui, a quella sensazione di spazio-vuoto che ormai gli dilaniava lo stomaco ogni volta che, anche per sbaglio - e che per sbaglio in fondo non era mai- si scopriva assorto nei suoi pensieri, tutti orbitanti attorno a Will Solace. Nico voleva evitarlo, smettere di pensare a lui, smettere di seguirlo, di cercarlo con lo sguardo quando era in università. Però voleva anche chiedergli scusa, dirgli che no Will io sono un coglione perché mi piaci così tanto che ti dimostro che non mi piaci per niente, abbracciarlo, piangere e urlare con lui e accarezzarlo e poi, in fondo, solo baciarlo.
Nico aveva meticolosamente evitato altre occasioni in cui avrebbero potuto incontrarsi in quei giorni. Emma e Lucas lo avevano invitato più volte ad uscire con loro e gli altri ragazzi del gruppo e Nico aveva schivato le loro offerte. Quando Lucas usciva Nico si sistemava comodamente sul loro divano un po’ sgangherato e si versava un bicchiere di vino. Lo beveva lentamente e sognava di tuffarcisi dentro. Chi lo avrebbe trovato, lì, a sguazzare nel vino? Gli mancava l’Italia e allo stesso tempo l’Italia era lontana da Will. Poi beveva un altro sorso e gli veniva l’impulso di mandare un messaggio al ragazzo. Qualcosa di pretenzioso, arrogante, del tipo tu non puoi trattarmi in questo modo anche se so che è colpa mia, oppure no, meglio un messaggio patetico, del tipo scusami scusami scusami mi piaci tantissimo e, quindi, mi fai un po’ paura. Poi beveva un altro sorso e così il bicchiere di vino era finito e rimaneva un fondo vuoto e trasparente che rifletteva la faccia di Nico. Quindi o lo riempiva di nuovo fin quando la testa non gli girava un po’ e aveva voglia di dormire, o accendeva la televisione provando a capire i programmi esclusivamente in inglese. Una di quelle sere Lucas lo aveva trovato addormentato sul divano e gli aveva distrattamente appoggiato una coperta addosso. L’indomani Nico si era svegliato con un mal di testa assillante, così petulante che lo aveva seguito anche durante le sue lezioni -e poi puf lo aveva lasciato libero quando aveva confusamente incrociato gli occhi di Will al bar. Nico si era detto basta. Non aveva intenzione di lasciarsi rovinare l’Erasmus -magari c’erano dei ragazzi che sognavano di andare a Boston e non avevano avuto la sua stessa possibilità- e lui la stava sprecando per un dottore presuntuoso che a stento gli aveva concesso degli integratori i primi tempi in cui era arrivato.
Ma in fondo Nico sapeva che Will non aveva nessuna colpa e che la responsabilità della fine del loro rapporto era la sua. Ma era già insopportabile il fatto che Will non smettesse di piacergli nemmeno per un istante, per cui aveva consapevolmente (più o meno) scelto di non badare al fatto che per paura di rovinare le cose con Will le aveva complicate inutilmente, portando l’altro ad una esasperazione comprensibile.
—-
STAI LEGGENDO
When sunrise meets sunset // Solangelo
FanfictionSolangelo au! Nico Di Angelo si era appena trasferito a Boston, dove avrebbe trascorso tre mesi insieme ad un coinquilino francese ancora sconosciuto: aveva finalmente vinto la borsa di studio per il bando Erasmus. Quello che però non aveva consider...