Nico aveva sempre cercato di sfuggire alle sue contraddizioni -e ne erano molte. Quella sorta di dissidio che lo accompagnava nella maggior parte delle cose che faceva era sempre stato una tribolazione costante, lo spingeva a pensare che non fosse capace o in grado di costruire qualcosa di significativo, di portarlo avanti, di rafforzarlo e farlo sbocciare. Piuttosto gli sembrava di svilire anticipatamente tutto ciò che amava e lo appassionava perché aveva la costante preoccupazione che gli si potesse sgretolare tra le mani e divorarlo lentamente. Divorare, avrebbe urlato questo verbo per descrivere quello che stava provando da quando lui e Will si erano baciati e lui, come sempre, aveva iniziato ad evitare quello che avrebbe potuto finalmente definire come un’emozione forte. Divorato dallo spazio-vuoto nella sua pancia ogni volta che pensava al suo corpo vicino a quello di Will, divorato dall’idea che quello che sarebbe potuto essere il suo grande amore sarebbe stato frenato dalla sua partenza alla fine dell’Erasmus, divorato dai sensi di colpa perché aveva smesso di rispondere ai messaggi di Will da quattro giorni, divorato anche dall’ansia che provava all’idea che Will non gli avrebbe più dato -giustamente- una seconda possibilità.
Nel mentre continuava a lasciare che il tepore rassicurante che lo trascinava nella sua quotidianità americana da ormai esattamente un mese lo trasportasse da una lezione ad un’altra, da un bar all’altro, da una cena da asporto ordinata da Lucas ad un’altra. Aveva iniziato a socializzare in modo più significativo con alcuni suoi compagni di corso, in particolar modo con Emma, la ragazza che aveva incontrato il primo giorno che si era recato in infermeria. Emma era una persona confortevole. Ti fissava con i suoi grandi occhi castani come per scovare un tuo passo falso, però dopo una momentanea -e alquanto difficile da abbattere- timidezza mostrava un lato affabile e accomodante. A Nico piaceva parlare con lei di libri, di musica, di filosofia. Anche lei era italiana, siciliana ci teneva sempre a puntualizzare, ma sarebbe rimasta a Boston per un anno. Lui amava osservare le piccolezze in cui si perdono le persone quando non vengono osservate e a lei piaceva distrattamente sistemare i capelli scuri e riccioluti dietro le orecchie quando aveva bisogno di concentrarsi su qualcosa. Spesso a lezione Nico la vedeva così.
Insieme ad Emma aveva familiarizzato con alcuni suoi compagni di corso e occasionalmente, durante quei giorni senza contatti con Will che Nico successivamente avrebbe definito grigi, si erano fermati insieme al bar dell’università per rimanere a chiacchiere o studiare. Nico sentiva che le persone attorno a lui iniziassero una lenta transizione da estraneità assoluta ad una accennata familiarità -che si era augurato e che aveva cercato fin dal primo giorno. Will era per lui il volto più familiare, eppure quello che ora gli sembrava maggiormente intangibile. Preferiva distogliere il pensiero e rassegnarsi all’idea che si era giocato la possibilità di avere qualcosa di bello con una persona che gli piacesse realmente. Quindi stanziava in questo periodo di stasi tra gli spazi-vuoto intorno a lui dovuti al fatto che non avesse nessun contatto con Will e lo spazio-vuoto che si apriva nella sua pancia ogni volta che lo pensava.
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“Nico” Emma lo salutò sedendosi nel posto libero accanto a lui -l’aula era ancora quasi totalmente vuota- stampandogli un bacio sulla guancia. Nico si ricordò di quando quello stesso gesto era stato compiuto da Will e le sorrise debolmente.
"Stasera c'è una festa in un locale qui vicino dove vanno spesso i ragazzi del college, ci sei?"
Nico si guardò le nocche pallide della sua mano soppesando brevemente la situazione. Ci sarebbe andato. Le persone chiassose e numerose sarebbero state un antidoto contro la nostalgia che provava in quei giorni e contro i suoi sensi di colpa. Qualche drink avrebbe solo migliorato la situazione.
“Sì, ci sono.”
“Mi fa molto piacere. Ti mando l’indirizzo del locale con l’orario. Puoi portare anche Lucas.”
Emma gli sorrise dolcemente per poi voltarsi dal lato opposto salutando qualcuno che Nico non riconobbe.
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When sunrise meets sunset // Solangelo
FanfictionSolangelo au! Nico Di Angelo si era appena trasferito a Boston, dove avrebbe trascorso tre mesi insieme ad un coinquilino francese ancora sconosciuto: aveva finalmente vinto la borsa di studio per il bando Erasmus. Quello che però non aveva consider...