Capitolo VII

25 6 8
                                        

Decio si ritrovò di nuovo nel fastoso salone di Marina: qua e la , tra le pesanti dorature facevano capolino i ritratti di qualche cardinale e financo qualche papa di breve corso; Decio era sprofondato in un divano di velluto e per un pezzo dovette guardare tutte quelle gondole d'argento ammucchiate nella teca.

Florinda ci mise un pezzo per arrivare e quando giunse , vestita con un corto vestito arancione , a trapezio , rimpì  di luce tutta la stanza e quando si sdraiò sul divano di fronte a Decio l'orlo del vestito arrivò fino all'inguine , ma Decio cercò di guardare le frange del divano.

Florinda era febbrile :

" Ho bisogno di aiuto " .

Mormorava , poi si rivolese a Decio : " come si fa a mostrare un amoroso astio? capisci io ritrovo il mio vecchio marito , ne ho uno nuovo , e sapendo che il mio vecchio marito e moribondo devo ripescare l'amore sopito , ma devo anche  dismettere l'amoroso astio che pure era rimasto ! Come si fa a fare una cosa del genere davanti alla macchina da presa? Come si fa ? se lui è malato come farà lui a recuperare il perduto amore " ?

Decio era pietrificato e sussurrò : " non saprei signora quello che mi preme sapere e la storia delle gondole scomparse ".

Florinda continuò ad affabulare : " si le gondole , tante gondole , ogni tanto ne cedo una agli usurari , Marina lo sa , dopotutto ci sono tantissime gondole , ma se ne avesse solo una ? una soltanto ? non sarebbe diverso? "

Decio e Florinda si guardarono ,  muti di comprensione , poi Florinda lo congedò frettolosamente: " alla prossima signor Decio ma rifletta con me : come si fa a recuperare il perduto amore?  richiamando alla mente la passata felicità ? è possibile ?

Decio scappò con tutta la velocità consentita dal suo bastone.

Il melogranoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora