3. Rovhtàri e la dimora delle ombre

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Qui verranno inserite, alla fine della settimana, le recensioni che manderete in privato.

SETTIMANA DAL 19 MAGGIO AL 26 MAGGIO

DEDICATA A MoonQueen_Alex


DI WillowGawain

Rovhtàri e la dimora delle ombre (MoonQueen_Alex) • Copertina: Quella attuale non è la copertina con cui ho conosciuto Rovhtàri, ma devo dire che mi piace molto di più. Nella sua semplicità include tutto quel che è necessario: da un lato il titolo e l'autore, dall'altro la protagonista, caratterizzata da una spiccata sensualità, lunghi capelli rossi che spesso vengono evidenziati nel corso della storia e, soprattutto, un'espressione a metà tra il seducente e il contrito. Disposizione dei testi e font scelti mi sembrano adeguati, semplici e di immediata comprensione. L'unica parte che non mi convince è lo sfondo bianco di metà titolo, che immagino serva a evidenziare che Rovhtàri sia una parola composta. • Sinossi: Una sinossi della giusta lunghezza, né troppo lunga né troppo corta, che descrive perfettamente i punti cardine della storia. Personalmente la trovo efficace e apprezzo che non si limiti a parlare della situazione iniziale ma tocchi anche le fasi più avanzate della trama. Se dovessi dare un suggerimento, toglierei la virgola tra soggetto e verbo nella frase "Lei, era un'adolescente come tante".• Trama: La trama di Rovhtàri è complessa e si divide in sezioni con ambientazioni estremamente diverse. Partiamo in una cittadina in cui si susseguono crimini efferati per mano di un assassino inafferrabile, il quale avrà poi un ruolo centrale nell'innescare un cambiamento radicale tanto nella protagonista quanto nell'ambientazione (un po' come se il mood degli sfondi coincidesse con le fasi della vita di Hel). L'idea alla base penso sia quella del viaggio dantesco, con una poco metaforica discesa negli inferi attraverso cui la protagonista scoprirà nuove parti di sé, affronterà nemici spaventosi e conoscerà alleati di cui, forse, non si può davvero fidare. Allo stesso tempo ─ e questa al momento è la mia parte preferita ─ seguiamo anche le vicende di Kim, una sorta di investigazione dal sapore paranormale di cui sono curiosissima di vedere gli esiti. Una cosa che ho sin da subito trovato particolare è il ricorrente cambio di punto di vista: dalla prima alla terza persona, da Hel a Kim, da Lui alle sue vittime sventurate, certe volte si ha l'impressione di trovarsi davanti a un racconto corale e, almeno sulle prime, può risultare confusionario. Il capitolo introduttivo in cui l'autrice spiega il perché delle sue scelte stilistiche è sicuramente un'ottima idea. • Lessico e grammatica: Il testo è quasi del tutto grammaticalmente impeccabile, a parte qualche rarissima svista che è già stata segnalata. Grazie all'idea della narrazione dinamica, l'autrice è libera di impreziosire la narrazione con tutti i termini ricercati che conosce. Ci sono parti in cui la narrazione diventa effettivamente lenta a causa di parole che non tutti potrebbero conoscere, consiglierei di sentire qualche parere in merito (purtroppo non il mio, adoro i termini desueti e ne conosco abbastanza da non capire quando si esagera). • Descrizioni: Su questo punto si può fare una discussione interessante, dal momento che le descrizioni sono indubbiamente il punto forte dell'autrice e al contempo una lama a doppio taglio. Potrei avere un'immagine mentale efficace per dare un'idea di come sia leggere Rovhtàri, ma affinché sia chiara devo premettere che la storia appartiene al genere horror. È come uscire di casa sapendo che è prevista pioggia (il senso di aspettativa del lettore nei confronti dell'horror): metti piede fuori, noti che il cielo è nuvoloso (l'atmosfera cupa tipica di Rovhtàri) ma non sembra ancora piovere, peccato che nel momento sei a metà strada per raggiungere l'auto il cielo ti scarica addosso il diluvio universale (le descrizioni tipiche di Rovhtàri) e tu, che ormai sei a metà strada, bestemmiando un po' apri l'ombrello e arranchi per arrivare in auto comunque bagnato come un pulcino (il senso di devastazione che trai dalla fine della lettura di un tipico capitolo di Rovhtàri). Spero abbiate apprezzato. In breve: se siete quel genere di lettori che amano il gore e lo splatter, allora Rovhtàri fa per voi; se al contrario vi impressionate con facilità, questa storia potrebbe risultarvi un po' pesante da digerire. L'autrice non fa sconti a nessuno, si dilunga in descrizioni minuziose di scene di carneficine che in più d'una volta mi hanno fatto arricciare il naso nonostante il mio amore per l'horror. La stessa cura è riscontrabile nelle descrizioni dei corpi (stavolta vivi o più-o-meno-vivi, tranquilli), credo per enfatizzare la fortissima fisicità e sensualità che permea il mondo infernale e lo contrappone a quello divino. Un po' alla sacro e profano, per intenderci. Le descrizioni ambientali non sono meno curate, anzi su questo punto posso dilungarmi in merito a una piccola differenza tra la Rovhtàri attuale e quella che iniziai a leggere mesi fa. Per certi motivi, tante immagini che prima spezzavano il testo ora sono state eliminate e, secondo il mio modesto parere di Nessuno Gawain, la storia ne ha giovato sotto tanti punti di vista: l'autrice è già abbastanza brava a pitturare scenari attraverso le parole, non ha bisogno di questi extra che rompono la narrazione e sovrascrivono lo scenario appena descritto con qualche piccola differenza. • Personaggi: Forse la sezione più difficile da trattare, perché c'è una netta distinzione tra personaggi che vengono trattati in maniera approfondita e personaggi altrettanto importanti che, almeno nella mia testa, galleggiano nel limbo del "voglio sapere tutto di te, ma la tua autrice è malvagia e mi dà le informazioni col contagocce". Partiamo da Hel, una protagonista le cui numerose sfaccettature si vedono procedendo con la lettura. Parte come una normale adolescente alle prese con scuola e amici, per poi passare una fase di transizione da umana a Succube, diventando infine una "nuova sé" con cui non sa come scendere a patti. Mi sono già espressa su quanto penso che il concetto di liminalità sia incarnato bene in Hel (e ammetto che una parte di me desidera un folle crossover in cui lei e Victoir parlano davanti a un caffè di quanto le loro vite da né carne né pesce facciano schifo). Kim continua a rimanere il mio personaggio preferito, sono stata catturata dalla sua immensa dolcezza e dal suo coraggio nell'affrontare una lotta sofferta da sola. Sebbene rimanga in un contesto prettamente umano, vedo nel personaggio di Kim una dichiarazione di quanto l'essere umano possa essere forte anche in mezzo a creature terrificanti e potenti. Due certi signorini di cui non farò i nomi per questioni di spoiler sono invece il mio chiodo fisso, personaggi misteriosi su cui vorrei sapere di più ma che fanno gli ermetici come se celassero i grandi segreti del mondo. In realtà non lo reputo un motivo di biasimo per l'autrice, è ovvio che personaggi di questa rilevanza vengano svelati nelle fasi più avanzate della trama, sono io a dovermi dare una mossa con la lettura haha. • Punti forti e deboli: Rovhtàri è una storia originale, che esce dagli schemi sotto molti punti di vista e non ha paura di sperimentare. Tra i suoi punti di forza rientrano le descrizioni suggestive e ricchissime di particolari, una molteplicità di personaggi e altrettanti punti di vista, un immaginario dark fantasy vivido e a tratti grottesco, capitoli di una lunghezza digeribile e la narrazione in continuo mutamento. Paradossalmente però, gli stessi punti di forza possono trasformarsi con facilità in punti deboli se non dosati bene. Quella dall'autrice è una strada ardua, dove ogni elemento rischia di trasformarsi in superfluo o, nel caso dei termini più ricercati, esagerato. Personalmente apprezzo moltissimo quando un autore ha il coraggio di sperimentare, al massimo potrei suggerire di farsi affiancare da un beta reader o un editor per avere un parere più distaccato in modo da evitare di esagerare. • Parere personale ed emozioni suscitate: Probabilmente non sarò la più oggettiva dei recensori in quest'ultima parte, ma sono legata a questa storia e tornare a leggerla per me è sempre un piacere. Se rientra tra le mie storie preferite su Wattpad non è solo per l'impegno palpabile di Alex, di cui ho potuto vedere coi miei occhi i progressi e la volontà di migliorarsi come scrittrice, ma anche e forse soprattutto per il modo in cui il genere horror viene trattato. Lo stile narrativo di Rovhtàri non si limita a proporre scenari orrorifici, ma li esplora con l'aiuto di descrizioni cruente e di un intreccio per nulla banale, grazie al quale il lettore matura la consapevolezza che nessuno, neanche Heloise o i comprimari più importanti, è al sicuro da questo mondo spietato (e, diciamocelo, da quella sadica dell'autrice. Ho esposto Alex? Ho esposto Alex). Non posso quindi che fare un plauso per il coraggio di lanciare un'opera fuori dal comune per una piattaforma come Wattpad, per la quale non posso che fare i miei migliori auguri di buona fortuna!

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