L'ULTIMA CENA

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Nella notte un rumore di stivali echeggiava nei corridoi tetri del castello. Era il principe Dorian, che dopo aver trascorso la notte sui libri, si dirigeva con eleganza e risolutezza all'incontro con suo nonno.

Due valletti in divisa nera si inchinarono al suo cospetto quando giunse davanti alla grande porta in legno massiccio.

La spalancarono e il vampiro entrò nella grande sala. 

Le pareti erano ruvide e in pietra grigia. Due grandi finestre sigillate erano coperte da due voluminosi tendaggi color porpora. Il soffitto era dipinto da mille dipinti macabri e oscuri, incastonati in cornici in legno dorato. Al centro si estendeva un lungo e rettangolare tavolo d'ebano. Ai rispettivi capotavola c'erano due comode e lussuriose poltrone intarsiate in oro e foderate da morbidi cuscini rossi vellutati. La tavola, coperta da una tovaglia leggera broccata, era già stata apparecchiata precedentemente dalla servitù. Era stata preparate per due persone. Il servizio da cena era in vetro e argento laccato.

C'era un tiepido calore. Nell'aria un profumo di pino proveniva dal fondo della sala, dove un allegro fuoco arancio vivo scoppiettava nel camino di marmo venato, tinto di nero.

«Buonasera Principe Dorian», disse un maggiordomo in divisa, mentre si inchinava al suo cospetto. «Suo nonno, Re Vlad la sta attendendo per la cena.»

Il fanciullo lo scrutò imperturbabile.

Andò poi a sedersi al suo posto.

Si sistemò comodamente sulla sua poltrona e si mise il tovagliolo inamidato attorno al collo.

«Non mi vuoi guardare nemmeno in faccia oggi?» Chiese con voce rauca l'anziano conte.

Dorian gli puntò i suoi zaffiri contro. «Volevate vedermi caro nonno? Eccomi qui», aprì le braccia e si appoggiò sullo schienale per enfatizzare la sua presenza.

«Dorian caro, vieni qui vicino a me.»

Il giovane sbuffò e si alzò.

«Gentilmente potreste spostare mio nipote vicino a me per questa mattina? Grazie», ordinò perentorio Dracula ai suoi camerieri.

Due donne spostarono il corredo vicino alla destra dell'anziano vampiro.

Dorian si sedette vicino a lui, tirando rumorosamente la sedia vicino alla tavola. 

Dracula gli prese la mano e la accarezzò con immensa delicatezza. «Non scappare mai più.» Lo guardò con occhi sinceri. «Mi hai fatto preoccupare ieri.»

Il principe sbuffò. «Cosa vuoi?» Tagliò corto.

«Niente...», disse ritirandosi. «Figliolo, non puoi scappare da ciò che sei. Ricordalo sempre.»

Il nipote deviò il discorso. «E allora perché mi hai fatto chiamare? Di solito non ceniamo mai insieme.»

«Stasera invece sarà diverso. È giunto il momento che tu sappia la verità sui tuoi genitori ed è il momento che accetti che ormai sarai a breve un vampiro maturo e adulto, in grado di governare un regno. Il tuo Regno.»

«Un regno che non mi appartiene, caro nonno. Io non voglio il tuo trono. Non devi obbligarmi per forza a farmi Re!» Sbottò furioso contro il volere del conte «Almeno finché...», si interruppe e si morse la mascella.

«Almeno finché non morirò?» Concluse per lui.

«Siamo già morti», affermò triste il nipote.

«Non posso governare in eterno. Ormai sono vecchio e non ho più le energie e la lucidità mentale di una volta.»

INTO THE WOODS ~ A CENA COL VAMPIRODove le storie prendono vita. Scoprilo ora