L'INGANNO DEL BALLO

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Una settimana dopo...

"La corte di Vasilescu,
annuncia l'apertura del Primo Ballo Delle Debuttanti
Sabato 29 Aprile alle ore 20:00
Castello Reale, città di Brașov.
Dopo la cerimonia gli invitati saranno lieti di festeggiare insieme alle famiglie nobili del regno.
Il Re e la Regina della Transylvania"

Il cielo sereno era trapuntato di fulgide stelle argentate. Il bosco oscuro era caduto in un pesante sonno di quiete. Un cocchiere guidava veloce una carrozza verso una via dissestata e ciottolata, aiutato dalla fievole luce di una candela custodita all'interno di una lanterna di vetro.

Clarissa sobbalzava e sbuffava a ogni buca in cui le ruote affondavano nelle pozzanghere fangose. Aveva le iridi malefiche puntate contro la madre. Indossava un semplice candido abito di seta, liscio, dalla gonna vaporosa. Ai piedi portava un paio di ballerine. I guanti lucidi le coprivano le braccia fino ai gomiti. I capelli erano raccolti con due fermagli di perle a forma di rosa. Un bianco velo sottile le copriva il capo e scendeva fino al bacino.

«Non guardarmi con quello sguardo cattivo.» Rocsana era stanca di ricevere occhiatacce dalla figlia. Era già abbastanza sotto pressione.

«Io voglio ritornare a casa. Non mi importa nulla di questo ballo, né di quel...» Si soffermò a riflettere, osservando le tenebre fuori dal finestrino.

«Andrei», la rimbeccò la madre, roteando gli occhi all'insù, spazientita. I suoi piedi picchiettavano sulle assi del legno del calesse. In mano teneva stretto un fazzoletto inamidato con il quale di tanto in tanto si asciugava i sudori. «Non possiamo più tornare indietro.»

La fanciulla si abbandonò sul divanetto di velluto rosso.

Rocsana si protese e prese per mano la figlia.

Clarissa la scrutò di sbieco. Infastidita si ritrasse. Era inutile che mostrasse del finto affetto per lei. Non l'avrebbe mai rassicurata tantomeno confortata.

«Mi raccomando sii educata e gentile. Sii elegante, raffinata e non goffa. Schiena e spalle sempre dritte. Non dimenticarti di sorridere a ogni gesto o complimento altrui. Devi fare assolutamente una buona impressione.»

«Altrimenti?» Tentò di provocarla.

Rocsana si bloccò, lanciandole uno sguardo severo. Si ricompose subito, ignorando la sua tentata istigazione. Non aveva voglia di litigare. «Vedrai ti divertirai.» Le mostrò un sorriso forzato. «Andrei è un bell'uomo. Legherete presto. Ne sono sicura.»

~᯽᯽᯽~

La carrozza si arrestò davanti all'ingresso del castello reale della famiglia governante dei Vasilescu.

Due guardie armate di lancia andarono ad aprire la porta alle due invitate. 

Rocsana cacciò il viso fuori.

Al di là di un ponte levatoio c'era un portone spalancato di legno massiccio. Le mura erano costruite in infinite file di spessi mattoni di pietra grigia. Le fiaccole appese alle solide pareti erano tutte accese, rischiaravano l'ingresso di una luce calda e aranciata.

Rocsana mise la mano in quella dell'uomo e saltò già dalla carrozza. Fece un lieve inchino «Grazie.»

Clarissa si affacciò furori. Ignorò l'aiuto delle guardie e scese anche lei, affondando le scarpette nel terreno ghiaioso.

Sua madre si voltò e le lisciò la gonna dell'abito, sgualcita dal lungo viaggio. «Tuo padre e i tuoi fratelli ci raggiungeranno a breve. Noi intanto entriamo.»

INTO THE WOODS ~ A CENA COL VAMPIRODove le storie prendono vita. Scoprilo ora