DOV'É CLARISSA?

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«Clarissa!» Serghei era ai piedi della scalinata, chiamava la figlia ripetutamente, urlando con la voce rauca e grassa. Salì il primo gradino, sorreggendosi sul corrimano. «Clarissa!» Lei non rispondeva.

L'uomo si voltò verso la moglie, che era lì già grondante di sudore, a sbattere le uova. I suoi occhi incrociarono quelli del marito, fece spallucce e ritornò al lavoro.

Serghei la guardò perfido. Il suo volto corrugato celava impaziente collera che voleva esplodere. «Clarrisa! Scendi immediatamente!» Il silenzio totale. «Accidenti!» Salì a passo svelto e pesante la rampa di scale. Come un grosso orco andò a spalancare la porta della stanza della figlia. Sgranò gli occhi verso la finestra aperta. Le tende candide e leggere svolazzavano alla fresca brezza mattutina.

Serghei entrò e si affacciò al davanzale. Guardò giù: in giardino non c'era. Sollevò il mento dritto verso il fitto bosco smeraldino. Soffocò un grugnito di rabbia.

Si voltò di scatto. Il letto era stranamente in ordine. «Smettila di nasconderti.» Andò verso il guardaroba. «Esci subito fuori!» Spalancò un anta, c'erano appesi solo degli abiti lunghi color pastello. «Non ho voglia di giocare.» Guardò sotto il letto. Niente. La figlia era sparita ancora una volta. Strinse i pugni, il suo viso divenne rosso come una mela matura. «Clarissa!» Gridò a gran voce tanto forte da far scappare via i passeri appollaiati sui rami dei noccioli del giardino. «Dove ti sei cacciata, brutta bastarda!»

Accorse di fretta anche la moglie. Si bloccò a pulirsi le mani sul grembiule. Il suo viso celava un'espressione sconvolta. «Perché urli così forte?»

Serghei si avvicinò alla moglie. L'afferrò per le braccia e la percosse. «Quella birbona è scappata un'altra volta!»

La lasciò andare. La scansò via malamente e si precipitò giù per le scale.

La moglie per poco non cadde all'indietro.

L'uomo furioso prese con sé la giacca di lana marrone e si fiondò di corsa fuori dalla dimora, correndo come un pazzo verso la piazza del paese.

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Serghei zoppicante, con una mano sullo stomaco e il fiato affannoso si fece spazio fra gli abitanti del villaggio, intenti a schiamazzare e a comprare nuovi prodotti al mercato che si teneva ogni mattina nella piazza del villaggio. Scrutava fra la folla dei volti familiari. Li intravide girati di spalle davanti a una bancarelle di succose e tonde arance rosse.

Pose le mani sulle spalle di entrambi. I fanciulli sobbalzarono e si voltarono di scatto, sorpresi. «Padre.» Eric era sorpreso di vederlo.

Il gemello notò il suo pietoso stato. «Ti senti bene?»

Il padre non riusciva a parlare, doveva riprendere fiato, il cuore minacciava di esplodergli nel petto.

«È successo qualcosa?» Filip lo prese per le braccia, aveva paura che potesse cadere per terra da un momento all'altro. «Vostra sorella», tossì forte. «È scappata. Di nuovo.»

I giovani si scambiarono un'occhiata di disappunto.

«Dobbiamo trovarla subito.»

«Sarà sicuramente in mezzo al bosco», constatò Eric.

«A giocare a nascondino insieme ai suoi animaletti.» Concluse l'altro, sogghignando.

Non erano preoccupati per la sorella, anzi se qualche animale feroce l'avrebbe trovata e sbranata viva per loro sarebbe stato solo un sollievo. Un lavoro in meno da svolgere per una bocca in meno da sfamare. La casa sarebbe diventata un luogo più sereno e tranquillo, mai più battibecchi, urla e schiaffi. Peccato però che non avrebbero più avuto occasione di deriderla e di importunarla nei momenti meno consoni, ma soprattutto di non dovergli più dare la colpa delle loro marachelle.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 21, 2024 ⏰

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