Il sole splendeva nel celestino cielo cosparso di gonfie nuvole bianche che alleggiavano attorno alle vette alte delle montagne. Fra le fronde degli alberi i passeri cantavano allegri.
Clarissa era nella sua stanza ritta e immobile davanti allo specchio ovale ornato da una cornice dorata e intarsiata da un sinuoso motivo floreale. Sua madre era intenta a lisciarle la leggera gonna rosa pastello pieghettata lunga fino a terra. Era stata abbinata a una candida camicia di lino, era provvista di colletto alto e sul petto aveva cucite una serie di vaporose balze orizzontali. Aveva le maniche a sbuffo strette al polso da un paio di fini laccetti.
«Sei perfetta.» Le tirò i capelli all'indietro per scoprirle il viso.
Clarissa vide il suo spento riflesso sul vetro dello specchio. Sbuffò frustrata.
«Comportati bene.» Le passò un cappello di paglia dalla tesa larga. «Altrimenti dovrai fare i conti con tuo padre quando torna dalla caccia.»
Rocsana prese anche il suo copricapo appeso alla sedia. «Possiamo andare.»
La fanciulla rivolse lo sguardo fuori dalla finestra aperta. In quel momento voleva solo essere libera d'inseguire i suoi amici coniglietti in mezzo al bosco.
Triste, si mise il capello in testa. Seguì, in silenzio, la madre scendere le scale.
Rocsana aprì la porta di casa. «Forza su, non possiamo arrivare in ritardo.»
Clarissa uscì in giardino, soffermandosi sulla veranda. La via principale era trafficata da uomini che trasportavano della merce e da donne con ceste colme di panni sporchi. Alcuni bambini corsero via ridendo a crepapelle. Le mancava quella innocente spensieratezza che apparteneva solo all'infanzia. La sua normalità presto sarebbe stata spezzata e lei non sarebbe più stata la stessa.
«Vuoi fare subito una brutta impressione?»
La fanciulla si voltò udendo le ultime parole della madre che stava chiudendo a chiave la loro dimora.
«E sorridi un po'.» Si mise le chiavi in una tasca nascosta della giacca. Si avviò verso il cancello. «Non fare quella faccia disperata.» Alzò l'indice della mano destra. «Non è la fine del mondo.»
«È la fine della mia vita», sbottò Clarissa, seguendo la madre.
«È solo l'inizio», precisò come se fosse un destino di cui bisognerebbe solo gioire e andare fieri.
Il sole sbucò da una grigia nube, accennandola. Aveva il viso sciupato e pallido, le guance e gli occhi ancora arrossati. Aveva pianto dolorose lacrime tutta la notte.
Sua madre la afferrò sottobraccio e si incamminarono a passo veloce lungo la via ciottolata del villaggio. Deviarono verso sinistra, imboccando una via secondaria stretta e ripida.
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Giunsero di fronte a una casa a due piani color indaco. Aveva il tetto spiovente e rosso mattone. I verdi balconi erano tutti aperti, rivelando le lisce tende azzurre delle varie stanze. Era circondata da un giardino ben curato: i bassi sottili e chiari steli d'erba spuntavano sul terreno coprendolo con un tappeto soffice trapuntato da un arcobaleno di fiori freschi dai petali vellutati.
Rocsana compì un passo in avanti. Aprì il cancello dell'abitazione che si trovava all'ombra di un vischio. Fece cenno alla figlia di seguirla.
Attraversarono il vialetto fino a giungere davanti all'ingresso. La donna bussò un paio di volte.
Ad aprire venne una cameriera anziana in divisa. Accennò un lieve inchino, abbassando gli occhi.
«Buongiorno.» Si schiarì la gola secca. «Sono la Signora Rocsana, lei è mia figlia Clarissa.» La indicò con un gesto della mano. «Siamo state invitate per l'ora del tè.»
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INTO THE WOODS ~ A CENA COL VAMPIRO
Fantasy🖤Fiaba🖤 Dark Fantasy Gothic Romance 🖤New Adult🖤 SECONDA STORIA DELLA RACCOLTA RACCONTI DI "INTO THE WOODS". Clarissa è una giovane fanciulla che vive in un paesino sperduto tra le montagne. Possiede un'anima ribelle e avventuriera: ama inoltrar...