2. I still feel empty

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THOMAS

Vuoto.

È così che mi sono sentito per mesi interi.

Un involucro di carne ed ossa che ha perso definitivamente i pezzi della propria anima.

Il mio pensiero giorno dopo giorno andava sempre da lei, mia sorella e l'avrei raggiunta se non avessi avuto la mia Luna a vegliare su di me nelle notti più oscure.

Paige mi ha donato tutto di lei, ha fatto sì che anche io provassi qualcosa e non cadessi nell'infinità del dolore.

L'ha preso lei, se ne è preso cura e l'ha accettato. È molto più brava di me.

Quando però sono solo nella mia camera non posso fare a meno di pensare. Lei non è con me e io non so come comportarmi.

So solo che sono bloccato nel letto, incapace di muovermi, cercando di mantenere la mente spenta così da non pensare, però ogni volta che chiudo gli occhi rivedo mia sorella.

Il ricordo di Nat non mi abbandona e ne sono grato. Ora capisco perché Paige non voleva smettere di sognare Jade, era l'unico modo per continuare a vederla.

Sono le due di notte ormai, è passata già una settimana dall'inizio delle lezioni ad Harvard.

Ho stretto amicizia con il mio compagno di stanza. Un ricciolino di nome Cody.
È un po' stupido, ma almeno mentre parla a raffica su cose insensate mi distrae.

Ora dorme e dovrei farlo anche io, ma so che passerò un'altra notte in bianco nonostante io provi a fingere che al mio fianco si trovi Paige.

Abbiamo passato tutte le notti insieme prima di venire qui, ero così abituato alla sua presenza e al modo in cui riusciva ad allontanarmi dagli incessanti pensieri che ora mi sento fottutamente perso...




«Thomas!» sono come sempre chiuso in camera. Cody continua a chiamarmi, io invece fingo di non sentirlo per colpa delle cuffie e la musica troppo alta. Il problema è che non c'è alcuna melodia che mi accompagna, se non il rumore dei miei pensieri.

Non ho dormito stanotte e non ho ancora visto Paige, aveva lezione questa mattina, e anche io. Ma ho preferito saltarla, tanto la recupererò con facilità.

Continuo a sentirmi solo, per quanto le persone mi parlino, si avvicinino a me, l'unica vera compagna che ho è lei, la solitudine. È come un'ombra attaccata alla mia schiena che non si stacca, mi segue ovunque e mi fa sempre sentire il petto vuoto ma dolorante per la troppa fatica che fa.

Mi graffia di continuo, mi urla contro per liberarsi, eppure io voglio che se ne vada, non capisco perché rimane con me.

Dicono che siano cinque le fasi del lutto.

Negazione. L'ho provata nell'esatto momento in cui Nat è andata via. Non riuscivo a realizzare la sua morte.

Rabbia. Ho insultato innumerevoli volte mia sorella per avermi abbandonato, e poi me la sono presa con me stesso per non averla protetta. Forse l'errore più grande è stato quando mi sono arrabbiato con Paige.

"Se non ti avessi mai conosciuto lei non sarebbe morta." Già, da perfetto coglione quale sono gli ho dedicato queste parole. Lei però non mi ha risposto. Si è avvicinata e mi ha abbracciato. Mi ha stretto a lei per un tempo infinito prendendo colpe che in realtà non ha.

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