Hai dimenticato il tre

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Mercoledì era nuovamente intenta a battere a macchina il romanzo che le stava portando via intere giornate del suo tempo, che avrebbe potuto passare in modo più interessante, come torturare quella fastidiosa, irritante, chiassosa, compagna di stan...

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Mercoledì era nuovamente intenta a battere a macchina il romanzo che le stava portando via intere giornate del suo tempo, che avrebbe potuto passare in modo più interessante, come torturare quella fastidiosa, irritante, chiassosa, compagna di stanza, Enid.

Purtroppo, Enid le aveva salvato la vita durante lo scontro con l'Hyde, quindi si sentiva in debito con lei, non poteva farle del male.

Non voleva ammettere che anche senza quell'ostacolo non avrebbe mai torto nemmeno un capello a quella ragazzina fastidiosamente bionda, anzi, avrebbe ucciso chiunque l'avesse anche solo resa meno schifosamente felice del solito.

Le sue dita si bloccarono nuovamente sui tasti quando sentì per l'ennesima volta un pesante sospiro provenire dalle sue spalle, dove Enid era coricata, sul suo letto orribilmente colorato nell'angolo ostile della loro enorme camera.

- Cosa c'è?- Le chiese Mercoledì, seccata da quelle continue interruzioni, senza nemmeno voltarsi a guardarla.

-C'è che è il primo giorno del nostro ritorno alla Nevermore, dovremmo essere fuori a festeggiare con gli altri, fare danni, divertirci, invece ti sei già rintanata in camera a scrivere. Non abbiamo nemmeno partecipato all'inaugurazione per il nuovo Preside!- Sbottò la bionda, rigirandosi sul letto, come un animale in gabbia.

-Enid, potevi benissimo andarci, non ti ho costretta io a starmi dietro come un cagnolino. - Le rispose secca Mercoledì, ricominciando a battere.

-Lo so, è solo che... - "mi sei mancata" voleva dirle "voglio stare il più possibile accanto a te, ho bisogno della tua oscura luce" voleva confessarle.

Questo era il motivo per il quale quell'estate aveva lasciato Ajax, perché non gli era mancato, o almeno, non come le era mancata Mercoledì.

Per non parlare del suo problema con le trasformazioni, dopo la lotta con l'Hyde non era riuscita più a ritrasformarsi in lupo mannaro, nonostante i continui training dei suoi genitori nei giorni di luna piena. Si sentiva inutile di nuovo, quasi si vergognava a stare insieme agli altri con l'ansia di avere occhi puntati addosso come se avessero scoperto il suo segreto.

Solo Mercoledì ne era al corrente e solo lei avrebbe dovuto saperlo. Si era già offerta di aiutarla, in qualche modo. Avrebbero studiato una soluzione.

-Solo che...?- Mercoledì la interruppe dai suoi pensieri.

-Non dovremmo parlare del tuo nuovo stalker? O del fatto che Xavier continua a chiamarti e mandarti messaggi da almeno un'ora? - Enid si alzò improvvisamente e si spostò nella parte di stanza di Mercoledì, prendendo il cellulare che teneva sul letto, che continuava da un'ora a vibrare costantemente per le chiamate di Xavier.

-Se non sono messaggi dello stalker, non mi interessano.- Mercoledì alzò gli occhi al cielo sentendo pronunciare il nome di Xavier. Lo riteneva un buon amico, persino utile, ma quell'estate aveva ricevuto troppi messaggi da lui, su quel suo nuovo marchingegno che le aveva regalato.

-Beh, un messaggio dello stalker c'è!- Esclamò in modo troppo esaltato Enid e solo a quel punto Mercoledì si voltò a guardare l'amica. Tutti quei colori vivaci la accecarono, ci voleva sempre qualche secondo per calmarsi e non pensare di strapparsi gli occhi, anche se stranamente, da quando si erano riviste non aveva ancora percepito del fastidio, vedendola e sentendola.

Non avrebbe mai potuto ammettere che in quell'estate le era mancata, no.

Le era solo mancata la sensazione inebriante della possibilità che se avesse voluto avrebbe potuto strangolarla nel sonno, dato che dormivano nella stessa camera. Solo questo.

Non avrebbe di nuovo aperto i suoi sentimenti a qualcun altro, la sua poca fiducia negli esseri umani era crollata dopo gli avvenimenti della fine dell'anno scolastico precedente. Ma forse, nel profondo, ne era rimasta un po' solo per la ragazza che le aveva salvato la vita.

-Mostrami il messaggio. - Le ordinò Mercoledì, alzandosi e sollevando un braccio, con la mano aperta in attesa del suo ancora nuovo cellulare.

-Solo se prima rispondi a Xavier e scendiamo dagli altri. - rispose Enid, che non sapeva perché volesse spingerla tra le braccia di Xavier. Forse, solo perché sapeva che Xavier con le sue capacità avrebbe potuto proteggere Mercoledì più di quanto lei potesse fare, ora che era tornata ad essere una felina inutile e insicura, come le aveva detto sua madre.

-Non se ne parla. - Mercoledì allungò la mano ma Enid spostò dietro la sua schiena il cellulare, costringendo l'altra ad avvicinarsi pericolosamente a lei, rischiando un contatto fisico che avrebbe inorridito Mercoledì.

-Enid, conterò fino a tre prima di pugnalarti. -

-Fallo pure, ma poi dovrai comunque uscire dalla stanza per nascondere il mio corpo. - Lo disse con una tale tranquillità ed un sorriso sulle labbra che fece venire i brividi a Mercoledì, per l'eccitazione. Per un attimo, riconobbe quella scena come una delle classiche dinamiche di coppia che vedeva di continuo nella relazione tra i suoi genitori. La cosa le piacque non poco.

Enid ogni tanto sapeva come prenderla. Era questo che le era mancato.

-Uno. - Iniziò Mercoledì, spostando il braccio dietro la schiena di Enid per toccare il cellulare che teneva stretto a sé, mentre nascose l'altra mano dietro la sua di schiena, come se volesse davvero prendere un pugnale che teneva lì per colpirla, ma Enid non mosse un dito, si limitò ad essere impassibile, sorriderle e guardarla negli occhi, nonostante dentro stesse morendo dalla paura.

-Due...- Mercoledì perse la spinta quando per un attimo si perse negli occhi chiari dell'irritante bionda, che le stava facendo perdere tempo prezioso.

Enid avrebbe molto volentieri mescolato l'azzurro dei suoi occhi con il nero di Mercoledì e i loro visi erano così vicini da potersi permettere di farlo.

Il tempo si fermò, Mercoledì percepiva solo il respiro ed il battito accelerato dell'amica, come quello di una preda ormai in trappola.

Non capì se anche il suo di cuore stesse battendo più forte e cercò di ignorarlo.

Non seppero per quanto tempo restarono in quella posizione, ma, dopo interminabili minuti preziosi, Enid ebbe il coraggio di parlare.

-Mercoledì, hai dimenticato il tre...- Sussurrò, restando immobile e senza staccare gli occhi dall'altra, che sembrò ridestarsi dai suoi orribili pensieri felici.

Non ebbero il tempo di dirsi altro perché qualcuno bussò alla loro porta e gli diede appena il tempo di allontanarsi nelle rispettive parti della stanza, prima di fare irruzione senza permesso.

Era Xavier, che urlò il nome di entrambe.

-Ragazze, è tutto il giorno che vi cerchiamo, non è ora di scendere?-

Non si accorse che Enid a malapena riusciva a respirare e che il suo cuore batteva rumorosamente, come quello di Mercoledì, nonostante fosse rimasta fisicamente impassibile, mentre Enid sembrava scossa.

-Si! Raggiungo subito gli altri di sotto. - Esclamò Enid con un saltello e senza nemmeno voltarsi a guardare Mercoledì, lasciò il suo cellulare sul letto e corse fuori dalla stanza, improvvisamente tornata ad essere la ragazzina chiassosa e melensa che conosceva.

Xavier guardò Mercoledì che ancora se ne stava immobile, più morta che viva, come al solito.

-Che succede?-

Quella sua oscura luce - WenclairDove le storie prendono vita. Scoprilo ora