Un terribile Non-Natale Pt. 2

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N. A.

Mi correggo: lo speciale sarà diviso in tre parti.

Buona lettura

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Mercoledì passò quasi mezz'ora ad ammirare la sua ragazza mezza lupo che spaventava e rincorreva suo fratello tra gli alberi secchi poco fuori la villa degli Addams, finché non li perse alla vista tra quelle sterpaglie.

Quando Enid tornò da sola, di nuovo nelle sue sembianze umane, a Mercoledì scappò un sorriso.

-Hai mangiato Pugsley? -

-Certo che no! - Rispose subito Enid, indicando Pugsley poco distante, che era salito su un albero per sfuggire ad Enid e non aveva alcuna intenzione di scenderne.

Probabilmente, se ci fosse stata la luna piena, Enid avrebbe tirato giù l'albero con facilità.

Mercoledì sembrò dispiaciuta dalla risposta, ma Enid non ebbe il tempo di approfondire quella reazione perché lo zio di Mercoledì si avvicinò a loro, canticchiando e con un martello in mano. Ma non sembrava minaccioso, anzi, appena le vide sorrise.

-Mercoledì, l'ho completato!- Urlò alle due, come un bambino.

-Perfetto zio Fester.- Mercoledì non diede a vedere quanto fosse esaltata, come al solito, prese per mano Enid e le due iniziarono a seguire lo zio.

-Vedrete, è tornato ad essere un capolavoro!- Blaterava Fester e dall'eccitazione un paio di sue scosse elettriche arrivarono anche alle due ragazze, ma Mercoledì le parò con il suo corpo. Era abituata ai campi elettrici di suo zio.

Però, per puro orgoglio, cercò di non catturare l'attenzione di Enid nel proteggerla, che non si era accorta della situazione.

-Di cosa parla?- Chiese invece la bionda, ancora confusa.

-È una sorpresa. Non fare domande. -

Enid amava Mercoledì, ma quelle che la sua ragazza riteneva "sorprese" erano sempre incubi mascherati da romanticherie. Quindi seguì la corvina e suo zio, non molto convinta.

Lo zio le portò non lontano dai cancelli della villa, ed Enid non poté trattenere il suo entusiasmo quando vide un lago gelato con uno scivolo fatto di ghiaccio che scendeva in discesa verso la città per chissà quanto. La fine non era visibile agli occhi umani.

Come diavolo aveva fatto lo zio a farlo?

Enid notò che l'acqua sotto il ghiaccio era nera e si chiese cosa la rendesse così. Sperò che la risposta non fosse "sangue".

-Possiamo pattinare?!- Chiese Enid con troppa enfasi e vide lo zio tirare fuori dal suo borsone un paio di scarpe simili a pattini, ma sembravano fatti in casa. Delle scarpe legate a delle lame tutt'altro che sicure e parecchio pesanti da come lo zio dovette alzarle con fatica.

Enid si pentì di non aver portato il suo fedele kit di pronto soccorso con lei in quel momento.

Fester si inginocchiò davanti ad Enid per aiutarla a mettere quelle scarpe taglienti, ma la ragazza si irrigidì involontariamente.

-Cara, non preoccuparti. Non farei mai del male alla ragazza di mia nipote. Per tradizione di famiglia, una volta che due persone si uniscono, solo il rispettivo compagno può provare ad uccidere l'altro. - Le spiegò.

"O i figli della coppia." Si sarebbe dovuto aggiungere, visti i trascorsi dei piccoli Pugsley e Mercoledì nei confronti dei genitori.

-Non so se la cosa mi rassicuri o meno. - Commentò Enid, ingoiando la sua ansia e cercando di sollevare quegli strani pattini che aveva ai piedi, ma sembravano pesare tonnellate. Potevano solo strisciare sul ghiaccio.

Quella sua oscura luce - WenclairDove le storie prendono vita. Scoprilo ora