Un terribile Non-Natale - Pt. 1

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N.A.

Piccolo speciale (diviso in due parti) che ho scritto tempo fa e mai pubblicato, mi sembrava un'aggiunta doverosa.


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Erano ormai passati quasi due mesi dalle vicende che avevano portato Enid e Mercoledì a riconoscere la vera natura del loro legame.

Eudora Addams era stata sconfitta, anche se ancora riecheggiava nella mente di entrambe il suo nome ed i traumi che la strega aveva portato con sé non avevano e non avrebbero mai abbandonato Enid, né tantomeno Mercoledì, nonostante si mostrasse così sicura di sé ed impassibile.

Lo faceva solo per sostenere Enid.

In quei due mesi la paura di perderla era cresciuta, man mano che si innamorava di più di lei.

Si chiedeva continuamente come fosse possibile innamorarsi ogni giorno di più della stessa, fastidiosa, persona.

Quel Natale, Enid aveva deciso che avrebbe accompagnato Mercoledì lontano dalla Nevermore, avevano bisogno entrambe di staccare.

Così decisero di passare le feste alla villa della famiglia Addams, dove si sarebbe tenuto il rituale del "Non-Natale", una commemorazione tutt'altro che caratterizzata dallo spirito natalizio. Per questo c'era stata la forte repulsione di Mercoledì per quella scelta, che in parte non voleva che Enid conoscesse la sua famiglia, così diversa da lei. Ma si lasciò convincere, messa di fronte alla prospettiva di un Natale alla Nevermore con alberi luccicanti, decorazioni disgustose e stupidi regali poco originali.

Arrivati davanti ai cancelli della villa degli Addams, Enid ebbe quasi un brivido mentre stringeva la mano di Mercoledì, impassibile come al solito.

-Fino a due minuti fa non c'era tutta questa nebbia e c'era il sole, com'è possibile? – Chiese Enid, anche se ormai non si stupiva più di ciò che di strano accadeva quando la sua ragazza era nei paraggi.

-La nonna sa come allietare le nostre pene. – Rispose la corvina.

La nonna di Mercoledì era solita usare incantesimi sul tempo e sullo spazio per "migliorare" le giornate solitarie degli Addams.

Attesero entrambe che Lurch venisse ad aprire i cancelli e l'uomo, (se così poteva definirsi) sbucò quasi dal nulla, spaventando Enid e sembrò aprire la porta con la forza del pensiero.

-Grazie Lurch! – Squittì Enid, così quel lugubre maggiordomo emise un suono gutturale in risposta.

-Okay, come devo comportarmi?- Enid si rivolse ancora a Mercoledì, stringendole la mano più forte per l'ansia, ma non riuscendo a non avere i brividi nell'ammirare la cupa e buia villa degli Addams.

Dire che sembrava abbandonata sarebbe stato come farle un complimento.

-Continui a chiedermelo ed io continuo a dirti che non riusciresti mai a comportarti in altro modo rispetto al tuo solito. – Mercoledì rispose in modo freddo ma nel farlo accarezzò con il pollice il dorso della mano di Enid, che teneva stretta alla sua, per rassicurarla.

Enid aveva imparato ad apprezzare quei piccolissimi gesti.

-Va bene ma... Non ho portato nessun dono e... -

-Enid. –

Mercoledì si fermò, prese una rosa appassita dal suo giardino e strappò gli ultimi petali marci rimasti sul gambo, poi la diede ad Enid, che dovette fare attenzione a non sgretolarla.

Quella sua oscura luce - WenclairDove le storie prendono vita. Scoprilo ora