Capitolo: VI

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Salgo sul palco e inizia l'ultima canzone, Bill mi guardava mentre stava cantando e si avvicinava a me, incoraggiandomi a ballare e facendo anche lui lo stesso come se in un certo senso volesse provocarmi, poco lontano c'è Tom che si avvicina per ...

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Salgo sul palco e inizia l'ultima canzone, Bill mi guardava mentre stava cantando e si avvicinava a me, incoraggiandomi a ballare e facendo anche lui lo stesso come se in un certo senso volesse provocarmi, poco lontano c'è Tom che si avvicina per mettersi contro la mia schiena continuando a suonare, mi sento un po' in imbarazzo a pensarlo ma... è come se stesse facendo l'amore con la sua chitarra; non fraintedetemi, non esiste metafora più azzeccata di questa: le sue dita sfiorano le corde di quest'ultima con delicatezza, quasi come se gli stesse facendo una carezza. Bill continua a cantare, con due dita sotto al mio mento solleva appena il viso e i nostri sguardi si incrociano, si avvicina appena al mio viso e il suo respiro si scontra con il mio.

Il concerto si conclude con tutti i membri che lanciano acqua dalle loro bottiglie e regalano alcuni plettri al pubblico: «SPERO VI SIATE DIVERTITI! GRAZIE A TUTTI VOI!» urla Bill al microfono per poi lasciare che le luci del palco si spengano e nel buio mi trascina via con lui. Devo ammetterlo, è stata una esperienza fuori dal comune; il resto esce fuori scena, seguendoci, ed iniziano i  complimenti:«Siamo stati bravissimi! Tutti sono rimasti contenti e si sono divertiti!» Afferma Gustav, mentre gli altri ragazzi applaudono e fischiano. Bill mi afferra la mano e ci spostiamo sul tetto del teatro, ero un po' sorpresa ma in negativo, ma voglio vedere dove vuole andare a parare.  «Penso che qui possa andare bene. Come ti è sembrata la nostra esibizione?» Mi chiede mentre si siede sul cornicione del tetto: «Questo è stato il mio primo concerto a cui ho partecipato dal vivo, non pensavo fosse così divertente.»Gli rispondo sinceramente, mentre sulle sue labbra appare un sorriso per poi  farmi cenno di sedermi accanto a lui.

Nascondo la mia paura delle altezze e faccio un bel respiro, Bill continua a fissarmi e poggia la sua mano sulla mia: «Non per farmi gli affari tuoi ma

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Nascondo la mia paura delle altezze e faccio un bel respiro, Bill continua a fissarmi e poggia la sua mano sulla mia: «Non per farmi gli affari tuoi ma...oggi quando eri uscita fuori con Tom, cosa è successo? Ho visto che ha sorriso e, nel privato, vederlo così è molto raro.»Mormora,  giocando con il piercing che ha sul labbro; io non so cosa rispondergli, ma visto che ci teniene così tanto cerco di parlargliene: «Ha chiesto scusa su ciò che mi ha fatto, mi ha anche detto di voler lavorare su se stesso e vuole essere un uomo migliore, perché?» Mi guarda per poi abbassare gli occhi  rattristendosi e lacrimando; sospira, sollevo il suo viso per abbracciarlo- Non c'è nemmeno bisogno di aggiungere altro. Non ho proprio idea di cosa stia  succedendo in questi pochi minuti: «Bill, tutto bene? Se c'è qualcosa che non va io sono qui per te.» Lentamente si stacca da me, tirando su con il naso guardandomi.

Siamo solo io e lui sul tetto, con il cielo pieno di stelle; porto una mano sul suo viso e, nell'accarezzare la sua guancia, asciugo un po' il suo viso, annuendo: « scusami... non dovresti vedermi in questo stato... che stupido.» Prova ad evitare il mio sguardo ma lo fermo, poggiando anche l'altra mano sull'altra guancia e, fissandolo negli occhi: «No Bill, non puoi dire questo. Chiunque può avere un momento di merda e hai fatto bene a mostrarmi questo tuo lato.» Fissandolo negli occhi e con atteggiamento serio per un po' rimane senza dire nulla iniziando subito dopo ad avvicinarsi a me, poggiando la sua fronte contro la mia  chiudendo subito dopo  gli occhi.  Posso mai negare che tutto ciò fosse fottutamente bello? Sento il mio cuore battere a mille, pochi centimetri di distanza mi separano dalle sue labbra, non riesco a smettere di fissarle e non riesco a mantenere il controllo; con un po' di timore mi avvicino, consapevole del gesto, poggio le mie labbra contro le sue, baciandolo: nel bacio sento che stava ricambiando;  poggia una mano sulla mia guancia, spostandosi verso la mia nuca dove stringe i miei capelli. In questo momento non riesco a capire nulla di tutto ciò che mi accade intorno, sento  una connessione particolare.

Morde il mio labbro inferiore, staccandosi leggermente per sorridermi: «Credo che tu abbia appena ricambiato il favore, sai?» Afferma un po' imbarazzato, per poi ridacchiare e lasciarmi alcuni baci sul collo: «Contenta di aver reso il favore allora- Bill no! Il collo è una parte sensibile, ti prego!» Gli urlo, iniziando a ridere e sentendo il solletico.  Scendiamo di sotto per vedere se gli altri  erano ancora lì e ci tratteniamo dal ridere, ma era praticamente impossibile: «Pensi che siano andati via gli altri?» chiedo, tenendomi con le braccia attorno al suo collo. Scendendo l'ultima rampa di scale, ci dirigiamo nel loro camerino: «Georg e Gustav penso siano andati via, Tom non saprei.» Mi risponde Bill, mettendomi giù e tenendomi per  mano, lasciandomi un bacio su di essa. Decidiamo di andare a controllare ed effettivamente sembrava che non ci fosse nessuno, lascio la sua mano e chiudo la porta dietro di me, tornando da Bill lo bacio altre volte, ma mi ferma: «Ti va se ecco... passassi la notte con me? Non preoccuparti, non ti toccherò mai senza il tuo consenso o se non mi dai tu il permesso, più che altro non voglio che tu vada in giro da sola a quest'ora.» Ci penso un paio di volte, ne vale la pena? Non volevo che Bill avesse casini con Tom; lo guardo per un po' per poi convincermi di accettare: «Accetto, ma a patto che non litighi con tuo fratello, chiaro?» Annuisce e usciamo dall'edificio, raggiungiamo la sua auto e in modo gentile mi apre lo sportello per entrare.

Saliamo in macchina, indossiamo la cintura di sicurezza, mette in moto e ci allontaniamo da quel posto. Per tutta la strada Bill mi tiene la mano: non so con quale abilità  riusciva a cambiare le marce e guidare con solo una mano in questo modo. Le strade erano vuote, ogni tanto passava qualche auto ma poi silenzio totale; tutto ciò sembrava così surreale. Guardo attraverso il finestrino e, durante il tragitto, i miei occhi iniziano a chiudersi lentamente: «Si è addormentata, che carina...» Afferma Bill intenerito. Scende dalla macchina e mi prende in braccio per portarmi dentro casa sua; senza fare rumore, entra e mi posa delicatamente sul suo letto, mi lascia un bacio sulla fronte e va a darsi una sistemata, lasciandomi dormire tranquillamente.

Spazio autrice:
Spero davvero che questa storia vi stia piacendo, scriverla mi sta davvero divertendo un sacco💞fatemi sapere con una stellina o un commento il vostro parere, mi renderebbe felice 🥰🥰

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