7 - Five questions

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Confidarsi con qualcuno,
questo sì che è da pazzi ...
- L. Pirandello

Pov's Axel

Verso le cinque di pomeriggio Jackson è tornato in camera, mentre io stavo diligentemente studiando. Mi ha detto che ha fatto finta di uscire dall'accademia per poi dirigersi in camera di Helen, anche se lei non l'ha fatto entrare. È rimasto tutta la mattina la per poi ritornare dai suoi nuovi amici che oggi, come ogni giorno, hanno fatto una rissa. Ora invece è tornato, nella sua camera, per cambiarsi e dopo essersi preparato e tutto, se ne è andato, senza calcolarmi più di tanto. Ora è mezzanotte ed ancora non è tornato.

È un po' di giorni che Jackson non si fa vedere mai, lo vedono solo sua sorella ed Helen, solo che per quest'ultima è più una disgrazia. Onestamente anche io al posto di Helen lo avrei odiato, ogni cosa ha il suo limite.

Ma tornando a me, anche io odio Jackson per ora. Non c'è mai, o per meglio dire non c'è mai per me.

Non esisto più per lui, io lo percepisco, me lo sento dentro che non esisto, che sono invisibile ai suoi occhi.

La prima volta che ci siamo incontrati avevo 14 anni, lui ne aveva 15. Sono finito nella sua camera e ricordo ancora quelle notti in cui lui mi obbligava a restare sveglio per "conoscerci"; diceva sempre "passeremo molti anni della nostra vita in questa stanza insieme, quindi dobbiamo conoscerci subito" e così abbiamo fatto. Notti insonne a parlare di qualunque cosa ci passasse per la testa, ogni dubbio, ogni paura, ogni tipo di felicità provata nella nostra vita, ogni segreto non detto, di tutto e di più. Ed ora? Ora niente.

La sera torna talmente tardi che mi sono stancato di aspettarlo sveglio, la mattina nemmeno si sveglia e per questo salta molto spesso le lezioni, e piuttosto che farlo punire dalla preside mi invento scuse di merda.

Il pomeriggio eravamo soliti uscire tutti insieme, anzi per meglio dire, Jackson sapendo il mio essere così timido per queste cose, mi obbligava ad uscire. Ora sono mesi che non entra e non mi dice "Mettiti qualcosa di decente ed usciamo".

Mi sono fin da subito legato a Jackson, perché circondato da paure non puoi fare altro che aggrapparti alle sicurezze più grandi che hai, e per me Jackson è una di queste. Se non la sola. Ma ora non c'è più ed io mi sento così solo, così abbandonato. Così patetico.

Per un periodo ho cercato di inseguirlo, ho cercato di aiutarlo e di fargli capire che poteva parlare con me. Gli dicevo ogni cazzo di giorno "Jack, lo sai che io non ti giudicherò mai? Sono il tuo migliore amico, ti aiuterei in tutto e per tutto. Ricordatelo" ma lui mi chiudeva porte in faccia, mi trattava di merda. Lasciava la camera in macello e si arrabbiava se quando tornava non era sistemata. Pensava di poter essere il mio padrone solo perché lui in quel momento soffriva. Ma no mi dispiace, non funziona così.

L'ho accompagnato in ogni momento, triste o felice che sia, mai l'ho abbandonato a sé stesso, ero sempre lì pronto a sostenerlo; ed anche questa volta avrei fatto la stessa cosa senza mai lamentarmi o pensare male di lui, perché il mio cuore è così debole per lui, ma ciò non significa che la mia persona è un oggetto e quindi ho smesso di inseguirlo come un cane e siamo arrivati a questo punto:

l'Indifferenza.

La cazzo di indifferenza che mi fa sentire un estraneo ai suoi occhi. Come se questi 4 anni fossero stati solo fonte della mia immaginazione e la nostra amicizia non fosse mai esistita.

Sai Jack, tante notti ho provato ad aspettarti sveglio e nel mentre il mio cuore batteva forte nel pensarti entrare da quella porta, magari con i capelli scombinati ed un sorriso in faccia. Altre notti ti immaginavo entrare con qualche livido in faccia, causato dalle tue solite risse. Ma diventavano sempre di più le notti in cui tu non venivi, ed io ti aspettavo, ti aspettavo e contavo i battiti del mio cuore Bum 1 ... Bum 2 ... Bum 3... sono arrivato a 765 battiti e dopo il mio cuore si è definitivamente spezzato.

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