Prologo
But my heart breaks
every step I take.La macchina si muoveva più veloce di quanto io volessi. Le strade erano vuote, non si percepiva la presenza di nessuno, nemmeno dei soliti animali dispersi; ma in effetti neanche un animale vorrebbe attraversare questa strada.
Mio padre, al volante, aveva gli occhi così tristi e mia mamma, accanto a lui, aveva degli occhiali neri a coprirle gli occhi gonfi e rossi per il pianto ed io, messa dietro di loro, avevo di sopra il mio cane, Lola, e mi aggrappavo alle mie cuffie che stavano riproducendo "Born To Die" di Lana Del Rey e così tanto speravo di essere nata per morire, sopratutto in questo momento.
Ero così stanca, stanca di tutto, stanca delle parole che mi dicevano, stanca degli sguardi superflui che mi mandavano, stanca delle accuse, stanca dell'amore e dell'amicizia.
Non ce la facevo più.
Avrei voluto che il tempo si fermasse per sempre, come in una fotografia, ma invece correva e correva sempre più veloce, tanto che senza accorgermi eravamo arrivati a destinazione.
Girai la testa verso la mia destra per vedere l'edificio che si innalzava sopra di me, strinsi con tutta la mia forza Lola e trattenni le lacrime più che potei.
«Dai su, scendiamo» disse mio padre parcheggiando la macchina.
Mia madre aprí la sua portiera con la mano che tremava, odiavo così tanto tutto quello che le stava succedendo a causa mia.
Io scesi il più lentamente che potessi, proprio per rallentare il tempo. Non volevo che questo giorno arrivasse, nè ora nè mai; ma ormai ero qui, con un'altra "magnifica" avventura da affrontare.
Arrivammo davanti il portone, oserei dire immenso, di questo posto. Qua tutto era gigantesco, ogni decorazione (e ce ne erano tante, sopratutto di fenici e lupi), continuando con le finestre e l'edificio stesso. Sembrava una cattedrale gotica, anche per l'atmosfera cupa che dava.
«Dai, non è così male» ridacchia mio padre per alleggerire la tensione, cosa che non gli riesce per il singhiozzo che esce dalla bocca di mia mamma.
Alla fine lo sapevamo tutti che in realtà era così male.
Spazio Autrice
Questo è il prologo, ovviamente è semplicemente un introduzione minima a quello che sarà il libro.
Spero vi piaccia xoxo <333

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Out of Place
פנטזיה"γνῶϑι σεαυτόν" era il detto che si situava all'entrata del tempio di Delfi, esso in italiano significa "conosci te stesso" ed era il tatuaggio che Evelyn Grace aveva nel suo cuore e nella sua mente. Ella, che non regalava un sorriso da anni, si ri...