21 giugno 1977
È sera mi trovo al mio hotel, a Rapid City, per il mio penultimo concerto di questo tour. Sono stanco e non ho più voglia di andare avanti. Mi guardo allo specchio per prepararmi e vedo un uomo con il volto gonfio e l'addome prominente. Non sembro io.
Quello non posso essere io.
Penso continuando a rimirare quella figura che quella superficie riflettente rimanda indietro. È un'immagine diversa dal ragazzo che era stato un tempo capace di far ammaliare le ragazze facendole svenire e urlare. Ora riesco a malapena a respirare e parlare.
Come sono potuto diventare in questo modo?
La risposta appare immediatamente chiara...Parker. Il mio manager megalomane, una fottuta sanguisuga, mi sta succhiando fino all'ultimo respiro: non mi ha mai fatto fare quello che ho sempre desiderato ovvero essere un grande attore come James Dean o Marlon Brando e andare in tour oltre oceano. A quel pensiero stringo i pugni con forza avvertendo il bisogno impellente di lanciare e rompere qualcosa. Non riesco a trattenermi e, notando un vaso nella stanza, lo prendo e lo scaravento lontano. Quello si frantuma in mille pezzi come la mia vita in questo momento. Un insieme di piccoli frammenti che non possono essere rimessi insieme. Mi siedo sul letto pensando a tutto quello che ho passato fino ad oggi: il matrimonio fallito con Priscilla, i film senza senso e i tour ininterrotti. Una vita che non può essere considerata tale. Una vita non vissuta. Mi metto le mani sul volto sentendo le lacrime uscire. Avverto dolore dappertutto: le ginocchia non riescono più a reggermi, mi duole anche l'addome, il collo, la schiena e gli occhi. Riesco a calmare le fitte solo attraverso i medicinali.
Sento bussare alla porta e il mio medico, Nick, mi porge le pillole che devo assumere per dare il meglio di me sul palco. Le ingoio come ho sempre fatto. Insieme al mio entourage, la "MemphisMafia", mi dirigo all'automobile che mi porta alla Market Square Arena. Guardo fuori dal finestrino perso nei miei pensieri. La mente va immediatamente alla piccola Lisa Marie che soprannomino "Yisa", la mia principessa. Chissà cosa starà facendo? Mi starà pensando?
Vengo risvegliato da questa tempesta di meditazioni da Charlie, il mio migliore amico, che è seduto accanto a me. Inforco i miei occhiali da sole per riparare gli occhi dalla luminosità. Qualsiasi luce mi ferisce come frecce. Ho ripetuto non so quante volte questa routine ma è sempre stata l'ammirazione che provano i miei fan a farmi andare avanti soprattutto dopo il divorzio dalla mia carissima Priscilla. Il dolore mi lacera ancora il cuore.
Arrivo nella stanza per togliermi la tuta e indossare la jumpsuite bianca come la neve con un grande sole tessuto sulla schiena. Mi truccano e mi rendono presentabile.
Ormai i fan sanno in che condizioni sono che senso ha nascondere l'evidenza?
Poco dopo i membri della squadra mi avvertono che è ora di salire sul palco. Sospiro.
Dai, Elvis, ancora uno sforzo.
Mi ripeto mentalmente mentre le note dell'introduzione, Also Sprach Zarathustra, inondano l'arena. Quella canzone mi ha sempre dato un'energia straordinaria e succede anche in questo momento. Quando le note finiscono dando inizio alla canzone successiva, See See Rider, entro e le urla dei miei fedeli fan fanno sparire ogni pensiero negativo e perfino ogni dolore. Tra tutte le medicine loro sono la migliore. Comincio a cantare le parole del brano e l'adrenalina riempie il corpo.
I flash dei fotografi mi uccidono ma devo stare sul palco. Ho troppi debiti da saldare e non posso ritirarmi. Muovo le dita sulla chitarra facendo gioire i miei ammiratori. La band segue la scaletta e i miei movimenti. E' il turno di I Got A Woman/Amen. Cerco di muovermi il più possibile e sento qualche risata. Le mie movenze non sono più quelle di un tempo e non ci posso fare niente.
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What if...?
FanficAvete in mente la famosa serie televisiva targata Marvel in cui vengono narrati alcuni episodi dei supereroi con un diverso finale? Ecco in questa raccolta di one shot racconterò quello che sarebbe successo se alcuni personaggi di serie TV e film av...