E Se... Freddie Avesse Visto Il Futuro dopo la sua morte?

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Ora vorrei tornare un attimo a parlare dei Queen e in particolare del loro frontman Freddie Mercury.

Il Dottore e Johanna li abbiamo lasciati nel momento in cui stava per compiersi la profezia e l'alieno si sarebbe rigenerato nell'undicesimo.

Molto prima che ciò accadesse il Dottore ha voluto mostrare a sua figlia il Live Aid facendole incontrare i suoi idoli più grandi: i Queen, Elton John e David Bowie. Il giorno seguente per divertirmi ho voluto creare un po' di scompiglio portando i Dalek, i nemici accerrimi del Dottore, a Wembley. Jo è stata molto astuta e ha voluto salvare i suoi più grandi amori dicendo agli alieni di trasportarla sulla loro astronave. Loro l'hanno fatto e il Dottore, sapendo quello che sarebbe accaduto, ha chiamato un suo caro amico, Jack Harkness, per combattere i suoi nemici e salvare sua figlia.

Quando il laser di quegli alieni stava per colpire Jo il Dottore si posto davanti dando inizio alla rigenerazione.

Ma come tutti sappiamo. Non è andata così. Jo gli ha salvato la vita.

Dopo hanno riportato la band in un altro albergo.

Ora una domanda che vorrei porvi è questa: cosa sarebbe successo se Freddie Mercury avesse visto il futuro dopo la sua morte?

La mia attenzione quindi si posa su Freddie il 22 novembre 1991, due giorni prima della sua dipartita, e l'arrivo del TARDIS del Dottore con Jo.

FREDDIE'S POV

Sono sdraiato nel mio letto con Jim e sto guardando un album di fotografie. Molte volte penso a quanto ero bello da giovane. Ora non lo sono più. Sono soltanto un povero vecchio. Mi ricordo anche il testo della canzone scritta da Roger, These are the days of our lives ( Quelli erano i giorni della nostra vita ), e rifletto su quanto le parole del testo siano vere. Vorrei tornare a quei vecchi tempi quando mi potevo divertire nei locali e sul palco insieme ai miei cari amici. Ora non è più possibile.

Un dolore fortissimo mi prende la cassa toracica e il mio respiro. Diventa sempre più difficile vivere in queste condizioni. Sono praticamente uno scheletro che cammina. Non si può considerare vita questa. Il mio volto è ricoperto dalle macchie del Sarcoma di Kaposi e i piedi non esistono più. Mi fa male ogni cosa. Vorrei morire subito. Non posso continuare a soffrire in questo modo. Cosa faranno gli altri quando io sarò morto? Andranno avanti? John ce la farà? Sono alcune domande che mi tormentano da tempo. Eravamo appena all'apice del successo. Il mondo ci amava. Sono stato un incosciente. Sapevo che esisteva questa malattia ma ho pensato che non mi avrebbe toccato. Stupido Freddie!

Un brivido di freddo percorre la mia spina dorsale e altri dolori lacerano il corpo devastato dall'AIDS. Jim cerca di non piangere. Non voglio che nessuno lo faccia. Mi farebbe solo più male e mi sentirei in colpa.

Mi sto per addormentare quando sento salire le scale della mia casa. Saranno alcuni miei amici che mi vengono a dare il loro ultimo saluto. Sulla porta però appaiono due persone che ho conosciuto il giorno del Live Aid: Johanna e il Dottore. Lei mi si avvicina e vedo che a stento trattiene le lacrime. I suoi lunghi capelli marroni sono sempre come quel giorno. Non è cambiata per niente.

«Johanna, sei tu? Non sei cambiata per niente, tesoro.»

«Oh Freddie! Quanto avrei voluto che tu non ti fossi mai ammalato!»

Lo so. Lo avrei voluto tanto anch'io. Ma chi vuole arrivare fino a settant'anni? Io no di certo. Non è mai stato il mio obiettivo. Penso. Poi un ricordo avvolge la mia mente. Lei può guarirmi. Potrei continuare a suonare con Brian, Roger e John. Dò vita a questo pensiero con la speranza che lo possa fare.

«Ma tu puoi guarirmi.»

«Freddie, non posso farlo la tua morte è scritta nel tempo, sono venuta solo per dirti addio.» Dice dopo averci riflettuto un po'. Devo morire non c'è altro modo. Questo è da sempre stato il mio destino. Sono certo però che grazie alla mia morte arriveranno cure migliori. Se non succedesse questa malattia continuerebbe a uccidere molte altre persone. Sono l'agnello sacrificale.

«Sapevo che quel giorno mi nascondevi qualcosa, tu sapevi che sarei morto e tentavi di trattenere le lacrime.» Mi ricordo di quando al Live Aid lei mi aveva salvato la vita da degli alieni che mi volevano uccidere. Lei mi aveva detto che due anni dopo avrei scoperto il mio destino ed è successo proprio così. Nel 1987 mi è stata diagnosticata la malattia.

«Sì, Freddie ma dovevi scoprirlo da solo. Ora vorrei farti vedere il futuro. Quello che succederà dopo la tua morte. È un futuro radioso. Tu verrai amato ancora più di prima e le vostre canzoni risuoneranno più forti. The Show must go on non poteva che essere un titolo più profetico.»

«Davvero sarà così? Brian e Roger? Cosa succederà a loro? A John?»

«Freddie se riesci ad alzarti lo puoi vedere tu stesso.»

Un dolore lancinante mi percorre il corpo ma non mi faccio fermare da questa malattia. Sono riuscito a stare in piedi cantando These are the days of our lives e so che posso riuscire anche scendere le scale. Voglio vedere il futuro e nessuno mi può fermare.

Con l'aiuto di Jo e di suo padre scendo le scale anche se i piedi mi fanno un male terrificante. Il Dottore, sapendo che ci sono nascosti nei paraggi dei paparazzi, esce dal cancello. Dopo pochi minuti il TARDIS appare nel mio giardino. Entro e ancora una volta rimango a bocca aperta. È più grande all'interno. Mi metto seduto su un seggiolino lì presente fino a quando non lo sento partire.

Poco dopo sento delle urla. Urla dei miei fan. Stanno cantando alcune canzoni. Esco un poco dalla porta e quello che vedo mi fa battere forte il cuore: migliaia di fan stanno cantando a Wembley Radio Gaga. Il Dottore mi informa che è il concerto benefico creato da Brian, Roger e John per far aumentare la sensibilità delle persone riguardo la mia malattia. Piango. Lacrime di felicità bagnano le mie guance.

Pochi minuti dopo il Dottore fa ripartire la sua macchina del tempo e ci ritroviamo molti anni più tardi. È il 17 giugno 2022. Ci ritroviamo di nuovo a Londra. Brian e Roger sono invecchiati ma il loro spirito è rimasto invariato. È un altro concerto. Noto che John non c'è con loro. So che la mia morte probabilmente l'ha devastato a tal punto da allontanarsi dalla band. Non è riuscito ad andare avanti. Con loro però c'è un altro cantante. È giovane e guarda che casualità è omosessuale. Sorrido a questo pensiero. Milioni di fan cantano all'unisono. Le nostre canzoni sono ancora amate nonostante la mia morte. Vedo poi Brian prendere la sua chitarra classica e cantare Love of my life. I fan la cantano ancora all'unisono. Poi accade qualcosa che mi fa perdere un battito. Compaio sul megaschermo. Senza che me ne accorga mi sto muovendo verso Bri. Gli metto le braccia attorno al corpo vedendolo piangere e gli sussurro che sarò sempre lì con lui nonostante non riesca a vedermi.

Come ultimo viaggio mi portano a Montreux. E' rimasto tutto uguale solo una cosa è diversa: è presente una statua che mi raffigura. Ci sono diversi fan che porgono il loro tributo mettendo dei regali sotto il monumento e alcuni sono vestiti come me quando ero a Wembley con il giubbotto giallo. Vedo che c'è anche il mio caro amico Phoebe/Peter che racconta alcuni aneddoti sulla nostra amicizia. E' tutto così bello che una volta entrato nel TARDIS mi sciolgo in lacrime che ho trattenuto troppo a lungo. Il Dottore, una volta che mi sono sfogato, mi mostra sul computer un trailer. E' un film. Parla di noi. Dei Queen. E' meraviglioso. Ora so che affronterò la morte con il sorriso sulle labbra sapendo quello che succederà dopo.

Mi riportano a Garden Lodge. La mia casa. Entro e mi rimetto sdraiato nel letto ancora incapace di credere a quello che ho visto. Sono troppo felice e piango. Li ringrazio sentitamente per quello che hanno fatto per me. Jo mi abbraccia piangendo. Io ricambio la sua stretta. Sento il TARDIS ripartire con il suo bellissimo suono. Sono nuovamente solo.

Due giorni dopo, il 24 novembre, sento che sta arrivando la mia ora. Guardo l'orologio. Segna le 18:47. Il cuore sta battendo i suoi ultimi battiti. La mia vita sta per volgere al termine. Mi manca il respiro. Dò un ultimissimo sguardo alla finestra e infine all'orologio.

18:48.


Sorrido ricordando quello che succederà nel futuro e accolgo con felicità la morte che arriva prendendomi per mano. Guardo un ultima volta in basso vedendo Jim e Phoebe piangere. Dirigo poi il mio sguardo verso il Paradiso e vedo che sono tornato giovane. Quello di un tempo. Dall'alto vedo Roger fermarsi nella sua auto. Non è arrivato in tempo per darmi il suo ultimo saluto. Piange. Vedo anche Brian distrutto dal dolore così come anche John. Mi sento triste però so che si riprenderanno e combatteranno. Il mio ricordo rimarrà vivo nei cuori di tutti così come anche la mia musica.

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