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🌸🌸🌸Benvenuti nella serra🌸🌸🌸

Come promesso ecco il 22 di 25 promesso e preannunciato!
Spero che questo capitolo vi piaccia e che mi perdoniate eventuali errori e incongruenze. 

XOXO 
ViAnDaNt



















Arrivò l'estate, e Jimin crebbe in dimensioni di pari passo con la Casa dell'Alpha .
La gente guardava a entrambi con fiducia: l'incantevole Luna di Gungnae, che irradiava un'aura di contagioso entusiasmo, e la Casa dell'Alpha, che dava a tutti un senso di sicurezza, confermando le promesse di Jungkook.
Tuttavia, una nuova minaccia apparve all'orizzonte.
Sotto la guida dell' Alpha Jeon, Gungnae aveva cominciato a prosperare come mai prima d'allora e non passò molto tempo che una banda di ladri senza scrupoli fu attirata dalla ricchezza di quelle terre.
Jungkook organizzò delle pattuglie, ma anche questo si rivelò insufficiente e non fu più una novità che famiglie terrorizzate cercassero rifugio al Casa dell'Alpha mentre le loro case venivano saccheggiate.

Fu per puro caso che Jungkook trovò un sistema d'allarme più efficace. Era un'afosa giornata di giugno, e Jimin, dopo il pasto di mezzogiorno, si era ritirato nella sua stanza a cercare un po' di frescura. Si liberò della veste restando con la leggera camiciola di lino, poi, sentendosi un po' trasandato, decise di dedicare un po' di tempo alla cura del proprio aspetto. Dopo essersi gettato acqua fresca sul volto accaldato, prese lo specchio argentato che Cha gli aveva acquistato alla fiera di Londra e cominciò a pettinarsi i capelli, ma sentendo la voce di Jungkook in cortile andò ad affacciarsi alla finestra.
Il marito era in compagnia dei suoi tre cavalieri e di Yoongi, e tutti e cinque erano in assetto di combattimento, onde non farsi prendere alla sprovvista da un altro eventuale allarme. Erano tornati da Ungjin poco prima di mezzogiorno, e ora si stavano rilassando all'ombra di un albero prima di ripartire per un giro di perlustrazione. Jimin chiamò più volte il marito, ma la sua voce era coperta da quelle degli uomini e lui non poteva sentirlo. Alla fine si ritrasse, frustrato, ma la superficie dello specchio catturò i raggi del sole, riflettendoli sulle armature degli uomini. Jungkook si drizzò immediatamente e, schermandosi gli occhi con la mano, guardò verso la fonte di quell'intensa luce e vide Jimin alla finestra. Jimin abbassò lo specchio e rise, Contento di essere finalmente riuscito ad attirare la sua attenzione, poi, non avendo nulla di importante da dirgli, fece un cenno di saluto a Jungkook. Lui ricambiò il gesto sorridendo, e stava tornando a riposarsi contro l'albero quando improvvisamente balzò in piedi. Jimin, perplesso, lo vide correre verso il Casa dell'Alpha ; presto senti i suoi passi per le scale, e un attimo dopo fu al suo fianco.
Le prese di mano lo specchio e cominciò a fare tentativi finché riuscì ad attirare con esso l'attenzione dei suoi uomini. Ridendo stupito, si rigirò il piccolo oggetto tra le mani, poi si chinò sull'omega per dargli un riconoscente bacio sulla bocca. Jimin lo guardò senza capire, e lui rise di nuovo.
"Luna, credo che tu abbia salvato la situazione. Basta con i lunghi giri di pattuglia che logorano uomini e cavalli." Alzò lo specchio come fosse un prezioso trofeo. "Basterà qualche ragazzino in cima a ogni collina con uno di questi affari, e i ladri saranno spacciati." Lo baciò ancora con calore, poi uscì in fretta dalla camera, lasciando Jimin ancora un po' sconcertato, ma contento. Fu quasi una settimana dopo che un grido dalla torre di guardia fece uscire i cavalieri in completa tenuta da combattimento, e anche gli uomini del villaggio corsero a prendere le armi.

**********

Una delle sentinelle piazzate sulle colline aveva segnalato col suo specchietto l'avvicinarsi di un gruppo di uomini a cavallo. Jungkook parti con la sua piccola armata, e molti lo seguirono montando in due o perfino in tre su qualunque cavalcatura fossero riusciti a recuperare.
Si avviarono verso sud, sulla strada per Ungjin, che era a un'ora di trotto o mezz'ora di galoppo da Gungnae. La trappola fu organizzata in un punto strategicamente ottimale. Gli uomini del villaggio si nascosero tra i cespugli, da dove avrebbero bersagliato i predoni con pietre e frecce, mentre i ben addestrati arcieri e lancieri Joseon si piazzarono in modo da chiudere loro la ritirata. Jungkook. Yoongi e i cavalieri tennero buoni i loro cavalli, ben indietro dalla curva dove era stata tesa l'imboscata. Presto si sentirono grida e risate, e i predoni si avvicinarono, senza sospettare di essere attesi al varco. I capi parlavano ad alta voce, e indossavano indumenti trovati tra il bottino del loro ultimo assalto.
Improvvisamente quattro cavalieri e un gigantesco Alpha Joseon si materializzarono davanti a loro.
Si bloccarono, mentre le loro risate gelavano in gola, e il resto della banda si avvicinò per vedere che stesse succedendo. Jungkook abbassò la lancia e si chinò sulla sella, e la strada tremò sotto gli zoccoli dei cinque destrieri. I ladri gridarono e cercarono di fuggire e la strada divenne un folle intrico di corpi.
Uno dei ladri, più coraggioso dei compagni, affondò il manico della lancia nel terreno e ne impugnò la punta per affrontare la carica, ma prima di potersene servire fu raggiunto dalla micidiale ascia di Yoongi. La lancia di Jungkook ne inchiodò un altro a terra, poi la sua lunga spada e i pesanti zoccoli di Bam si lasciarono dietro una scia di feriti. In un momento fu tutto finito. Qualcuno aveva tentato la fuga, e ora giaceva nella polvere trafitto dalle frecce. Un uomo in fin di vita rivelò la posizione del loro nascondiglio, e fu lì che Jungkook guidò i suoi uomini una volta che i corpi furono spogliati della refurtiva e spinti sul ciglio della strada.
Quando Jungkook trovò il miserabile accampamento tra le paludi, gli occupanti avevano già ricevuto l'allarme ed erano fuggiti abbandonando tutto. Quattro schiavi nudi erano incatenati all'aperto, e quando vennero liberati si gettarono in ginocchio, sciogliendosi in lacrime e in ringraziamenti. Erano visibilmente denutriti, e raccontarono di aver subito orribili abusi. Tra loro c'era una ragazzina che non era riuscita a fuggire abbastanza lestamente durante una delle loro incursioni. Un altro era un Gunin Joseon che era stato trovato ferito su un campo di battaglia; gli ultimi due erano servi, ed erano stati catturati durante una scorreria in un piccolo villaggio a ovest della Capitale.
Jungkook e i suoi uomini si fermarono soltanto il tempo necessario a perlustrare le baracche, portando via gli oggetti di qualche valore, poi montarono i quattro disgraziati su cavalli che avevano trovato legati agli alberi e appiccarono il fuoco all'intero accampamento.
La ragazza fu riconsegnata alla sua famiglia tra grida di gioia e infiniti ringraziamenti, e gli altri restarono alla Casa dell'Alpha finché ebbero ripreso abbastanza forze per andare per la loro strada. Gungnae poté tornare in pace alle sue occupazioni, tuttavia c'era ancora qualcuno che non riusciva ad adeguarsi alla laboriosa ma serena vita del Casa dell'Alpha .
Somi non si rassegnava all'idea di essere poco più che un'ospite, ed era diventata tanto insopportabile che perfino Whee-in aveva cominciato a evitarla, preferendo dedicarsi alle sue incombenze e al figlio. Così Somi si trovò isolata, ma presto scoprì che, senza affrontare direttamente Jimin, aveva la possibilità di vendicarsi attraverso Wang Lin.
Cominciò a raccontarle storie particolareggiate quanto false sulla crudeltà di Jungkook nei confronti del marito, e approfittò di ogni occasione per dare una spinta alla mente già traballante della donna. Per lei, era un piacevole diversivo vedere Wang Lin fuggire precipitosamente alla vista di Jungkook, e i suoi pallidi occhi brillavano di divertimento quando pungolava la povera donna, attizzando le sue paure per l'unico figlio.
Ogni volta che Jimin andava ad accudirla o quando la incontrava in giro, Wang Lin osservava attentamente il figlio, cercando i segni dei presunti maltrattamenti di cui era continuamente oggetto. Invece, la felicità di Jimin balzava agli occhi, e la confusione gettava la vecchia in un abbattimento sempre più profondo.

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