Capitolo 6

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Raggiungiamo la sua camera. Ma appena ci metto piede dentro riaffiorano nella mia mente tantissimi ricordi. Lui è dietro di me, ma io mi blocco. Rimango a guardare quella stanza.

Stringo i pugni e cerco di rimuovere delle immagini, ma non ci riesco.
Sono tutti bellissimi ricordi, mi viene la pelle d'oca a pensarci.

- Ehy, tutto bene? - Mi riporta alla realtà Liam.
- Oh, si scusa.. - Dico ricominciando a camminare.
- Che succede?
- Niente niente. - Cerco di essere convincente
- Ok non insisto..
- Non ti preoccupare, sto bene.. Un giramento di testa improvviso.
- Siediti - Mi fa accomodare sul suo letto.. - Troppe emozioni tutte insieme forse.
- Probabile - sorrido e mi siedo sul letto.

Quel letto.

Appena mi siedo sento che cade qualcosa, probabilmente un pupazzo.
- Uh scusa.. - Dico alzandomi e andando all'altro lato del letto per raccoglierlo.
- Nonono, non ti preoccupare lo prendo io. - dice agitato.

Ma nel frattempo sono già arrivata lì e lo sto per prendere.
Sì, è un pupaz.. Ah, mi blocco quando noto che è un pupazzo che gli avevo regalato io quando stavamo insieme.
Erano Woody e Jessie di 'Toy Story'. Quando glielo regalai sapevo che aveva un debole per quel cartone, lo avevo anche io, e ancora adesso ce l'ho. Ci rispecchiavano.

Lo prendo mentre lui continua a guardarmi. Io non so se è meglio dire qualcosa, o è meglio non dire niente. Allora dico la prima cosa che mi passa per la mente.
- Mi è sempre piaciuto questo pupazzo. - Sorrido

Lo poso al suo posto e torno vicino a lui seduta..

- Non so da cosa cominciare. - abbasso la testa e guardo le mie mani che hanno cominciato a muoversi tra di loro nervosamente.
- Ho tutto il tempo ch.. - Il suo telefono ci interrompe, ma lui stacca la telefonata.
- Scusa.. - mi dice
- No, potevi anche rispondere non ti preoccupare..
- No, vabbè, possono aspettare. Io no.. - dice guardandomi negli occhi.

Ma il telefono risquilla.
Lui ristacca la telefonata nervoso, ma nemmeno il tempo di ricominciare a parlare che risquilla.
Oh ma quanto insiste. Chiunque sia!

Tra i lamenti risponde.
- Pronto?
...
- Ti ho staccato la chiamata perché non potevo rispondere. E' tanto difficile da capire? - Liam nervosetto.
...
- Sì, adesso ti ho risposto perché tu insisti.
Mi sento leggermente in imbarazzo. Perché sto assistendo a questa telefonata? In fondo so chi è.

- Cosa volevi? - Continua Liam.
...
- Stasera? - dice guardandomi, e io mi guardo intorno come se non fosse niente, ma.. le mie orecchie sono da lui.

- Non lo so, ti richiamo io dopo.
...

Interrompe la telefonata.

- Scusa.. Dicevamo?
- Mi dispiace Liam, ti sto facendo perdere tempo. - mi guardo intorno..
- Non dire scemenze, sono mesi che aspetto.
A quest'affermazione lo guardo diritto negli occhi.. Sospiro e vedo che non può più aspettare.
- Non riesco a spiegarti le cose.
- Perché te ne sei andata?

Oddio, perché subito me l'ha chiesto. Mi manca l'aria.
- E' proprio questo che non riesco a spiegarti.. Liam vedi, se ti avessi voluto dire il motivo per la quale me ne sono andata, te l'avrei detto mesi fa.
- Perché non l'hai fatto?
- Perché è un motivo piuttosto difficile da spiegarti.

Mi guarda perplesso. Sa che se continua a insistere continuerei ad evitare la risposta.

- Capisci come sono stato io? La sera prima ti eri addormentata accanto a me, e precisamente dopo aver fatto l'amore! - specifica - la mattina mi sveglio, non ti trovo, penso 'sarà andata in cucina', ti cerco lì e non ci sei, allora comincio a pensare che sei uscita. Ma non c'era nessun biglietto che mi avvertiva. Telefonai Hope, per sapere se eri con lei, ma anche lei mi disse che non sapeva niente, così chiamai te, e fù quella la prima telefonata che ti feci.
La prima di tante tante tante tante e tante altre.
Senza risposta, senza un misero messaggio per sapere che fine avessi fatto. Dopo giorni che aspetto, escono foto di te su internet. E dove sei? In Italia.
Ho cercato dappertutto il tuo numero di telefono di casa e non l'ho trovato. Ho cercato il tuo indirizzo, ma niente, zero! E io... - prende una pausa dopo aver detto tutto d'un fiato e velocemente. - io sono rimasto così. Domandandomi 'cosa ho fatto di sbagliato?'

- No! - Subito dico.
- Poi mi ricompari così, improvvisamente, con un fidanzato, come se tra me e te non fosse mai successo niente.
- Liam...
- Fammi finire.. Come se tu non mi avessi mai amato.
- Non è vero.. - protesto contro le lacrime che vogliono fuoriuscire. - Liam, adesso ascolta me.

Lui ha cercato di spiegare tutto con calma, un po velocemente come suo solito, però senza agitarsi o mostrarmi come stesse realmente dentro.
Io non ci riesco, sto per esplodere, ma devo trattenermi.

- Tu non avevi fatto niente di sbagliato. Ero io la sbagliata. Ehm.. Già da un po avevo deciso di... tornare.
- LASCIARMI! - dice lui.

Deglutisco
- Sì, come vuoi tu, lasciarti... Liam, tu sai bene come sono, anche adesso vorrei alzarmi da questo letto, correre via e scappare. Non sono così brava ad affrontare qualcosa più pesante di me. Ti ho amato, e su questo non dovresti avere dubbi! Ma il motivo per cui me ne sono andata, non.. non posso dirtelo.. Non ci riesco.. Per te sarei infantile e io preferisco essere odiata che..

- No Mary.. - mi interrompe e mi allunga una mano sul mio viso accarezzandolo - io non ti odio, è questo il problema.
Annuisco con la testa guardando in giù.
- Preferirei anche io che tu mi odiassi. - Scuoto la testa

- Come farei ad odiare una persona che è stata così importante nella mia vita?
- Pensando a quello che ti ho fatto. Io mi odierei.
- Io non ci riesco..
- Hai sempre avuto un cuore grande. - Lo guardo e mi viene voglia di abbracciarlo.
- Non si tratta di cuore adesso, si tratta di sentimenti. E ne ho provati veramente forti mentre stavamo insieme.

Adesso non riesco più a guardarlo negli occhi, ho un po la testa abbassata per non fargli notare che sto per piangere.

- Li ricordo ancora adesso i sentimenti, come se fosse ieri.. - dico io
Mi mette una mano sotto al mento alzandomi la testa e guarda le lacrime che stanno per uscire.
- Non piangere.. 'Se stai male tu, sto male anche io' ricordi?
- Sì - Sorrido - Ricordo.

Questa è stata la frase che ci aveva fatto mettere insieme.
Era qualche anno prima che io stavo piangendo e lui per farmi capire i suoi sentimenti mi aveva detto quella frase. Era stato il suo modo per dichiararsi. E ci era riuscito perfettamente. Quel giorno ci eravamo baciati e avevamo ammesso i sentimenti l'uno per l'altro. Quindi è impossibile dimenticare questa frase.

- Anche se tu non mi odi, spero che un giorno potrai perdonarmi. - gli dico
- Quel giorno è già arrivato..
- Sì? - dico speranzosa
- Da quando i miei occhi hanno rincontrato i tuoi fuori da Nando's.

Restiamo in silenzio, a fissarci, occhi negli occhi..
Vorrei che quest'attimo fosse eterno, ma decido di abbassare gli occhi e tornare alla realtà.

- Non voglio sapere il motivo per cui te ne sei andata. O almeno non credo che me lo dirai, quindi farò a meno di chiedertelo..
Lo guardo incredula
- Grazie.

Mi avvicino e lo abbraccio, desideravo farlo, desidero stare tra le sue braccia. Lui mi stringe forte e mi godo la sua stretta e il suo profumo.

- Adesso penso sia meglio che vada.. - dico rovinando il momento. Ma devo.
- Già vai?
- Sì, voi avete da fare, e io...anche.
- Puoi rimanere, non abbiamo da fare..
- No, non fa nulla. Tu richiami chi devi richiamare - mi alzo dal letto sforzando un sorriso. - Ci sentiamo presto..

- Quanto rimani a Londra?
- Solo una settimana.
Lui abbassa lo sguardo
- Ah.. Ok..
Si vede che cerca di nascondere il dispiacere, e io faccio finta di non notarlo.

Apro la porta e mentre sto per uscire
- Ciao Jessie.
Io sorrido e senza girarmi lo rispondo.
- Ciao Woody.

Chiudo la porta dietro di me e sottovoce, tra me e me, non posso far altro che aggiungere.
- Ti amo.

Escape, but why?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora