Fragole ammuffite

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Banane marce
polvere e pasta
mi sembra di toccare
muffa e fanghiglia.

Dove tutto è opaco
e grigio
e invisibile
cado sola dentro il nulla.

Toccami la schiena
sento i brividi
solo ascoltando
batteri e insetti.

Parlami all'orecchio
vedo dei flash
abbaglianti
sembrano oro.

Non mi guardare
sto sprofondando
ormai tutto è nero
attorno a me.

Non mi baciare
col tuo fiato sul collo
sembro una preda
sconfitta e gustata.

Il mio profumo
è svanito
con me.

༝༝༝

Ultimo aggiornamento: 27 maggio 2023.

༝༝༝

A volte scrivo e non leggo per mesi cosa ho scritto. Tipo come è successo con queste parole. Ci ho messo un po' a ricordarmi cosa volessi comunicare, ma mi ricordo bene che ero in cucina, quando le ho pensate, seduta al tavolo che guardavo nella dispensa alcune banane troppo mature per essere mangiate e aspettavo che l'acqua bollisse per mettere giù la pasta che avevo davanti a me, in un piatto.
E mi sentivo sola e triste, a pensare che in un periodo tanto significativo per me, per alcuni motivi, ora mi ritrovavo sola, e triste.
Le ultime strofe hanno i cinque sensi come protagonisti: tatto, udito, vista, gusto, olfatto. E allo stesso tempo, protagonista è un tempo che a pensarlo adesso mi fa piangere come una bambina che vuole dormire con i genitori nella notte.

E a trasformarmi bambina non esisto più io, ma solo la mia misera ombra nel buio.

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