Quando ebbero finito l'allenamento e i ragazzi si furono ritirati in spogliatoio per sistemarsi, Madison lasciò la tribuna e raggiunse l'uscita degli spogliatoi, elettrizzata da morire visto che non vedeva l'ora di conoscere Robert Lewandowski. Essendo cresciuta con i colori blaugrana nelle vene, era difficile trovare quel giocatore preferito fuori da Barcellona, visti soprattutto i mostri sacri passati da quella squadra negli ultimi anni, in cui lei aveva avuto modo di assistere e tifare — Leo Messi sopra a tutti.
E invece l'ex Bayern era quel tipo di calciatore che Madison aveva imparato ad ammirare pure da avversario, il centravanti devastante quasi sottovalutato e giungendo dal pulpito di una che appunto aveva avuto gente come Messi, Suarez e Neymar nella propria squadra, beh, era tutto dire.Impaziente d'incontrarlo, non si rese nemmeno conto che dallo spogliatoio era già uscito qualcuno. Salutò con un sorriso Frank Kessié e Ousmane Dembélé che le risposero con un vivace cenno della mano, avviandosi al parcheggio parlottando tra di loro, e stessa cosa fece dopo con Marc-André ter Stegen uscito insieme a Gerard Piqué e Sergio Busquets: i tre veterani si fermarono momentaneamente presso di lei domandandole come stesse, e dopo un paio di battute legate a qualche particolare evento avuto luogo durante quella seduta d'allenamento, le rifilarono una pacca sulla spalla o una carezza quasi paterna sulla testa - dopotutto, l'avevano vista crescere da vicino proprio come i suoi genitori! - e la salutarono.
A lasciare lo spogliatoio subito dopo fu Frenkie de Jong, che lasciò la porta aperta rivolgendosi, sulla soglia, di nuovo all'interno con la testa per protestare o rispondere a qualche accusa canzonatoria, visto che appena fu uscito ed ebbe chiuso la porta sorrise scuotendo il capo. Vide Madison solo allora.
«Oh, ciao! - fece gioioso, per poi avvicinarsi e mettere il cellulare in tasca - Quel decerebrato del tuo amico sta arrivando.»
Lei fece guizzare in su le sopracciglia.
«Lentissimo come sempre. Poi sono io la ritardataria.»La porta si riaprì proprio in quell'istante. Pedri e Gavi uscirono uno dopo l'altro, e dietro di loro Lewandowski che circondò con le braccia le spalle di uno e dell'altro, dirigendosi verso di lei e Frenkie parlottando alle orecchie d'entrambi.
Madison fece un larghissimo sorriso trattenendo a stento l'emozione, cercando di darsi un contegno e non mettersi a saltellare sul posto come un grillo impazzito, mentre vedeva Robert raggiungerli con i due ragazzetti sottobraccio. Appena la vide fece un cenno col capo in segno di saluto, togliendo le braccia dalle spalle di Pedri e Gavi per potersi avvicinare a lei.
«Eccoti, finalmente ci conosciamo!»Lei scosse il capo, sorridendo come una perfetta deficiente.
«In questo momento non so cosa dire. - biascicò - Oh mio Dio.»I ragazzi ridacchiarono, a quel punto, mentre il polacco si sciolse in un grande sorriso allargando poi le braccia per poter accogliere la giovane che aveva l'aria di stare per svenire da un momento all'altro.
Si abbracciarono, e a Madison sembrò di ritornare una bambina, quando dopo le numerose vittorie di suo padre lei entrava in campo con lui e si apprestava ad andare ad abbracciare i ragazzi per congratularsi — a volte, anche gli avversari, se particolarmente forti e per cui lei aveva un debole.«Ehy, sono una persona qualsiasi, veramente! - esclamò Robert ritirandosi un pochetto indietro, quasi imbarazzato dall'ammirazione che la ragazza aveva per lui, e osservandola staccarsi dall'abbraccio per fare un paio di saltelli su se stessa - D'ora in poi, mi vedrai tutti i giorni.»
Lei si fermò un attimo e gli puntò il dito quasi accusandolo.
«Macché persona qualsiasi, sei l'unico idolo che io abbia mai avuto all'infuori di Barcellona!»
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𝐅𝐈𝐗 𝐘𝐎𝐔 || Pablo Gavi
Fanfiction𝐖𝐡𝐞𝐧 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐬𝐞 𝐬𝐨𝐦𝐞𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐲𝐨𝐮 𝐜𝐚𝐧𝐧𝐨𝐭 𝐫𝐞𝐩𝐥𝐚𝐜𝐞. Il numero 30 del Barcellona, il Golden Boy, il ragazzo dei record. E poi lei, la figlia di una leggenda, la mascotte della squadra, con un peso troppo grande da portare...