𝐃𝐎𝐃𝐈𝐂𝐈

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Seduti sugli scogli, Madison e Pablo si divertivano a raccontarsi le cose più svariate della loro vita, della loro giornata ormai quasi finita o a riflettere su argomenti che passavano dal Barcellona all'università, dall'infanzia al loro periodo di transizione ad un passo dal termine e che li avrebbe affacciati all'età adulta.
La ragazza si stupiva di come riuscisse a parlare di qualsiasi cosa con lui, dalla più stupida alla più seria, di come riuscisse sempre a fare una delle sue battute e lui, invece che prendersela o ridacchiare, cercava a modo suo di ribattere portando la loro discussione scherzosa fino all'esasperazione, all'infinito.

Gli scogli non erano proprio il posto più comodo del mondo, ma la compagnia, almeno per Madison, era in grado di ovviare alla scomodità. Teneva il mazzo di fiori in grembo, e con le dita spiegazzava distrattamente gli angoli della carta che l'avvolgeva, quasi fosse un anti stress e il solo giocherellare con essa riuscisse a stemperare la poca tensione che sentiva addosso. Perché sì, era fuori da sola con un ragazzo e sì, la cosa sarebbe parsa molto equivoca al punto che le avrebbe potuto mettere l'ansia-da-appuntamento, ma di fatto quello non era un appuntamento e per questo era piuttosto serena.

«Tra qualche giorno esce la lista dei convocati per la Nations League. - disse di punto in bianco Pablo, guardando il cielo rosso sangue che si scolorava per lasciare spazio al buio della sera - É l'ultima occasione prima dei mondiali.»

Madison lo guardò di sottecchi.
«Speri di ricevere qualche tipo di anticipazione da parte mia, vero? - chiese, e sentendo il giovane ridacchiare, colto sul fatto, capì essere un sì - Mi dispiace deluderti, ma non so nulla. Papà non ne parla mai. O meglio, ne parla ma non dà mai nomi, non prima che sia uscita la lista ufficiale.»

«Cavolo, che scocciatura! E allora spiegami - replicò lui, voltandosi un poco a braccia conserte - quale sarebbe il vantaggio dell'uscire con la figlia del ct della nazionale.»

La ragazza si rizzò di colpo.
«Mi stai facendo veramente questa domanda? La risposta sarà davvero infinita, sei sicuro di volerlo sapere?»

Gavi fece spallucce.
«Mi piace ascoltare. - obiettò - E mi piace sentirti parlare.»

«So che vorrebbe essere un complimento ma mi sa che ti sei appena rovinato. - commentò lei, non volendo dargliela vinta, come sempre - Innanzitutto sono la persona più blaugrana sulla faccia della terra, e a braccetto con questo la più grande anti madridista che potrà mai esistere nella nostra galassia, poi penso che un altro dei numerosi vantaggi—»

«Ho una sorpresa. - la interruppe il ragazzo, e quando la vide bloccarsi alle sue parole sorrise perché certo di averla volta nel segno - Comunque.»

«Che sorpresa?» domandò lei, confusa, aggrottando le sopracciglia profondamente incuriosita e iniziando a guardarsi attorno come per cercare un qualsiasi indizio.

Pablo si strinse nelle spalle, ridacchiando per il suo atteggiamento, dato che in spiaggia non avrebbe trovato proprio nulla di ciò a cui lui si riferiva.
«Non sarebbe più una sorpresa se te lo dicessi. Lo saprai domani.»

«Cosa? No! - protestò lei, alzandosi di scatto dallo scoglio, risentita - Non riesco ad aspettare domani!»

Il ragazzo stava sorridendo e gustandosi, per una volta, la sua vittoria assoluta su di lei.
«Mi sa che invece ti tocca.» la canzonò, fingendo indifferenza quando in realtà si stava sbellicando.

«Sono la figlia del tuo ct, vuoi che vada a mettere una brutta parola sul tuo conto?» cercò di raggirarlo lei, ma Gavi stava ridendo come un matto per i suoi vani tentativi di corromperlo.

«Hai appena detto che non ti dice nulla, e poi un professionista non si fa condizionare.» le disse.

Madison incrociò le braccia al petto.
«Almeno é riguardo a cosa?»

𝐅𝐈𝐗 𝐘𝐎𝐔 || Pablo GaviDove le storie prendono vita. Scoprilo ora