Non appena si fu seduto in macchina, Pablo aveva già rimpianto di esserci salito.
Pedri nemmeno lo salutò, in pratica. Passò subito alle faccende concrete, e ovviamente alle domande.«Madison mi ha detto che vi state conoscendo.»
Il più giovane gli scoccò un'occhiata, cercando di capire il suo stato d'animo. Non sembrava turbato, anzi, tutto all'opposto: sembrava sereno, felice.
Abbozzò un mezzo sorriso.
«Sì, circa. Mi ha detto che voleva dirtelo lei per prima, voleva che lo sapessi da lei e da nessun altro, e presumo sia per i vostri trascorsi, anche se é stata molto vaga al riguardo.»«Sì, probabilmente per rispetto nei miei confronti non ti ha detto nulla, ma perché non sa che io ti ho detto tutto, in quella trasferta di Siviglia. - spiegò Pedro, in un tono pacato come suo solito. Per essere uno che aveva avuto una cotta per Madison, doveva dire che lo stupiva vederlo così rilassato, il che gli valse come conferma sul fatto che non stava facendo nulla di male, nulla che avrebbe ferito il suo amico - Comunque mi fa piacere. Nel senso, tu mi sembri la persona adatta a tirarle su il morale, insomma, il tuo carattere si addice molto. É che lei, diciamo... é un po' tosta. Non é per tutti, ecco.»
Pablo ridacchiò.
«Me ne sono accorto. Non fa altro che fare battute e lanciarmi frecciatine.» commentò, ripensando al giorno prima, al pranzo, alle loro continue prese in giro e a quella sensazione che aveva provato guardandola negli occhi, come se tutto fosse giusto, e andasse bene così.
Aveva percepito un qualcosa, invisibile agli occhi ma incredibilmente forte, che gli aveva fatto pensare che Madison non fosse come tutte le altre persone che avesse incontrato nella sua vita. Era diversa. Lo rendeva diverso, ma un diverso bello. Non era il ragazzetto timido, con lei, e gli piaceva quella versione di sé, quella che sembrava sapere quello che stava facendo anche se in realtà non lo sapeva affatto.«Vuol dire che si trova a suo agio. - rispose Pedro, sorridendo - Solo quando ha raggiunto un certo tipo di confidenza riesce a scherzare così tanto. Si vede che la fai sentire a suo agio.»
Il più piccolo rimase in silenzio un attimo prima di porre la domanda che più lo tormentava.
«A te fa qualcosa, bro? - fece, guardandolo quasi con timidezza - Questa cosa. Ti dà fastidio? Con quello che c'é stato tra voi...»«Non c'é stato niente. - disse subito Pedro - Avevi ragione. Solo una forte, fortissima amicizia che dura tutt'ora. Lei non c'é più nella mia testa quindi no, non mi colpisce questa situazione. Anzi, mi colpisce in bene, perché voglio solo che lei si trovi bene. E lo stesso per te, Pablito! - sorrise, lanciandogli uno sguardo veloce e vedendo la sua espressione corrucciata, intuì un po' di preoccupazione - Perché me lo chiedi?» aggiunse poi, tornando a guardare la strada.
«É che... non lo so, sento del feeling. Non so se questa cosa sia giusta, ma so che mi fa stare bene.»
«Se ti fa stare bene vuol dire che é giusta. - Pedri si voltò di nuovo, stavolta con un sorriso sul volto, e alzò la mano dal cambio per dare un buffetto sulla guancia al compagno di squadra - Ehy, Pablito, ti sei preso una cotta?»
«Ah, non dire così. - borbottò in risposta l'altro, arrossendo un poco e sorridendo. Non é un no, pensò Pedro, vedendo la sua esitazione - Una delle primissime volte che ci siamo scritti, mi ha detto che il mare la calma e le piace vedere il mare di sera. Io le ho detto che mi piace il tramonto, e lei aveva detto che saremmo andati a vedere il tramonto sul mare. Non pensavo lo volesse sul serio, ma quando ieri le ho detto che dopo la trasferta, se avesse voluto, saremmo potuti andare, e lei mi ha risposto che se non ci fosse venuta lei ci avrei portata un'altra ragazza, perché con questa proposta sarei capace di conquistarle tutte.»
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𝐅𝐈𝐗 𝐘𝐎𝐔 || Pablo Gavi
Fanfiction𝐖𝐡𝐞𝐧 𝐲𝐨𝐮 𝐥𝐨𝐬𝐞 𝐬𝐨𝐦𝐞𝐭𝐡𝐢𝐧𝐠 𝐲𝐨𝐮 𝐜𝐚𝐧𝐧𝐨𝐭 𝐫𝐞𝐩𝐥𝐚𝐜𝐞. Il numero 30 del Barcellona, il Golden Boy, il ragazzo dei record. E poi lei, la figlia di una leggenda, la mascotte della squadra, con un peso troppo grande da portare...