Il veicolo del Colosso si fermò dopo alcuni interminabili cicli-tempo.
Guardai giù tra le lacrime silenziose e le maglie metalliche del cesto e vidi che non mi trovavo più sulla carreggiata scura e dura. Il Colosso era smontato dal suo mezzo e l'aveva lasciato in una zona lastricata di pietra chiara e suddivisa in quadrati del lato di almeno 24 unità-distanza.
Era il momento di tentare una sortita.
Il Protocollo d'Emergenza installato nella mia testa scattò e innescò tutte le proteine necessarie ad attuare una reazione che mi potesse consentire di tentare una lunga marcia verso NidoCasa, l'unica alternativa che avevo rispetto ad una morte certa.
Nella nostra società questo protocollo di reazione viene definito PR36 o più semplicemente... PianoB.Dopo una breve incertezza appesa al bordo sconfinato del cestone metallico mi tuffai nel vuoto e un attimo dopo atterrai sicura sulle mie robuste sei zampe da operaia.
Nessun danno finora.
Bene.
Il giriscopio biologico era ancora molto confuso, però.
Attorno a me si espandeva una piatta granitica distesa di pietra color beige.
Sulla mia destra, lontano più di cinquemila unità-misura, c'era uno dei locali dei Colossi.
Sembrano tane gigantesche dalle aperture coperte di vetro...
Là un gruppo di quegli esseri coi loro cuccioli consumavano cibi e conversavano tra loro coi tipici suoni gutturali dei Colossi.
Hek, la mia amica esploratrice, diceva che intorno a quelle immense caverne dove i Colossi mangiano in gruppo, spesso si possono trovare molti frammenti di cibo buoni anche per noi...
L'istinto mi portò ad approfondire ma mi riscossi: prima dovevo riuscire ad orientarmi!
Voltai allora il capo verso sinistra e lungo l'orizzonte di pietra, a una distanza che pareva infinita, mi parve di scorgere una linea verde...
Forse la Grande Pianura era laggiù!
Certamente poteva esserlo...
Il mio giroscopio biologico si assestò nuovamente sulla possibilità che la piana si trovasse proprio là.
Sentii i punti cardinali riallinearsi nel mio cranio e improvvisamente la mia capacità di manovra tornò ad essere ottimale.
Bene!Il sole splendeva nel cielo terso del pomeriggio.
Ero appena scesa dal veicolo colossale e volevo tornare subito dalle mie sorelle.
Ma curiosamente, prima di tentare la via del ritorno, non potevo esimermi dal desiderio innato di cercare una briciola di cibo da riportare a NidoCasa con me...
Che bella sensazione! Sentivo la tristezza evaporare in me, sconfitta dal pratico istinto avventuroso della nostra specie!
Svaniva la malinconia, e senza antenne in aiuto, mentre nello spirito si faceva strada la voglia di reagire!
Ora sapevo dove dirigermi, e non mi sarei arresa.
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PIANO B
General FictionUna storia sperimentale. Una novella naturalistica tra biologia e fantasia. Un incrocio strano tra una favola per bambini e un racconto di fantascienza per adulti.