L'IDEA

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Sotto un sole pomeridiano che scaldava le mie giunture già roventi per la scarpinata, dopo un ulteriore interminabile lasso di tempo, giunsi infine ai margini dell'immensa carreggiata scura e polverosa.
Trattenevo ancora, in alto innanzi a me, il mio prezioso frammento di cono che intendevo donare alle mie amiche una volta tornata a casa e il suo peso cominciava a farmi sentire stanca.

Il prossimo problema di cui avrei dovuto occuparmi riguardava ovviamente l'attraversamento della strada...
Larga almeno trecento unità-misura e percorsa dagli immensi veicoli dei Colossi, rappresentava un vero pericolo per una formica con un blocco di cibo tra le mascelle.
Le macchine dei giganti potevano travolgermi in un istante stritolandomi sul selciato!
Avevo bisogno di un'idea.

Posai a terra il mio bottino, approfittando della pausa per masticarne un altro frammento e mi guardai attorno con attenzione...
Sulla destra la carreggiata proseguiva a perdita d'occhio; il traffico dei veicoli giganti era rado ma pur sempre pericolosissimo, per me. Sulla sinistra, in lontananza, un piccolo gruppo di Colossi, insieme ai loro cuccioli, stava attraversando la strada a grandi falcate. Le loro macchine immense e puzzolenti si fermavano rispettosamente per farli passare... E notai che tutto questo, forse, poteva anche avere una logica.
Infatti i Colossi stavano attraversando la carreggiata in un punto che presentava a terra un grande disegno bianco; era una serie di strisce alternate, stampate sul duro catrame.

Il mio Processore Biologico, potenziato dalle endorfine rilasciate dal "Piano-B", lavorava a tutta velocità e un momento dopo elaborai una teoria: forse quei segni bianchi dipinti a terra consentivano un passaggio senza rischi!
Un segno convenzionale dei Colossi!
Ma un ronzìo insistente alle mie spalle mi costrinse ad interrompere i miei pensieri.
Voltai il capo; la mosca era ancora nei paraggi e dai suoi volteggi in aria dedussi che aveva intenzione di tentare un altro attacco!
Dovevo muovermi.

Col frammento nuovamente stretto tra le mascelle, raggiunsi la zona da cui partivano quelle strisce bianche di grandezza sconfinata.
Anche se presupponevano un passaggio sicuro, sospettai che avrebbero funzionato solo per i Colossi, così mi predisposi all'attesa di un nuovo gruppo di "attraversatori", senza mai perdere di vista la stupida mosca che fluttuava in aria ad una certa distanza, cercandomi in maniera caotica.

Per prima arrivò una femmina dei Colossi, in sella ad uno di quei loro veicoli a due ruote, simile a quello che mi aveva rapito insieme al fiore.
Il fiore!
Non ci avevo più pensato ma ormai era una questione chiusa.
Tentai di attraversare seguendo quella creatura ma lei era troppo veloce e desistetti subito, tornando al punto di partenza mentre altri veicoli giganteschi a quattro ruote sfrecciavano sulla carreggiata...
Poi arrivò un Colosso maschio, con tre cuccioli più piccoli e quelli erano a piedi...
Una macchina si fermò per lasciarli passare: era il momento!

Strinsi la presa sul mio tesoro e iniziai a correre con tutte le mie forze tra le immense gambe dei giganti; la mosca ronzava ancora da qualche parte ma era l'ultimo dei miei pensieri: se avessi superato la strada e raggiunto l'erba alta dall'altra parte, quella predona sbavosa non mi avrebbe più trovato.
C'era però un grosso problema... la carreggiata era davvero ampia e i Colossi, con le loro falcate vertiginose, coprivano decine di unità-distanza ad ogni passo! Star dietro a quel gruppo era una corsa contro il tempo!...

Dopo un paio di unità-tempo, i Colossi già mi avevano distanziato; un altro paio di cicli dopo approdavano sicuri sull'altro lato della strada...
Il veicolo enorme stava ripartendo e io mi trovavo ancora sulla sua traiettoria!...
Corsi più forte che potei; ansimavo forte e non sentivo più le zampe che volavano letteralmente sull'asfalto...
Infine la macchina rombante si rimise in moto e ripartì tavolgendo le strisce bianche sul terreno alle mie spalle.
Ce l'avevo fatta per un soffio!
Lo spostamento d'aria generato dal veicolo mi scaraventò a terra insieme al mio fammento di cono e l'urto generato dalla folata violentissima mi privò della coscienza per un attimo.

Quando ripresi l'uso dei sensi mi trovavo ai margini della carreggiata... ma stavolta ero dal lato del prato, il lato giusto!
Esultai ringraziando l'universo intero di quella fortuna e innalzando una lode alla Stella Sacra delle fusche.
Ero riuscita ad arrivare alla pianura. Ora si trattava di scoprire da che parte fosse NidoCasa...

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