Marciai senza più fermarmi nella direzione indicatami dall'ape per svariati cicli-tempo.
Il nettare offertomi da Aki, e soprattutto la sua comprensione e il suo affetto, mi avevano ridato nuove energie. Procedevo spedita col mio grosso frammento di cono lungo il margine della carreggiata dei Colossi.
Ogni tanto uno dei loro immensi veicoli a quattro ruote mi sfrecciava di fianco, rumoroso e impressionante ma ormai mi stavo abituando a quelle presenze meccaniche.
Il cielo crepuscolare virò dal rosso porpora al viola intenso, per poi tramutarsi in una stupenda volta stellata, nera come la notte.
I pali luminosi dei Colossi, quelle specie di torri infinite che terminano con una sorta di lanterna gigante, iniziarono ad accendersi lungo i margini della strada e così iniziai a contare la distanza che mi separava da NidoCasa in base al numero di pali che raggiungevo e superavo.
Avevo sonno, ma fermarsi a dormire da sola in quel posto sperduto poteva costarmi molto caro...
Mi davo coraggio ripensando alle mie sorelle... La cara Aki ormai le aveva certamente già avvertite del mio ritorno imminente e loro stavano sicuramente aspettando il momento di riabbracciarmi... E non si sarebbero mai immaginate quale dono stavo portando loro!Dopo l'ennesimo, altissimo palo superato, dovetti fermarmi un'altra volta; mi dolevano tutte le giunture e avevo le mascelle intorpidite dallo sforzo.
In alto, molto sopra di me, i giganteschi pipistrelli inseguivano le ottuse falene che ronzavano stupidamente attorno alla grande lampada dei Colossi.
Mi guardai attorno e notai che la zona nella quale mi trovavo era particolarmente spoglia e desolata: l'erba cresceva meno rigogliosa e più giallastra e rada, mentre il terreno era secco e polveroso.Ripresi tra le mascelle il mio dono e ripartii.
Man mano che mi addentravo in quella zona, i segni di degrado aumentavano...
Cominciai a scorgere, semisepolti nel pietrisco fino illuminato dalla luna, frammenti di oggetti giganteschi; residui di rifiuti appartenuti ai Colossi...
C'erano pezzi di alluminio, schegge di vetro, tranci di plastiche varie, pezzetti di carta sgualcita, cartone... Tutta roba utilissima per il formicaio tanto che per un attimo pensai di lasciar perdere il mio boccone per portare in dono, al suo posto, una di quelle meraviglie, alcune delle quali decisamente più piccole e leggere rispetto al frammento di cono...Mi trovavo in questo stato di indecisione e intanto mi addentravo sempre di più in quella strana radura; ben presto, tra l'erba secca e spelacchiata sullo sfondo, emersero le moli gigantesche di due immensi sacchi di plastica nera.
Era evidente che i Colossi usavano quel posto come discarica per i loro rifiuti!
Una ridda di congetture prese ad affastellarsi nella mia mente: un'adeguato plotone delle formiche fusche avrebbe potuto ricavare molto da quel posto! Appena ritornata a NidoCasa avrei avvertito la Regina della mia scoperta e lei avrebbe allestito immediatamente una squadra di esploratrici pronte a partire! Già mi immaginavo alla testa del plotone di esplorazione, guidare le mie sorelle verso quel prezioso giacimento!
Non soltanto avrei portato a casa il frammento di cibo come dono ma anche e soprattutto preziosissime informazioni, utili per tutte noi!
Ero esaltata da quell'idea!
Certo però... noi fusche non eravamo le uniche creature interessate alle meraviglie abbandonate in quel luogo...
Anche le vespe erano solite frugare in quei sacchi simili a montagne alla ricerca di frammenti zuccherosi...
Le vespe, già.
E gli scarafaggi.Gli scarafaggi.
Quell'idea bastò a riportarmi alla dura realtà... Mi fermai di scatto e presi a guardarmi intorno freneticamente...
Ero sola, dispersa nella notte, e quel posto con tutta probabilità brulicava di blatte! E non quelle grosse e stupide che Zae aveva facilmente messo in fuga, presso il fiore...
Qui, se ce ne erano, doveva trattarsi di quelle notturne: enormi, feroci e sempre in branco!
Proprio mentre formulavo questi pensieri, le mie peggiori paure divennero realtà: un paio di quelle cose sbucarono fuori da un cilindro di alluminio ossidato, rovesciato sul fianco a poca distanza da me!
E una terza mise fuori il suo muso spuntando da un ciuffo d'erba vicino!
"Hey, calma!"- urlai con voce tremolante -"Sono solo di passaggio! Me ne vado subito!"
"Ssssscordatelo!"- rispose quello più vicino -"Cossssssa porti lì nel bbbbecco?!..."
Porca miseria, mi volevano aggredire e derubare del mio frammento di cono!
Voltai lo sguardo da tutte le parti, indietreggiando, mentre dal buio fuoriuscivano altri cinque... No, sei scarafaggi!...
Dove potevo fuggire?!
Adesso erano in nove e in lontananza si sentiva il passo veloce di chissà quanti altri individui in avvicinamento!
Gli aggressori mi strinsero in cerchio, borbottando tra loro oscenità e sbavando mentre fissavano il mio pezzo di cibo!...
Che situazione!
"Vi prego"- tentai di supplicarli -"Lasciatemi andare!..."
"Forrrrmica"- ringhiò uno di loro -"Tu sssssei... Mmmorrrta!"
Mi attaccarono tutti insieme; ognuno di quei mostri era grosso quattro volte me, con un carapace nero, lucido e duro come un sasso; ognuno di loro possedeva artigli acuminati e un paio di mascelle affilate...
Tentai di resistere ma mi sopraffecero quasi subito; mi scaraventarono a terra strappandomi di bocca il frammento di cono, quindi lo fecero a pezzi in un attimo, smembrandolo un morso per ciascuno.Ero scioccata da ciò che vedevo. Per un lunghissimo istante rimasi lì, a terra, guardando tra le lacrime quegli schifosi che divoravano il mio regalo per NidoCasa.
Poi uno di loro posò su di me il suo sguardo famelico... Seguito a ruota dagli altri!
"Non dovevi vvvvvenire nel nosssstro terrrrritorrrio, forrrmica!" - dissero quasi in coro, con una voce che vorrei poter dimenticare...
Era ovvio: finito il frammento di cono... Volevano continuare il banchetto infierendo su di me!
Come minimo mi avrebbero inferto una violenza indicibile!
Per non dire che mi avrebbero fatto letteralmente a pezzi!Mi caricarono di nuovo, in gruppo e altri due sbucarono da chissà dove per unirsi al pestaggio.
Dovevo reagire!
Morsicai la zampa del primo aggressore a tiro con tutte le mie forze, affondai un fendente verso i tubi tracheali di un altro e di nuovo tentai un affondo al volto grottesco di un terzo; gli scarafaggi incassavano, strillavano di rabbia, rispondevano con pugnalate e morsi su tutto il mio povero corpo!...
Non mi arresi e continuai a lottare con la forza della disperazione, ero più piccola di loro ma anche altrettanto veloce e molto più addestrata al combattimento! Sentii altri due colpi andare a segno, poi un terzo, un quarto!...
Ma era tutto inutile, erano troppi e troppo forti per una formica sola!...
Per uno che spedivo a terra, altri due prendevano il suo posto.
Sentii la divisa lacerarsi sull'addome e avvertii una zampa spaccarsi a metà sotto un morso devastante... I loro artigli schifosi strisciavano sul mio corpo indifeso, graffiandolo con violenza...
Era la fine.
Ma non potevo arrendermi.
Non volevo morire... Io volevo tornare a casa mia! Con le mie sorelle! NidoCasa, dove la tristezza non esisteva e la solitudine era solo un brutto ricordo!Con un guizzo disperato, reagii con furia a quella massa di corpi neri e nella mia mente scattò il Protocollo di Difesa Estrema.
Come una girandola, attaccai simultaneamente tutti gli scarafaggi a tiro, sia usando le mie cinque zampe rimanenti, sia sforbiciando le mandibole!
Sfondai due ventri flaccidi, spaccai altri due tubi tracheali e pugnalai uno di loro, in un colpo solo!
La mia reazione ebbe successo e dovette generare confusione e un certo timore... Fatto sta che un attimo dopo stavo scappando verso la carreggiata dei Colossi!
Ero riuscita a liberarmi da quella mischia ma dovevo raggiungere un punto sicuro... E per farlo, non avevo scelta: dovevo superare la strada di asfalto, in qualsiasi modo. Poi mi sarei gettata nell'erba folta al di là... E forse sarei riuscita a seminarli.Era la mia unica chance.
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PIANO B
General FictionUna storia sperimentale. Una novella naturalistica tra biologia e fantasia. Un incrocio strano tra una favola per bambini e un racconto di fantascienza per adulti.