Confronto

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Chuuya

Quanto tempo è passato da quando ho lasciato che Arahabaki prendesse il controllo?

A giudicare dal dolore insopportabile probabilmente qualche ora...

Perché è così difficile muoversi? È come se fossi sospeso, o come se stessi lentamente affondando nel vuoto, oppure come se fossi bloccato nel ghiaccio...mi sto muovendo?

Attorno a me è tutto privo di colore, non sento niente, i miei sensi sono totalmente spenti, confusi dal nulla che mi circonda, a pensarci bene nemmeno provo dolore, eppure so di star sanguinando, ero ferito giusto? Chi era stato?

"Ti senti confuso vero?" quella voce...era la mia?

Provai a parlare ma dalle mie labbra uscì un lieve bisbiglio

"Chi sei?"

"Io? Non mi riconosci? Sono Arahabaki"

Appena sentii quelle parole ebbi la sensazione di precipitare nel vuoto, presi coscienza di me, il dolore tornò, così come la vista, e tutti gli altri sensi.
Mi trovavo in una stanza, a tratti sembrava quella che avevo nella sede della Port Mafia, ma poi si trasformava in quella catapecchia dove la Gilda rinchiuse Q, dopo ancora diveniva la prua di quella nave cargo su cui avevo tentato la fuga con Dazai.

"Dove sono?"

"Sei dove solitamente sono rinchiuso io a causa tua, sei dentro te stesso, in un vuoto infinito destinato al nulla, talvolta attraversato da un flebile ricordo che dura un istante"

"Che cosa stai facendo là fuori? Hai fatto del male ad Akutagawa?" strinsi i pugni, consapevole che, anche se fosse stato così, non avrei potuto fare nulla per evitarlo o per rimediare...

"Io? No, non è Akutagawa che mi importa, voglio distruggere qualsiasi cosa, voglio che attorno a me tutto divenga cupo, spoglio, arido...morto, ma quel ragazzo sarà solo una delle vittime, la prima delle quali è quella persona che ci ha portati qui, in questa situazione"

"Ti riferisci a Kouyou?" un silenzio tombale seguì la mia domanda, evidentemente avevo sbagliato "A Dazai?"

La sagoma informe davanti a me iniziò a ridere, non era una risata vera e propria, quel suono ricordava a tratti lo stridore delle armi, a tratti il creparsi dell'intonaco sotto il peso del tempo. Ridendo seguitò a rimpicciolirsi, i contorni si definirono, le dimensioni si ridussero, sulle spalle gli si districarono delle ciocche rosse, e sulla pelle comparvero i segni della possessione di Arahabaki.

"No, Nakahara Chuuya, colui che distruggerò per primo sarai tu, cosicché, anche se quel ragazzo intervenisse, non ci sarà più niente da salvare, da portare indietro, tantomeno da amare" le sue parole lasciarono posto alla stessa risata di prima, riempiendo quel silenzio che le sue stesse parole crearono.

Come avrebbe potuto distruggermi se eravamo la stessa persona? La stessa mente?
Un brivido percorse il mio intero corpo non appena rialzai lo sguardo e mi trovai davanti gli occhi bianchi di Arahabaki, che mi posò le mani gelide sulle spalle, riuscivo a sentire il freddo della morte attraverso il mio impermeabile.
Avevo paura.
Solo guardandolo sentivo contorcermisi lo stomaco, era così simile a me, eppure così ferino, selvaggio, pericoloso...ero io?

"Sono io uguale a te o sei tu ad essere uguale a me, Nakahara Chuuya? Chi è il vero padrone di questo corpo? L'hai mai controllato veramente senza avere quel ragazzo accanto? Il più forte di noi sono io, quello vero sono io"

Aveva ragione...come potevo essere sicuro di chi fossi quando, utilizzando il mio potere al massimo, la mia lucidità dipendeva da Dazai? Quando io stesso, nella mia interezza, dipendevo da Dazai?
Arahabaki è davvero in mio potere o era lui che fino a questo momento mi aveva assecondato per diletto?

"Basta! Questo è il mio corpo, io sono Nakahara Chuuya, non Arahabaki" non dovevo permettergli di entrare ancora di più nella mia mente, non potevo permettere che accadesse, Dazai sarebbe arrivato, saremmo saliti su quella nave, avremmo rivisto l'alba insieme.

"E per quanto sarà tuo questo corpo? I tuoi organi interni stanno cedendo sotto il mio potere, presto manovreró una marionetta senza vita e quel ragazzo che tanto aspetti non arriverà prima che io ti abbia consumato del tutto. Quando tenterà di ricacciarmi in questo posto si ritroverà il nostro cadavere tra le braccia. Credi che tenga così tanto a te da lasciare che tu muoia ponendo fine alle tue sofferenze? Credi che non sceglierebbe egoisticamente di lasciare che io mantenga il controllo, pur di avere la consapevolezza illusoria del tuo corpo ancora caldo?"

Ogni parola, ogni sillaba, ogni respiro che quell'essere emetteva era un macigno sulla mia coscienza, tanto che caddi in ginocchio.

"Lui troverà il modo, lui arriverà, io resisterò finché la sua mano, il suo semplice tocco, non ti respingeranno in questo luogo."

"Ne sei così sicuro? E dov'è ora? Perché non ha aspettato che ti svegliassi per andarsene? Credi che non sia già a conoscenza di quanto stiamo facendo nel mondo esterno? Magari è già morto in una delle esplosioni che abbiamo causato, magari non interviene proprio perché rispetta la tua scelta di distruggerti, perché è così egoista da non volerti uccidere"

"Basta!" Credetti di star urlando ma a giudicare dal suo volto probabilmente ciò che produssi fu solo un sussurro disperato. "Smettila, Dazai non è morto, non morirà per così poco"

"Lo credi davvero o semplicemente speri che sia così per paura di avere le mani macchiate del suo sangue?"

Sentii le mie guance inumidirsi appena, la vista inizio ad offuscarsi, l'ultima cosa che vidi fu il mio corpo, no, era quello di Arahabaki ormai, scosso da una risata, eppure stavolta non somigliava al clangore delle armi, ma ad un susseguirsi di singhiozzi disperati...erano forse i miei?
Persi i sensi, o iniziai a farlo, non riuscivo a capire se stessi perdendo conoscenza o la mia stessa coscienza...

Perché non era ancora arrivato? E se fosse davvero morto? Se fosse arrabbiato perché non siamo scappati insieme, perché ho avuto paura? Se volesse lasciarmi in questo incubo? Se io stesso fossi già morto? Se tutto questo fosse solo un'illusione, tutto ciò che abbiamo vissuto, provato? E quel bacio illuminato dalla tenue luce dell'alba?
Dov'è l'alba adesso?
Tutto attorno a me è scuro...

Non riesco a vedere

Di chi è quella voce? Sembra così allegra... È sparita...e l'allegria? Cos'è? Ho paura, mi sento contorcere sotto il peso dell'angoscia...angoscia?
Tutto attorno a me è sordo...

Non riesco a sentire

Di chi è quel volto? A chi appartengono quegli occhi scuri? Quelle mani bendate? Quelle labbra? Sono forse mie? Come sono fatto io? Cosa sto aspettando? Chi sono? Tutto attorno a me è vuoto...

Non riesco a ricordare

Spazio dell'autrice:

Credo che questo sia tra i capitoli che ho scritto più velocemente, ma che spero comunichi almeno un po' ciò che sta provando Chuuya.
Ho deciso di scrivere questa parte senza pensarci troppo, cercando di essere confusa e volutamente ripetitiva in alcuni tratti.
Il confronto con Arahabaki, la lenta perdita di coscienza, il flusso di pensieri angoscioso,...
Mi piacerebbe riuscire a trasmettervi parte delle emozioni che immagino possa provare uno come lui in una situazione del genere, faccia a faccia con la sua più grande paura. Fatemi sapere se ci sono riuscita, anche solo un po', oppure no...

A presto

ReaderMMI

Per una notte soltanto?~SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora