La fuga

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Stavolta metto lo spazio autrice all'inizio per spiegare semplicemente che, considerando il tempo trascorso da quando ho visto BSD l'ultima volta, ho dovuto riguardarne buona parte (tutto). Ora, con la memoria piacevolmente rinfrescata tornerò a scrivere i capitoli. Non ne mancano molti per la fine.

Yokohama, porto, 6:27 pm

Il sole era ormai ad un passo dallo sparire all'orizzonte, producendo attorno a sé un'atmosfera cupa di profonda tensione ed incertezza.
Sull'asfalto si vedevano sfrecciare due ombre e si sentiva solo il fragore delle onde, che copriva leggermente il suono dei passi veloci dei due ragazzi.
Dazai apriva la strada, Chuuya poco più indietro che lo seguiva, ancora incerto. Nessuno dei due osava fiatare, entrambi convinti che fosse per non sprecare fiato. Eppure il silenzio era dovuto a quel barlume di speranza nella libertà, sempre più vivo, nato ormai la settimana precedente, alla vista di quell'alba sul balcone del moro. Forse era la paura di poter essere scoperti che li teneva in silenzio, o l'incertezza nella fuga stessa, oppure nella sua riuscita.
Arrivarono al pontile con un leggero fiatone e si nascosero tra i container di una nave cargo, cercando di non farsi notare troppo dall'equipaggio.
"Ascoltami bene, quando saremo abbastanza lontani ci fingeremo membri della ciurma, sostituendone due più o meno della nostra altezza. Una volta approdati andremo il più lontano possibile cercando di stabilirci nelle città più affollate nel tragitto" sussurrò al rosso, che non perse tempo per interromperlo "non hai idea di quante spie abbia la Port Mafia, è un rischio troppo grande alloggiare in città affollate" "Chuuya, Chuuya, Chuuya, ancora diffidi dei miei piani? Nelle grandi città saremo più esposti naturalmente, ma primo: non ci cercheranno lì, secondo: sarà più facile mimetizzarsi tra la folla. Certo, non con quell'orribile cappello".
L'insulto gratuito costò al moro un forte pugno sul braccio, ma comunque meno forte di quanto egli si sarebbe aspettato. L'altro ragazzo teneva lo sguardo basso, facendo cadere qualche ciocca di capelli rossi sul viso candido, cupo e pensieroso.
"Che c'è? Stai cambiando idea Chuuya? Hai forse paura?" L'aveva toccato sul vivo, infatti il diretto interessato si trattenne a stento dall'urlargli contro "NON..." tossicchió appena per riprendere il controllo della voce "non ho paura di niente. Sono solo pensieroso, l'agenzia non ti torcerà un capello nel caso in cui dovessi effettivamente sparire. La Port invece sguinzaglierebbe le sue guardie migliori, se ci trovassero insieme probabilmente mi ucciderebbero. Dopotutto, Mori vuole te, ti ha sempre voluto al suo fianco, nonostante ti temesse. Non dico che me ne sto pentendo, ma non voglio morire perché stavo scappando con te, lasciandoti in balìa di quel dottore pedofilo, considerato che potrebbe benissimo uccidere anche te, oppure imprigionarti per sfruttare il tuo potere su Q o..." Il rosso venne interrotto nel mezzo del suo monologo da un paio di mani bendate sulle sue guance "ascoltami bene, se dovessero trovarci ne affronteremo le conseguenze. Stai dicendo che vorresti mollarmi qua su questa nave? Io me ne sarei andato da Yokohama per te, se tu sei il primo a non volertene andare tanto vale restare, non trovi?" il tono era profondamente adirato e serio, ma straordinariamente pacato, forse fu proprio quel particolare ad impressionare maggiormente il più basso, il quale tacque e si fermò a guardarlo.
"Allora torna indietro" arretrò appena "non posso partire, se ci troveranno ti uccideranno, non voglio avere la tua stupida testa bacata sulla coscienza Dazai. Hai idea di cosa significhi avere alle calcagna sia Akutagawa che Kouyo?" "Sì Chuuya, lo so cosa significa, li ho avuti alle calcagna da quando ho lasciato la Port, eppure sono ancora vivo. Se solo volessi potresti liberarti di loro" "Posso liberarmi di loro ma non posso proteggere te!" Così dicendo sbatté il più alto contro il container "non ho detto che non fuggiremo, voglio farlo, ma non ora. Voglio capire se posso andarmene senza mettere in pericolo anche te. Tu parti, io ti raggiungerò in qualche modo" il moro rise sentendo quelle parole "ti uccideranno. Non partirò senza di te Nakahara Chuuya!" Così dicendo scatto in avanti, circondò la vita del rosso con le braccia e si buttò oltre il parapetto della nave.
Sarebbero finiti inevitabilmente in mare se non fosse per il potere del più basso. "A cosa pensavi idiota di un Dazai?" disse, mentre si dirigeva volando verso la costa "i due amanti che finiscono in mare fanno parte di un'altra storia che preferirei evitare, sai com'è, uno dei due muore". Nonostante il tono gelido, sorrideva, aveva le labbra leggermente increspate verso l'alto, come se fosse vagamente divertito. "Quindi fuggiremo un giorno?" "Un giorno sì, ma non oggi, non adesso".
Appena posarono piede sulla terra ferma si sedettero in riva al mare, lasciandosi scappare una risata nervosa, un po' triste, guardando la nave cargo sparire all'orizzonte, insieme a quel piccolo barlume di speranza nato alla vista dell'alba la settimana prima.
Restarono lì, tutta la notte, osservando le navi andare e venire, come se, su ognuna di esse, ci fosse una piccola parte del loro futuro insieme.
"Dazai?" Il rosso si voltò verso il maggiore, leggermente infastidito dalla brezza che scompigliava i capelli di entrambi, "mh?" fu tutto quello che egli riuscì a formulare come risposta alla chiamata dell'altro "scusa se non ho avuto il coraggio di fuggire, avrei voluto, credimi" il tono era mortificato, cosa strana da parte sua, "no, non volevi, nè tantomeno eri semplicemente pronto per farlo. Non ti biasimo, per trovare la forza di lasciare la Port Mafia ho dovuto vedere il mio migliore amico morirmi tra le braccia".
A quell'affermazione tra i due calò il silenzio, e gli sguardi di entrambi si posarono sull'orizzonte, attendendo una nuova alba.

Chuuya

La paura aveva preso il sopravvento. Com'è possibile che io, Nakahara Chuuya, contenitore del dio Arahabaki, abbia avuto paura?
Impossibile.
Però forse non è paura, forse è disgusto? Disgusto nel tradimento?
Può essere. Dopo l'avvenimento con le Pecore ho sempre disdegnato voltafaccia simili, eppure fino a poco fa sarei stato pronto a farlo.
Sia maledetto quello scemo di un Dazai, odioso tentatore. Perché sono così confuso dalla sua presenza? Sono pronto perfino a rinnegare me stesso e i miei ideali per stargli accanto.
Fin dove arriverà quel suo potere su di me?

Spazio autrice

Finalmente ce l'ho fatta ad aggiornare, non mi sembra vero.
Spero di mantenere una decente tempistica con l'aggiornamento degli ultimi capitoli.
Ci tenevo inoltre a ringraziare tutti coloro che hanno risposto al capitolo precedente.
Fatemi sapere cosa ne pensate di questa nuova aggiunta, più breve del solito ma importante capitolo di passaggio.
Grazie mille e al prossimo capitolo: ALBA

Per una notte soltanto?~SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora