22 - 🔞 Castigo

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ATTENZIONE: QUESTO CAPITOLO CONTIENE ELEMENTI CHE POTREBBERO URTARE PERSONE SENSIBILI

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ATTENZIONE: QUESTO CAPITOLO CONTIENE ELEMENTI CHE POTREBBERO URTARE PERSONE SENSIBILI.

Sam mi cammina accanto e non riesco a smettere di guardarla mentre ci avviciniamo alla scuola. Intuiamo già a distanza che è successo qualcosa di grave, ma mai avrei immaginato nella mia vita di assistere a uno spettacolo del genere. Tutti gli studenti sono rimasti fuori, nel giardino anteriore, e la porta è ancora chiusa. Un brusio corre tra i ragazzi ed è il tono sommesso che mi mette agitazione. Nessun grido, nessuna risata, nessun litigio.

Chris ci ferma a distanza, ma Sam lo spinge via e lo supera.

«Cosa succede?» gli chiedo.

«Devi portarla via, Mic». Si gira a cercarla, ma è sparita tra la folla.

Sento il sussulto familiare del mio cuore quando va sotto sforzo e ci facciamo largo tra volti smarriti. Sam è ferma tra i primi studenti che fissano l'ingresso chiuso. Nessuno ha osato spostare il corpo inchiodato per le braccia. Mi blocco dietro di lei e il respiro mi muore in gola. La mano di Chris sulla mia spalla è una sensazione lontana. Gli odori mi colpiscono forte, diventano soffocanti: il sole sull'erba bagnata, umido, troppo forte, e quello ferroso che qualche volta ho sentito, molto più tenue, in ospedale. Mi colpisce allo stomaco e mi stordisce.

C'è sangue, una larga macchia sul cotto beige dell'ingresso, scende dai piedi nudi dell'uomo inchiodato con due grossi chiodi alla trave di sostegno. È assurdo come i particolari siano ciò che ti rimane di una tragedia, quello su cui i miei occhi restano fissi sono le dita. Le unghie sono state strappate via. Faccio un passo indietro e sento le braccia di Chris intorno a me, questa volta mi sostengono forte.

La ragazza che mi sta davanti si volta e la vedo sfocata, come se venisse da un'altra realtà. Non la riconosco. La sensazione è quella di essere legato da fili invisibili che si stringono intorno al torace e mi uccidono. Il cuore sfarfalla dentro il petto e sbatte come se volesse uscire attraverso le costole. Poi lei alza due piccole mani ghiacciate e mi stringe il viso.

«Mic. Respira. Ho bisogno che resti lucido».

L'odore di Sam, la sua voce. «Chi...» mi sento mormorare. Il mio contatto con la realtà è mantenuto da quelle sottili dita gelide che premono dolorose sulla mia pelle. Lei non è turbata, è lucida. Non è la prima volta che vede scorrere del sangue.

«È il supplente di chimica. Devo andarmene da qui».

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