32a - Famiglia

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In cucina Vanessa e Aria intagliano forme di biscotti per un esercito

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In cucina Vanessa e Aria intagliano forme di biscotti per un esercito. Se lei sapesse che ho appena istigato il suo ultimo figlio a buttarsi dallo scoglio e ho messo alla prova ancora una volta il suo cuore, non sarebbe così indulgente con me. Fa male pensare che forse lo sarebbe lo stesso perché Vanessa è fatta così, ci ha adottati tutti, Sam compresa. Anche lei, ultima arrivata, che si è insediata nella camera della figlia scomparsa solo da due anni.

Stringo i pugni in un moto di rabbia e una parte di me sa che sono ingiusto, che se la stanza di Lucia è rimasta intatta per un anno non significa che lei possa tornare a dormire in quel letto, a respirare la stessa aria che adesso mi sfugge con così tanta facilità.

Sono giorni difficili, mi riesce ancora impossibile accettare che lei non sia qui con me a condividere la paura per la mia sorte e il terrore per il destino di Aria. L'avrebbe amata forse più di quanto amava me. Io non ho mai lasciato avvicinare nessuno come ho fatto con Lucia e la sua assenza brucia così tanto che giuro non lo farò mai più.

Vanessa alza il viso e mi sento avvolgere dal calore di una casa. È quello che ho fuggito fino a ora, non venivo più qui per non sentire quello che a me sarebbe sempre mancato e per Vanessa è stato un doppio lutto, non avermi qui con loro. Un dolore, vedere gli sguardi cupi tra me e Mic subito dopo la morte di Lucia. Esserci riavvicinati per lei è stata una gioia, ma non conosce quello che si nasconde dietro il nostro legame instabile, fragile, come quell'arnese che batte nel petto di suo figlio.

Solo Zanna conosce quello che Mic ha combinato dopo la morte di Lucia, e non credo che voglia dirlo a lei. Lo sento entrare in casa e decido che per me è il momento di tagliare la corda in fretta, se possibile prima di incrociarlo.

«Dobbiamo andare» dico a Vanessa e prendo in braccio Aria che protesta e allunga le braccia verso di lei. Addolcisco il tono nel vederle entrambe così tristi. «Sai che non posso restare. La porterò con me anche la prossima volta».

Non è solo quello, è preoccupata per me. «Fai attenzione, Chris. Non va bene, dopo quello che è successo, restare sul fiume per voi due».

Zanna si affaccia sulla soglia con un'espressione dura. «Ti avevo detto di non farti trovare più qui».

«Sto andando via».

Aria allunga le braccia anche verso Zanna, la cui espressione cede appena. Non la prende in braccio per colpa mia, per quello che ho fatto. Anche lui si è affezionato a Sam più di quanto voglia ammettere. È difficile non attaccarsi a lei. Lo so anch'io. Ho rimediato un braccio rotto e tre costole incrinate, per salvarla. Salvarla da chi? Da me stesso. Scuoto la testa e mi rivolgo diretto a Zanna. Deve ascoltarmi, ne va della salvezza di Aria, che è l'unica innocente in tutto questo casino.

«Lei non è al sicuro al fiume» dico. Non sposto lo sguardo e anche mia sorella resta ferma, come se sapesse che il momento lo richiede.

«Neanche tu lo sei. Verranno a cercarti, prima o poi. Hai trasgredito a un chiaro ordine».

«Volevo proteggere Aria, e mio padre non sarebbe mai riuscito a ripagare tutti i debiti, ma poi Sam ha detto...»

Zanna solleva un sopracciglio e un muscolo della mascella guizza. «Non mi interessano i tuoi sensi di colpa».

«Aria non è al sicuro con me». Lo dico ed è come se me lo strappassi da dentro. Separarmi da lei è l'unico modo per essere tranquillo e allo stesso tempo perderla mi fa sentire vuoto. Vanessa si alza in piedi e mi prende la bambina dalle braccia. «Non possiamo permettere che venga affidata a una famiglia. Lei ce l'ha, una famiglia».

So cosa intende e Zanna la incenerisce con un solo sguardo. «Ha un padre scomparso che non se n'è mai curato. E poi ha Chris...» Si ferma, non vuole ferirmi.

«Puoi pensare di me quello che vuoi, ma lei deve essere al sicuro».

«La teniamo noi» dice Vanessa stringendo la bambina.

Zanna si passa la mano tra i capelli sbuffando. «Non siamo una casa famiglia, Van! Accidenti!»

Lei gli sorride. Lui cede di poco. «Ti sei informata per Samantha?»

«I servizi sociali hanno considerato che casa nostra, con la protezione della polizia, sia molto più sicura di qualsiasi altra sede. Con i giusti tempi e le modalità previste, potremo chiedere che diventi parte della nostra famiglia».

Mi scappa una risata. «Diventerà sorella di Mic?» domando. Zanna mi capisce al volo e mi distrugge con un ringhio basso.

Vanessa solleva le spalle. «Ci vorrà del tempo. Lei comunque appartiene a questa famiglia. Come te e Aria».

Zanna butta cellulare e portafoglio sul tavolo con un sospiro stanco e si siede. «Siamo una famiglia allargata e non me ne sono accorto!» sbuffa.

Vanessa gli consegna Aria tra le braccia. «Hai portato tu in questa casa Sam. Ogni uragano ha delle conseguenze, basta saperle gestire».

Dal piano di sopra non si sente alcun rumore. Nessuna traccia di Sam e Mic. Mi alzo per andarmene. «Vi ringrazio per Aria. È il posto migliore per lei, qui con voi».

Vanessa sta per dire qualcosa, ma Zanna la ferma. «Sei in autobus?»

Annuisco e lui si alza, riprende i suoi oggetti dal tavolo e infila la porta senza dire altro. Lo seguo a testa bassa. Considero più Zanna, nonostante i suoi modi bruschi, come un padre, di quanto abbia mai fatto con Jack.

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