NORA
Cos'è la gelosia? Quel sentimento di cui tutti avevano parlato almeno una volta nella vita e che, immaginavo, tutti fossimo destinati a provare prima o poi.
Due teorie principali provavano a giustificare la ragione della sua origine, chi ne attribuiva le colpe al carattere altrui e chi invece si nascondeva dietro la scusa della normalità del sentimento.
Per anni mi ero ritrovata a pensare che la gelosia fosse il frutto delle insicurezze personali di un essere umano, quel sentimento che scaturisce dinnanzi alla perdita di autostima se si immagina la persona amata poter preferire qualcun altro a noi stessi. Più avanti negli anni tuttavia, avevo imparato a convivere con il sentimento, rendendomi conto che fosse lecito aver paura di perdere qualcuno per mano di una terza persona, che sia naturale provare emozioni simili quando si tiene veramente a chi si ha accanto.
Perciò qual è il labile confine tra gelosia sana e malsana?Immaginai che la mia reazione si categorizzasse nel secondo aggettivo, dato che ero fuggita a gambe levate da una banalissima festa studentesca dopo aver visto il mio ex fidanzato fare il cretino con tutte le ragazze alla festa. Mi meravigliai però del fatto che Melanie sembrava aver perso la testa per Aron, mentre lui non la degnava di attenzioni. Era un buon segno? Tutti i romanzi rosa che avevo letto nella mia vita mi avevano insegnato che di solito il cattivo ragazzo si innamora sempre proprio di colei che ignora, quindi pregai con tutte le mie forze che non fosse quello il caso. Aron a quanto pare sembrava esserlo diventato a tutti gli effetti, quindi pensai che fosse il momento di leggere un bel libro per dare un ripassino alla storia e capire come conquistarlo e poi risi di me stessa, rendendomi conto di quanto fossero ridicoli i miei pensieri e per un momento mi sentii quasi disperata.
La sensazione che poi mi rincorreva in quell'ultimo periodo, oltre al costante senso di impotenza dinnanzi a una situazione irreparabile che sembrava sempre sfuggirmi dalle mani, era quella di dover rivivere ancora quella tortura infinita alla quale mi ero sottoposta per quasi quattro anni nel tentativo di conquistare il ruolo a cui bramavo. Aron non era mai stato un tipo da relazione, non gli piaceva impegnarsi quasi in nulla, tantomeno in una storia seria nel pieno della sua adolescenza, e avevo combattuto con tutte le mie forze per convincerlo che ne valesse la pena e che avremmo meritato una possibilità, così, dopo una lunga lotta alla fine eravamo riusciti a comprenderci, a piccoli passi.
Ma allora non eravamo estranei, eravamo amici e ci conoscevamo l'un l'altro fin quasi nel profondo e invece in quel momento iniziai a realizzare che, non solo io ai suoi occhi fossi una sconosciuta, ma di fatto anche lui ai miei. La versione di Aron che avevo nella mia testa era completamente distorta dalla versione di se che era divenuto ora, di quella che si era creato nell'ultimo anno della sua vita, in cui a stargli accanto erano state altre persone e non io che, non essendoci stata quando aveva bisogno non potevo sapere se mi avrebbe concesso di esserci ora che stava bene. Se avesse saputo che stavamo insieme avrebbe pensato che ero stata una fidanzata terribile per averlo abbandonato, ma se solo avesse saputo la verità le cose sarebbero state diverse.Cassie era tornata nella nostra stanza già da un paio d'ore ed era crollata nel suo letto mentre io mi crogiolavo nelle mie solite drammatiche paranoie e mi rigiravo nel letto, scombinando totalmente le lenzuola del letto. Dopo un tempo indecifrabile iniziai a sentirmi soffocare in quel letto che improvvisamente pareva esser diventato strettissimo, perciò con un sonoro sbuffo mi alzai alla ricerca di una felpa da infilare che, appena trovata, mi accompagnò fuori dalla stanza cercando di evitare il minimo rumore per non svegliare la mia compagna. La prima idea che mi venne in mente fu quella di andare in cortile ma, mentre mi dirigevo verso esso, un cartello attirò la mia attenzione: terrazza numero quattro.
Così pensai di seguire la direzione indicata ed evitarmi un tragitto inutile dato che il mio scopo era solo quello di prendere un po' d'aria. Tuttavia il destino aveva dell'altro in serbo per me quella sera...
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L'anagramma del mio nome - IN PAUSA
RomanceAvete mai sentito parlare della leggenda del filo rosso? Molto diffusa in Giappone, per tradizione dice che ognuno di noi è legato ad un'altra persona da questo sottilissimo filo di colore rosso, che parte dal nostro dito mignolo e arriva al suo: a...