《21》

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Jimin non aveva avuto modo di ritrovare completamente la tranquillità interiore prima di ripartire dopo quel terrificante incontro avvicinato.

Erano davvero troppo vicini per perdere tempo a causa della sua anima ingarbugliata, quindi in due minuti si erano liberati dei tre corpi lasciandoli a marcire all'aria aperta, cibo per i corvi che in primavera avrebbero poi cacciato per nutrirsene a loro volta.

Il ciclo della vita era cambiato radicalmente con l'apocalisse, ma il concetto base era rimasto: o mangiavi, o morivi di stenti e il tuo cadavere veniva mangiato.

A meno che non diventassi uno zombie.

Adesso al volante c'era Seokjin in attesa di un segnale per far ripartire il motore e gli altri due erano in avanscoperta per liberarsi dai mostri e aprire il cancello.

Finalmente lo chalet era davanti a loro.

Jimin poggiò il piede con prudenza sul ramo di quel faggio e, non udendo alcuno scricchiolio, tirò un sospiro appena percettibile.

Le fronde spoglie di quell'albero non offrivano molta copertura, ma d'altro canto non ostruivano nemmeno la visuale impedendogli di vedere per bene cosa succedesse intorno a lui.

Quasi esistesse un Dio abbastanza gentile da donar loro estrema fortuna, gli zombie non erano molti lì intorno alla casa.

Per la precisione cinque.

Era presto per gioire perché anche se sarebbe stato veloce ucciderne così pochi, i rumori degli spari potevano comunque attirarne degli altri, se ce n'erano di nascosti nelle vicinanze.

Yoongi era poco più in là, anch'egli appollaiato su un albero.

Jimin lo vedeva bene e mantenne lo sguardo fisso su di lui pronto a seguirlo quando avrebbe sparato il primo proiettile.

Bastò una veloce alzata di mano per fargli capire fosse giunto il momento di prendere la mira e strinse maggiormente la presa sulla pistola.

Prese due profondi e lenti respiri rallentando così i battiti del suo cuore il necessario per poter tenere l'arma pressoché immobile.

Oltre ad essa il petto di una zombie si gonfiava mentre, apparentemente senza energia, provava ad alzare un sasso per vedere se al di sotto ci fosse qualcosa.

"ADESSO!"

Bastò quell'urlo per farle alzare il capo, ma non ebbe nemmeno il tempo di trovarlo con lo sguardo che Jimin le aveva già sparato ammazzandola sul colpo in un fuoco d'artificio color cremisi.

In contemporanea un'altra creatura era finita a terra con un lamento gutturale dopo esser stata colpita da Yoongi che subito aveva spostato la propria attenzione su uno dei rimanenti zombie.

Ovviamente quest'ultimi non erano rimasti immobili con tutto quel casino, ma erano già scattati verso di loro veloci come ghepardi pronti ad afferrare la loro preda.

Peccato che fossero a terra.

Jimin usò una tattica leggermente diversa: colpì prima ad una delle due gambe mezze putrefatte che si staccò di netto all'altezza del ginocchio con facilità e lo zombie a lui più vicino cadde a peso morto.

Fu semplice riaggiustare la mira per colpire al cuore dalla schiena e in men che non si dica era pronto a far fuori il prossimo.

In momenti come quelli spegneva completamente il cervello e diventava impassibile come lo era stato poche volte prima dell'apocalisse.

Uccidere era una cosa che non aveva mai capito appieno: come poteva la gente riuscire a premere un grilletto? Come riuscivano le persone a sgozzare qualcuno?

Lui non sarebbe mai stato capace di ammazzare un proprio simile... ma era un'impossibilità che doveva lasciare nel passato se voleva continuare a vivere.

Pian piano ce la stava facendo, ma doveva sempre aggrapparsi al fatto che sebbene avessero aspetto umano, quei mostri non erano più persone vere.

Però era difficile riuscire a rendere proprio quel pensiero perché davanti a lui quei mostri avevano corpi umani, avevano braccia, gambe ed occhi proprio come lui.

Sapeva che ormai erano solo gusci vuoti, eppure non riusciva a non sentirsi uno schifo ogni volta che usava proiettili o lame, ma non aveva avuto altra scelta da quando era cominciata la fine.

O morivano loro, o moriva lui.

Come previsto altre creature arrivarono attirate dal rumore degli spari e Jimin si ritrovò bloccato sull'albero a causa di due zombie che si erano precipitati proprio sotto di lui.

Inutilmente graffiavano la corteccia cercando di salire, ma nonostante ciò la paura lo fece rabbrividire perché quelle bocche spalancate erano solo lì ad aspettare una sua caduta.

D'istinto strinse maggiormente le gambe intorno al ramo su cui era seduto e cercando di non lasciarsi comandare dalla paura premette ancora una volta il grilletto, poi anche una seconda.

Rimase immobile e in completo silenzio: Yoongi aveva anch'egli terminato il proprio compito e attese per sentire se vi fossero altri zombie in avvicinamento.

Nessun rumore strano.

Jimin sospirò di sollievo quando poté finalmente riporre la pistola nella fondina e afferrando il ramo si lasciò penzolare da esso per raggiungere quello al di sotto.

Saltò da esso in contemporanea con Yoongi, ma lo ignorò perché i suoi occhi erano fissi sul cancello chiuso dal pesante lucchetto che tante volte aveva visto aprirsi durante le estati della sua infanzia.

La sua mano era già infilata in tasca e stretta intorno alla chiave.

Ebbe bisogno di fare tre tentativi prima di riuscire ad aprirle il lucchetto perché le sue mani tremavano come le ultime foglie che ancora lottavano per resistere ai gelidi venti di fine autunno che ormai quotidianamente le scuotevano.

Dovette stringere il polso destro con la mano sinistra per riuscire a bloccare i tremori quel tanto che bastava per infilare quella maledetta chiave e non appena percepì la resistenza degli ingranaggi diminuire fino a sbloccare la serratura si sentì pervadere di energia nuova.

Lasciò cadere la catena a terra, che tanto il cancello lo avrebbe richiuso dall'interno con i ganci appositi, e subito alzò le braccia richiamando l'altro ragazzo: era il momento di far partire Seokjin.

Yoongi corse via nel cuore del bosco come una gazzella e Jimin rimase solo, l'ingresso appena socchiusa per serrarla immediatamente se fossero arrivati altri zombie ed il respiro trattenuto in attesa di sentire il rombo del motore.

Furono i due minuti più pesanti della sua intera vita, ad ogni secondo i suoi battiti acceleravano e l'ansia rendeva umidi i palmi delle sue mani.

Il fuoristrada che si avvicinava fu quasi una visione celestiale e quando spalancò finalmente il cancello e lo richiuse alle loro spalle il suo cuore era sul punto di esplodere.

Erano dentro.

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SPAZIO POLIPETTA🐙

Finalmente sono arrivati allo chalet! Ve lo aspettavate o avevate timore non ce l'avrebbero fatta?

Spero comunque il capitolo vi sia piaciuto!

Vi avviso già da ora che nel weekend sarò in montagna dove internet va poco e niente, quindi l'orario dell'aggiornamento di sabato potrebbe essere diverso dal solito.

End Of Time [YOONMIN]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora