"Sicuro di volerci provare?"
Jimin annuì con sguardo determinato, la mano stretta a quella di Yoongi.
Erano passati un paio di giorni da quella fatidica serata e fra di loro si era instaurato un legame basato su genuina complicità, qualcosa che Jimin mai aveva pensato sarebbe stato possibile.
Trascorrevano ore a parlare del più e del meno, spesso soli visto che gli altri ragazzi andavano quotidianamente nel bosco o lavoravano in altri punti della base.
Yoongi si era rivelato essere un ragazzo davvero magnifico, con un'incredibile capacità di empatizzare col prossimo senza bisogno di grandi stimoli: gli era sufficiente uno scambio di sguardi per afferrare al volo lo stato d'animo altrui.
E quindi era stato spontaneo per Jimin aprirsi un poco alla volta.
Aveva ancora parecchia strada da fare prima di poter dire di sentirsi a proprio agio al cento per cento, ma di passi avanti ne aveva indubbiamente fatti parecchi.
"Tieniti stretto, che casomai ti sorreggo."
Il corvino aumentò la stretta sulle dita di Jimin: voleva provare a poggiare il piede e camminare un pochino, adesso che la sua caviglia si era sgonfiata e aveva un colore leggermente rosato anziché viola.
Seokjin li osservava da un lato, pronto ad intervenire nel caso avessero perso l'equilibrio e fossero di conseguenza caduti come sacchi di patate.
Aveva già espresso i suoi dubbi a riguardo, ché attendere la complera scomparsa del rossore sarebbe stato meglio, ma Jimin era più testardo di un mulo.
Il minore fece una smorfia di dolore quando posò il piede sul pavimento, ma dopo una piccola fitta iniziale percepì solo un leggero formicolio che andò via via scemando nel mentre che compiva qualche passo incerto.
Lasciò la mano di Yoongi per provare a camminare anche da solo e una volta fatti un paio di metri un sorriso trionfante si dipinse sulle sue labbra: ce la faceva, riusciva a camminare di nuovo!
"Fortuna che era solo una storta... congratulazioni Jimin."
"Grazie hyung, ma è solo grazie a voi se mi sono potuto riposare per riprendere le forze."
Seokjin gli diede una rapida pacca sulla spalla e un po' più indietro Yoongi li guardava con espressione assente, quasi triste.
Non riusciva a congratularsi con Jimin, non quando il suo camminare senza problemi voleva dire che era di nuovo capace di arrangiarsi.
Adesso che stava bene se ne sarebbe andato? Oppure aveva deciso di rimanere?
Lui non lo sapeva, quell'argomento era un tabù nelle loro conversazioni e rispettava appieno il diritto di Jimin di non parlarne, ma avrebbe dato qualsiasi cosa pur di sapere cosa frullava in quella testolina.
Perché all'idea del castano da solo in mezzo a quel bosco che pullulava di zombie una serie di brividi gli attraversò l'intero corpo.
Voleva disperatamente aiutarlo, ma come avrebbe fatto se Jimin avesse deciso di abbandonarli? Come poteva stargi accanto se fosse tornato a girovagare per conto suo?
Sapeva perfettamente il perché sentisse quel bisogno quasi viscerale di essergli vicino, lo sapeva con certezza matematica che dietro quel desiderio non vi erano semplici altruismo e generosità.
No, c'era qualcosa di decisamente più profondo che si nascondeva sotto quella spessa e viscosa ansia che gli riempiva i polmoni ogni volta che immaginava Jimin in mezzo agli zombie senza nessuno a proteggerlo.
Qualcosa che non avrebbe dovuto provare.
Scosse il capo nel tentativo di non pensarci ed uscì dal dormitorio in tutta fretta senza dire una parola scendendo le ripide scale per raggiungere gli altri intenti ad aggiornare l'inventario.
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End Of Time [YOONMIN]
FanfictionGli zombie vagano liberi in un mondo ormai collassato dove ognuno pensa a sé stesso. Jimin riesce a sfuggire a morte certa grazie all'arrivo di Yoongi che lo invita ad unirsi a lui e ad altri cinque ragazzi. Unendo le forze riusciranno a superare l'...