Capitolo 3

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"C'è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando stai solo, resti nessuno" (Luigi Pirandello)

Camilla's pov

Al suono della campanella mi alzo di scatto e corro in bagno. Cavolo l'ho trattenuta per due ore di fila!

Appena entro nella toilette sento qualcuno ansimare. Non mi dite che lo stanno facendo nel bagno cavolo! Bleh! Solo dopo però devo ricredermi perché quei respiri soffocati diventano poi singhiozzi. Qualcuno sta piangendo! Così, presa dal mio istinto busso dolcemente alla porta chiusa per poi chiedere, sempre con dolcezza "Ehi, tutto bene?" quei singhiozzi vengono respinti e poi sento solo "S-si" soffocato ma aspetta...Riconosco quella voce, Georgia!

Apro subito la porta per poi vederla lì, accovacciata sotto il wc con il trucco tutto sbavato, li occhi rossi dal pianto e l'indignazione e la paura dipinta in faccia, cavolo! "Giogiò!" subito le vado incontro accovacciandomi anch'io per poi abbracciarla. La stringo forte e nel mentre le accarezzo con delicatezza i capelli "Cos'è successo'" e poi le bacio la fronte "C-Christian" dice soffocando poi un singhiozzo "L-lui è uno stronzo!" afferma con un crescendo per poi urlare e alzarsi in piedi.

Io, cercando di non farmi sopraffare dalle emozioni che mi provoca il solo sentir nominare quel nome  mantengo la calma per poi avvicinarmi e chiederle "Che ha fatto?" "Lui non vuole...Non vuole..." finisce per poi sussurrare "Non vuole una relazione con te?'" chiedo incerta, pensando di aver capito male "Sì, e mi ha anche chiamata puttana!" "Coosa!" urlo anch'io con gli occhi fuori dalle orbite. Non è possibile! Lui non è...Anzi, non era così! "Già" conferma Georgia per poi ricominciare a piangere.

"Georgia" dico severa, lei si gira e smettendo di piangere mi guarda impaurita "Tu non devi farti abbattere da queste cose capito?" lei invece scuote la testa per poi abbassare lo sguardo "Georgia, sono seria, guardami" ma lei...Lei non lo fa, non ci riesce "Georgia tu non sei una puttana!" lei alza il capo e un piccolo sorriso le si increspa sulle labbra "Lui, invece, è uno stronzo , puttaniere, un depravato, ipocrita insomma i peggiori aggettivi attribuiscili a lui!" e dopo alcuni secondi di silenzio mi viene incontro e mi abbraccia.

***

E dopo aver pranzato in mensa con le mie amiche mi tocca tornare a casa. Lo so, per molti sarebbe stato una liberazione sentire queste tre parole: tornare-a-casa, ma per me invece, al contrario di tutti, è come nominare l'inferno. Nonostante ciò, devo andarci, perché purtroppo non sono ancora maggiorenne ma sotto la tutela dei miei genitori.

Sono davanti la porta di casa da ben mezz'ora e beh...Non ho il coraggio di infilare le maledette chiavi, che mi aprono ogni santo giorno la porta dell'inferno, nella serratura. Ma, stranamente oggi non sento niente, niente urla o oggetti che si rompono, strano...Così, presa da un momento di fiducia e sicurezza apro finalmente la porta; inizialmente non vedo nessuno né mia madre né mio padre ma solo dopo chiudendomi la porta alle spalle e dirigendomi in cucina per prendere un bicchiere d'acqua trovo mia madre e mio padre seduti al tavolo con altri due signori, probabilmente marito e moglie date le fedi che indossano.

"Benissimo, allora a stasera" dice la donna ancora a me sconosciuta per poi alzarsi insieme al suo accompagnatore "Camilla" dicono insieme appena si girano e notano la mia presenza, io mi esprimo con un'espressione un po' stranita, insomma non li ho mai visti, almeno penso. Come fanno a conoscermi?

"Ma come non ti ricordi di noi? Siamo i genitori di Christian!" esclamano entusiasti, io invece spalanco gli occhi dalla sorpresa, cavolo la mia memoria inizia a scarseggiare o sono loro che sono cambiati così tanto "Oh, sì certo scusatemi. Come state?" chiedo cordialmente "Oh tutto bene grazie tesoro, tu come stai?" mi chiede gioviale la mamma di Christian "Tutto bene, grazie. Mi ha fatto piacere rincontrarvi" esclamo con un sorrisone stampato in volto "Piacere nostro. Bene noi dobbiamo salutarvi. A stasera!" risponde la donna per poi salutare tutti con due teneri baci sulle guance e uscire di casa.

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