Capitolo 3 (Emily)

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Il corridoio è quasi deserto, lo sarebbe del tutto se non fosse per quei pochi studenti in ritardo, che camminano velocemente verso la loro aula. Mi sento persa in un mare di pensieri confusi, mentre le parole di Simon risuonano nella mia mente come un eco fastidioso. Cerco di scuotere via quelle sensazioni negative, ma è come se si fossero radicate dentro di me, pronte a tormentarmi in ogni momento.

Di conseguenza, decido che un po' di tranquillità potrebbe aiutarmi a riordinare la mia mente, così mi dirigo verso la biblioteca.

Mentre attraverso il corridoio, la sensazione di essere osservata persiste, anche se so che è solo una mia paranoia, che si diverte a giocarmi brutti scherzi.

Quando arrivo a destinazione, il silenzio rassicurante mi avvolge come una coperta, facendomi sentire un po' più al sicuro. Mentre vado verso il mio angolo preferito, ovvero quello vicino alla finestra, noto qualcuno seduto ad uno dei tavoli. È Daniel, il mio migliore amico.

Le mie labbra si incurvano spontaneamente nel giro di pochi millisecondi. Mi avvicino a lui. "Ciao, Daniel," lo saluto, sentendomi improvvisamente sollevata da tutto.

Alza lo sguardo dai suoi libri e mi sorride calorosamente. "Ehi, Emily," risponde. "Che piacevole sorpresa! Un attimo... non dovresti essere al corso di sociologia?"

"Oh, ehm, sì, dovrei," balbetto. "Sono stata cacciata dalla classe"

Solleva un sopracciglio, chiaramente sorpreso. "Ti hanno cacciata dalla classe? Cos'è successo?"

Respiro profondamente, cercando di raccontare la storia nel modo più conciso possibile. "Diciamo che ho avuto una lite con Simon. Ha iniziato a provocarmi e quel litigio è diventato leggermente...più grande"

Spalanca gli occhi e apre la bocca con fare scioccato. "Aspetta, intendi quel biondino favoloso che sembra un modello?"

Accenno un sì con la testa.

"Non mi sorprende per niente," dice con un'espressione di disapprovazione. "Quel tipo ha sempre avuto una propensione per le provocazioni e le battute pesanti"

Si ferma un attimo e poi continua a parlare "Una volta ero una festa di Amelia e Simon aveva fatto sesso con Clare. Fino a qui diresti "Beh, nulla di grave", se non fosse che subito dopo, davanti la piscina, l'ha umiliata davanti a tutti. Dico solo che è scappata in lacrime, e lei non piange mai"

Quel ragazzo sembra essere una scatola piena di sorprese sgradevoli.

Mi domando che tipo di persona possa essere, cosa abbia al posto del cuore per agire in modo così spregevole. Non è solo una questione di egoismo o mancanza di empatia, è qualcosa di molto più profondo, qualcosa che non riesco ancora a capire appieno.

La mia decisione di tenermi alla larga da lui è stata rafforzata da quel racconto. Non posso rischiare di essere coinvolta in un gioco così pericoloso, di diventare vittima delle sue manipolazioni o della sua crudeltà. Devo rimanere forte e concentrata sul mio percorso, senza lasciare che lui o le sue azioni mi deviino dalla mia strada. Ho già diversi problemi con Thomas, e li ho appena risolti in parte, non voglio trovarmi nuovamente in una tempesta.

Mi guarda con un'espressione di preoccupazione mista a compassione. "Emily, capisco che Simon possa sembrare affascinante o intrigante a prima vista, ma ti prego, stai alla larga da lui. Non è una persona di cui puoi fidarti, e non voglio vederti coinvolta in qualche dramma o situazione spiacevole a causa sua. Già hai troppi drammi con quel cretino di Thomas"

"Non ti preoccupare, Daniel," rispondo con fermezza, "Simon non è per niente il tipo di persona che mi interessa. Non ho alcuna intenzione di finire coinvolta nei suoi giochetti. Ma poi come fai a pensare che io possa interessare uno come lui?"

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