Capitolo 5 (Emily)

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Mi siedo sul marciapiede, sentendomi sfinita e vulnerabile, mentre la realtà di quanto è appena accaduto mi investe con tutta la sua crudele forza. Simon si mette accanto a me, è come un'ombra solida nel buio della notte, e dopotutto, sento una strana sensazione di sicurezza nella sua presenza.

Per un istante, non diciamo nulla, lasciando che il silenzio sia l'unico compagno dei nostri pensieri turbolenti. Il vento leggero accarezza i miei capelli, portando con sé un sussurro di tranquillità nella notte agitata.

Riesco a sentire il calore del suo corpo accanto al mio, una presenza rassicurante in un mondo che sembra crollare. E in quel momento, tutte le barriere che avevo eretto tra di noi sembrano svanire, lasciando spazio a una connessione fragile, ma reale.

"Stai bene?" chiede con voce morbida come una carezza, mentre mi guarda con occhi preoccupati.

Annuisco debolmente, incapace di trovare le parole per esprimere la mia gratitudine nei suoi confronti.

"Ok, allora io vado. Ci si vede in giro" borbotta quasi casualmente, come se l'intera situazione fosse solo un piccolo incidente di percorso.

Mi ritrovo a guardarlo con uno sguardo confuso, incapace di comprendere la sua repentina decisione di allontanarsi. "Aspetta, sei serio?" chiedo con un sussurro sommesso nella notte.

La sua risposta è un semplice annuire, eppure, nonostante il suo atteggiamento apparentemente indifferente, posso percepire una tensione sottostante nei suoi movimenti. "Sì, è meglio che vada," ribatte. "Oppure hai paura del buio? Unicorno" aggiunge con una punta di scherzo nella voce.

Alzo lo sguardo verso di lui, cercando di decifrare l'espressione sul suo volto. È quasi come se stesse cercando di nascondere qualcosa dietro il suo atteggiamento. "Non è quello" rispondo con fermezza.

La mia voce tremante è appena percettibile nel buio della notte.

Simon si riavvicina a me, la sua presenza è improvvisamente avvolgente. Si siede accanto a me sul marciapiede. "Allora cosa c'è?" chiede con una curiosità genuina.

I suoi occhi sono fissi ai miei come se volesse davvero capire.

"È complicato" rispondo, cercando di mascherare la confusione dietro un velo di indifferenza.

Il biondo sembra percepire la mia lotta interiore, ma anziché indugiare, si alza in piedi di scatto "Vieni con me," mormora, con una voce che sembra essere un invito malizioso, il quale mi fa rabbrividire.

Lo guardo, il suo volto è illuminato in parte dalla luce fioca della notte. I suoi occhi brillano nell'oscurità con un'intensità che sembra penetrare fino alla mia anima, mentre i suoi lineamenti scolpiti sono accentuati dalle ombre notturne. Invece, i suoi capelli biondi, selvaggi e ribelli, cadono sulla sua fronte con un'eleganza disordinata.

Mentre le vene pulsanti delle sue braccia rivelano la potenza contenuta nel suo corpo.

Ogni suo movimento è fluido, sicuro, come se fosse consapevole del suo fascino e ne gioisse.

Mi fissa con un sorriso, malizioso e seducente, che fa emergere le sue fossette sulle guance e in me si accende una fiamma di desiderio nel petto.

Lui è come una poesia proibita, una tentazione che mi spinge oltre i limiti della ragione. E mentre mi perdo nel suo sguardo magnetico, so che c'è qualcosa in lui che mi attira inesorabilmente, come una falena attratta dalla luce.

"Oi Unicorno, ti sei persa dentro i miei occhi" dice con tono divertito.

Il suo sorriso diventa ancora più ampio, come se sapesse esattamente l'effetto che ha su di me. "Non preoccuparti, Unicorno, non è un brutto posto dove perdersi, forse." mormora con un sottile tono di sfida, mentre si sporge leggermente verso di me. Il mio imbarazzo cresce, sento il calore salire alle guance mentre barbuglio qualche parola di risposta. "Sì sì, ven...vengo"

IL CUSTODE DELLE STELLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora