Capitolo 11 (Emily)

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Daniel è andato via già da un po' di tempo e ho già comunicato tutta la situazione a Tasha. Come sempre, lei ha reagito con una combinazione di preoccupazione e pragmatismo. Commentando sia Thomas che Simon.

"Thomas è sempre stato un idiota. Si crede chissà chi solo perché è bravo a basket e ha un aspetto decente. Ma sotto quella facciata da riccone è vuoto. E tu, Emily, meriti molto di più che un ragazzo che ti usa solo per sentirsi meglio."

Invece riguardo al secondo ha detto "Simon è un caso a parte. È affascinante, lo capisco, ma è anche estremamente complicato. E non nel modo romantico che pensi. Ha problemi, Emily, problemi seri. Non puoi risolverli solo stando vicino a lui. Non puoi salvare chi non vuole essere salvato."

Ripensando a queste parole, non posso fare a meno di riflettere su cosa penso davvero di Simon. Vero, mi affascina in un modo che non so spiegare. C'è qualcosa in lui, un dolore profondo che riesco a percepire sotto la sua armatura da cavaliere. Forse è questa sofferenza nascosta che mi attrae, come se volessi trovare un modo per alleviarla, per vedere chi è davvero quando tutte le sue difese sono abbassate.

Ma allo stesso tempo, le parole di Tasha risuonano nella mia mente. "Non puoi salvare chi non vuole essere salvato." E mi chiedo se sto cercando di fare proprio questo, se la mia attrazione per lui non è altro che un desiderio mal riposto di aiutare qualcuno che non vuole il mio aiuto.

Il pensiero di quest'ultimo mi confonde, mi fa sentire come se stessi camminando su una fune sospesa nel vuoto, senza sapere se alla fine troverò una salvezza o una caduta. Ma c'è anche una scintilla di speranza, un'intuizione che mi dice che dietro quella maschera c'è qualcosa di più, qualcosa di vero e prezioso che merita di essere scoperto.

Non posso fare a meno di pensare a come sarebbe riuscire a entrare davvero nel suo mondo, semplicemente vedere oltre. Forse è una follia, forse è solo un sogno irrealizzabile. Ma una parte di me vuole provarci.

Butto questi pensieri nell'aldilà del sipario della mente, appena sento il telefono squillare.

È mia madre.

E se fosse arrivata anche a lei la voce di ciò che è appena accaduto? No. Non lo dovrà mai sapere.

"Pronto?" rispondo, cercando di mantenere un tono neutro.

"Ciao, cara, come vanno le cose con Thomas?" chiede con quella sua solita voce carica di entusiasmo. Un entusiasmo che riserva sempre a lui e mai a me.

Sospiro per il sollievo. Non le è arrivata la notizia. 

"Va tutto bene, mamma. Come mai mi chiami?"

"Beh, ho delle novità," dice, e la sua voce si fa più seria. "La casa è stata venduta."

"Venduta? Ma... cosa intendi?" chiedo, il cuore che comincia a battere più forte.

"La casa, Emily. Deve essere liberata entro domani. Ho già avviato le pratiche per il trasloco, ma tu devi trovare un altro posto dove stare."

"Domani?" ripeto incredula. "Ma, mamma, come faccio a trovare un alloggio così in fretta?"

"Lo so, tesoro. È un po' improvviso, ma sono sicura che ce la farai. Thomas non potrebbe ospitarti per un po'? La sua famiglia ha così tanto spazio."

Non riesco a credere a quello che sto sentendo. Mia madre è sempre così pronta a glorificare Thomas e la sua famiglia, ma non ha idea di quanto tutto sia complicato in questo momento. "Non credo che sia una buona idea, mamma," rispondo mantenendo la calma. "Troverò un'altra soluzione."

"Va bene, cucciola mia. Mi dispiace metterti in questa situazione, ma vedrai che andrà tutto bene. Sei una ragazza forte."

Chiudo la chiamata, sentendomi sopraffatta. Ho meno di ventiquattro ore per trovare un posto dove vivere. Thomas è fuori questione, e l'idea di chiedere aiuto a Simon è altrettanto impensabile. Tuttavia, un pensiero mi attraversa la mente: Tasha.

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