IV. Ne vale la pena

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Niall lanciava una pallina di gomma a terra per ingannare l'attesa.

Lanciata. Rimbalzo contro il pavimento. Rimbalzo contro il muro. Afferrata. Lanciata....

Abitando in quella via da tutta la vita e passando buona parte del suo tempo davanti alla finestra sopra la porta, aveva ormai memorizzato molte delle cose che accadevano con una certa ritmicità.

Evento a cui non era mai riuscito ad essere indifferente era la passeggiata di un ragazzo e del suo cane, verso fine giornata, che passavano sempre illuminati dai raggi arancioni del sole morente e tornavano nella luce azzurrina del crepuscolo, quando la luminosità presente è dovuta alla rifrazione dell'atmosfera.

Aveva apprezzato sin dall'inizio quella coincidenza, una puntualità dettata dal cielo anziché dall'orologio, e quel venerdì fu particolarmente felice di essersene accorto perché aveva la possibilità di incrociare Zayn per avvisarlo, sebbene all'ultimo minuto, dei piani fatti con Harry quel pomeriggio.

Quel ragazzo si era presentato a casa sua senza preavviso, giustificato dall'etica "Io non perdo mai l'occasione di conoscere qualcuno" e Maura, più che Niall, lo aveva accolto a braccia aperte, abbagliata dall'idea che il figlio avesse un amico.

Quando poi, alla terza tipologia di stuzzichini che Maura aveva offerto a Harry, Niall era finalmente riuscito a convincerla a lasciarli soli, il riccio aveva iniziato ad elencare le sue nobili intenzioni, senza un commento sul suo tornaconto personale.

Ovviamente ce l'avrà, ma non è ancora arrivato il momento per svelarlo pensò Niall, omettendo anche lui il vero motivo per cui avrebbe avuto piacere a impegnarsi in un'operazione del genere.

Ce ne sarebbe stato tutto il tempo in futuro, l'importante era accendere la miccia, permettere alla scintilla di incendiare qualcosa e modificare irrimediabilmente ciò che c'era intorno.

A come proteggerla dal vento, Niall ci avrebbe pensato più avanti. Un passo alla volta.

Harry si era dimostrato subito estremamente sveglio e pieno di possibilità, vagliava ogni opzione ed era estremamente con i piedi per terra, sembrava avere un sesto senso per le proposte che avrebbero potuto avvicinare o allontanare gli altri.

Era empatico ed attento all'altra persona senza neppure accorgersene, si vedeva che gli veniva spontaneo fare questi pensieri e Niall non poté fare altro che ammirarlo e seguire il suo filo di pensieri, sistemando qualcosa qua e là ma fondamentalmente seguendo la sua idea in tutto per tutto.

Funzionavano bene come squadra, pensò il biondo ironicamente.

Più le quattro del pomeriggio si avvicinavano, più Harry iniziava a controllare freneticamente l'orario.

«Devi andare?» aveva chiesto Niall, cercando di nascondere la sua delusione. Era stato bello passare delle ore diverse del solito, con una nuova compagnia e nuove prospettive eppure, come ogni incantesimo che si rispetti, tutti i bei momenti finiscono.

«Se non sbaglio, i corsi pomeridiani della scuola di Liam finiscono alle sedici, quindi serve che mi sbrighi se non vogliamo perdere l'unica possibilità a noi conosciuta di intercettare Louis prima di sera» aveva risposto Harry, alzandosi dalla sedia e facendogli un cenno di saluto quando ormai era sulla porta «A te tocca Zayn»

Poi se ne era andato, abbandonando per ore Niall a quella noiosa attesa.

Lanciare la pallina, guardarla rimbalzare, far cadere l'occhio oltre il davanzale, prendere la pallina al volo...

Il ragazzo biondo, appoggiato al muro azzurro della sua stanza, invaso dalla noia e dall'impotenza, iniziava a vedere quella situazione come una presa in giro.

Should We Just Keep Driving?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora