Il Red Iron Pub, conosciuto presso gli abitanti di Oak Springs anche come Rub, era un intimo locale che a un turista qualsiasi avrebbe ricordato una classica steak house texana, contaminata però da una penombra e da un atmosfera tranquilla che richiamavano i tipici pub scozzesi.
Per la sua versatilità il locale era stato molto apprezzato e frequentato da tutte le fasce d'età sin dalla sua apertura- sette anni prima- ed era diventato il principale ristorante del paese, allargandosi anche nello stabile adiacente quando c'era stato bisogno di ampliare gli spazi.
Una grande insegna bordeaux, che recava scritto il nome del locale in caratteri bianchi, affiancato dall'immagine del busto di un cervo, dava il benvenuto da sopra la soglia, che immetteva in un piccolo ingresso dalle pareti lignee rivestite di cartelloni che pubblicizzavano le specialità del locale. Delle porte scorrevoli, poi, davano accesso all'ariosa seppur scura, sala da pranzo occupata da tavoli rettangolari da due persone o circolari, che venivano assemblati in modo da dare posto al maggior numero di clienti, seduti su semplici sedie di legno scuro e trattato, simile a quello delle travi decorative che percorrevano il soffitto formando dei raggi che si allargavano dal bancone bar, dove venivano servite le bevande per chi si avvaleva della sola funzione pub.
Soprattutto durante le ore serali, per dare maggiore sensazione di privacy alle tavolate, i proprietari erano soliti sistemare dei bassi recinti, all'apparenza costituiti dello stesso materiale delle sedie e dei tavoli, a delimitare diverse zone della grande sala.
I cinque ragazzi, avendo prenotato con poco preavviso ed essendo pochi, erano stati sistemati a uno dei tavoli rotondi posti all'estremità della stanza, circondati da piccoli tavoli occupati da famiglie o deserti.
Anche il tavolo 67, occupato da Liam, Zayn, Louis, Niall e Harry, era così silenzioso da far pensare che fosse vuoto, ma dopo aver ordinato i panini e aver ingerito un sufficiente quantitativo di zuccheri e caffeina, l'interazione tra i cinque tornò quella a cui erano abituati.
Alla prima battuta di Louis e alla conseguente risposta di Niall, Zayn lasciò andare il fiato che involontariamente aveva trattenuto per la tensione e si concesse di sorridere debolmente, prima di riportare l'attenzione sugli amici.
La scintilla che c'era sempre stata tra loro si riaccese come la finta candela che dava bella mostra di sé in mezzo al tavolo, e le strane sedie di legno si trasformarono nei due tronchi ai quali erano abituati, il soffitto del locale fu sostituito dalla scura coltre notturna tempestata di stelle.
Era tutto uguale, solo in un altro luogo.
Liam, accanto a lui, stava raccontando a Niall dei buffi aneddoti sulla sua squadra di football, da chi era stato talmente goffo da inciampare sui suoi stessi piedi e infortunare un avversario a chi aveva bevuto talmente tanto da uscire dallo spogliatoio senza indossare neanche la maglia della divisa.
Poi venne il turno di Harry di raccontare della remota scuola di Little Cork, e anche lui li stupì con i racconti della sua strana congrega, popolata da tutti quelli che, a detta sua, "erano perditempo perché non trovavano il loro posto nel mondo".
Mentre Harry finiva di parlare di un ragazzo che, dopo aver passato il doppio degli anni soliti in quella scuola, con tutte le difficoltà del caso, era riuscito a diventare un produttore di videogiochi, Zayn e Louis si scambiarono un'occhiata: come potevano competere con quelle storie, loro che non avevano nessuna conoscenza al di fuori di quella reciproca?
Fortunatamente, prima che fosse il loro turno, arrivarono gli hamburger e per qualche minuto le attenzioni dei cinque adolescenti furono completamente assorbite da essi, sfrigolanti e ben farciti come raramente ne avevano visti.
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Should We Just Keep Driving?
FanfictionUna piccola cittadina nel deserto e cinque ragazzi in essa imprigionati, ma troppo spaventati per fuggire. Un cane che scappa, motori su di giri in mezzo al nulla, canzoni davanti al fuoco e legami che portano lontano. Zayn erige mura perchè non vuo...