La mensa scolastica era come al solito piena di persone e intasata dal tanfo di sudore e cibo annacquato che accoglieva tutti una volta imboccate le scale che portavano al seminterrato.
Harry, con il suo panino stretto in mano e avvolto nel cellophane, si tenne abilmente a distanza da tutti i vassoi che trasportavano cibo potenzialmente sporcante per la sua nuova camicia di flanella di due tinte diverse di blu e raggiunse il bancone, afferrando un paio di mele. Fece subito inversione a U per farsi strada nella ressa e raggiungere una delle uscite di emergenza che velocizzavano il passaggio all'esterno.
Dopo essersi gettato sul maglione antipanico con tutto il proprio peso, chiuse veloce la porta alle proprie spalle con una spinta e si fermò a respirare l'aria calda di mezzogiorno che gli pareva tuttavia molto più fresca di quella viziata che c'era nella stanza.
Convinto che nessuno avesse notato la sua piccola effrazione- tanto nessuno mangiava mai la frutta della scuola, si sapeva-, proseguì con passo rilassato, godendosi fino alla fine il breve tragitto sotto il sole prima di immergersi in una nuova ressa, meno numerosa ma ugualmente soffocante rispetto alla precedente. Svoltò l'angolo e raggiunse il gruppo di circa venti persone che stava radunato alla base delle scale antincendio.
Prese posto sul marciapiede accanto a Brad, un ragazzo di un anno più grande di lui che era stato bocciato, con gli espressivi occhi nocciola e i capelli lisci dello stesso colore che gli ricadevano sulla fronte con la riga in mezzo, tenuti su da una stretta fascia sportiva.
Era stato il primo ad accoglierlo in quella scuola il suo primo giorno, a prendere posto accanto a lui a lezione e mostrargli tutti i luoghi di cui doveva sapere la collocazione.
A fine giornata Brad lo aveva anche portato a conoscere il suo gruppo di amici e Harry aveva iniziato a trascorrere con loro tutte le pause pranzo, mangiando il suo sandwich prosciutto e maionese preparato con tanta cura da sua mamma mentre altri ragazzi del gruppo si abbuffavano di cheeseburger presi al fast-food dietro l'angolo, accompagnati dalle loro magrissime e truccatissime ragazze che invece sbocconcellavano solo qualche patatina tra una sigaretta e l'altra.Trovarsi a disagio in quel gruppo di adolescenti impostati e perfettamente al passo con i peggiori timori dei loro genitori era tanto facile quanto unirsi alle risate generali dopo la battuta di uno dei ragazzi più simpatici. In quei casi il divertimento non era un optional, si era proprio tenuti ad esprimerlo per non ricevere occhiate di sdegno che non avevano bisogno di traduzioni.
Harry aveva impiegato qualche giorno per rendersi conto che quel gruppo non era ciò che cercava, che degli adolescenti più grandi che ridevano in faccia alla vita e la sporcavano con tutto ciò che potevano come se ne avessero già avuto abbastanza del male che essa poteva procurare loro non erano ciò che aveva cercato quando era scappato a gambe levate da Oak Springs, alla ricerca di una realtà più grande che lo facesse sentire piccolo come gli alberi del Nebraska tra i quali aveva trascorso la sua primissima infanzia.
Tuttavia era rimasto lì, solo per un giorno aveva tentato di trovare qualcun altro, ma aveva presto capito che ormai era tutto fatto, aveva trovato la sua sezione senza neppure rendersene conto, e dei semplici confini erano diventati barriere, impossibili da superare a meno di diventare uno Stato a sé. E Harry, spaventato dalla solitudine, non avrebbe mai risposto di sì a quell'ultima opzione.
Si era dunque adattato, integrandosi così bene nel gruppo da far credere, talvolta persino a sé stesso, che fosse quello il suo posto, in un gruppo di ragazzi disadattati in una cittadina in mezzo al deserto, soffocato da caldo e aspettative, cui rispondeva sempre con un sorriso smagliante e fiero, sebbene fosse tutto il contrario di ciò che sentiva dentro.
Aveva passato i primi mesi a piangere sfinito nel letto a tarda notte, quando nessuno lo sentiva, a crogiolarsi nel dolore e nell'indecisione del suo perpetrare lungo quella strada che sapeva essere sbagliata sin dal primo momento.
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Should We Just Keep Driving?
Fiksi PenggemarUna piccola cittadina nel deserto e cinque ragazzi in essa imprigionati, ma troppo spaventati per fuggire. Un cane che scappa, motori su di giri in mezzo al nulla, canzoni davanti al fuoco e legami che portano lontano. Zayn erige mura perchè non vuo...