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Il giorno seguente è un delirio: Derek ama davvero suo figlio e farebbe davvero qualsiasi cosa per lui ma si era abituato alla tranquillità e alla solitudine e averlo di colpo attorno intento ad organizzargli la giornata lo ha destabilizzato. Hanno passato l'intera mattinata a decorare la casa in vista del Natale. Derek odia tutte quelle luci con ogni fibra del suo essere tanto quanto Eli le ama. E per vedere i suoi occhi felici Derek è disposto a sopportarle per qualche giorno. "Ma il primo Gennaio smonti tutto."

"Dai, papà, almeno il due."
E Derek già sa che dovrà farlo lui dopo la partenza di suo figlio.

Nel pomeriggio Eli riesce a convincerlo ad andare al centro commerciale perché: "Papà abbiamo un albero bellissimo e dobbiamo metterci sotto i regali."

Derek girovaga senza la minima voglia per i negozi mentre Eli sembra attratto da qualsiasi cosa. "Davvero non compri niente?"

"Ho già i pacchetti pronti" ammette Derek.

Eli spalaca la bocca. "Tu che hai già fatto i regali? Chi sei e cosa ne hai fatto di mio padre?"

Derek sbuffa una risata. In realtà sono solo due i regali che ha pronti ma non ha intenzione di farne altri. È solo in quel momento che realizza di non sentire Stiles dalla telefonata della sera prima. Nessun messaggio della buonanotte e nemmeno del buongiorno. Ed è una cosa estremamente insolita. Eli è sul punto di lanciarsi dentro l'ennesimo negozio. "Ho bisogno di una boccata d'aria. Ti aspetto alla macchina" dice allontandosi.

Una volta uscito prende in mano il telefono e fa partire la chiamata. Per un momento teme di non ricevere risposta ma, invece, Stiles risponde al terzo squillo. "Ciao, ragazzone. Ora sei libero?"

Derek non riesce bene a decifrare cosa si cela nel tono della voce di Stiles ma il suo lupo ne sembra quasi compiaciuto. "Direi di no. Ma sono riuscito a fuggire dal centro commerciale e ho qualche minuto libero. Spero."

"Ancora il tuo impegno?"

"Lo amo, davvero. Ma non mi ricordavo fosse così impegnativo averlo attorno."

"Lo ami..."

E in quel momento Derek collega tutti i tasselli. "No, Stiles. Non è quello che pensi. So che abbiamo parlato di molte cose ma non di questa. In realtà perché non credevo poteste incontrarvi perché non era previsto che venisse qua ma è successo e..."

"Non avrei mai creduto di doverlo dire ma... ehi, Der, rallenta. Cosa non mi hai detto?"

"Ho un figlio" butta fuori tutto d'un fiato.

"Hai un figlio."

"Sì. L'ho avuto poco dopo che te ne sei andato. Forse avrei dovuto dirtelo prima, lo so. Ma non mi è mai sembrato il momento adatto."

"E la madre?"

"Lo ha lasciato a me poco dopo la sua nascita. Lo vede ogni tanto ma diciamo che non è una presenza fissa nelle nostre vite."

"Hai una compagna? O un compagno?"

Sì, tu vorrebbe rispondergli. Ma non può. Non ancora. "No. Sono... sono solo."

"Oh, bene. Anch'io sono solo. E atterro prima del previsto. Hanno messo brutto quindi ho spostato il volo a domani."

"Domani?"

"È un problema?"

"Posso venire a prenderti io?"

"Mi piacerebbe molto."

"Perfetto. Fammi sapere luogo e ora."

"Andata. A domani, Der."

E domani arriva fin troppo alla svelta nonostante Derek non sia quasi riuscito a chiudere occhio per la tensione: non vede Stiles da quasi vent'anni e non ha davvero idea di cosa aspettarsi da quell'incontro. È il suo compagno quindi non ha il minimo dubbio sulla reazione che avrà ma... Stiles cosa penserà di lui rivedendolo? Vedendolo più vecchio e diverso da quello che ha lasciato. "Papà sei un vecchietto molto figo. Non credo dovresti preoccuparti" gli dice Eli abbracciandolo.

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