7. Maschere

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Uno schiaffo

Un pugno

La mia maglia lacerata

Gli slip strappati

La mia guancia sanguinante

La forza che mi abbandona

Io che mi arrendo

Io che aspetto

Ma niente arriva

Poi il vuoto

Rivivo infinitamente questa sequenza di eventi, non sono pronta a tornare a casa, desidero solo nascondermi dal mondo nel posto dove nessuno verrà a cercarmi: casa di Ethan.

Quando mi sono svegliata con le lenzuola del suo letto che avvolgevano il mio corpo forse tentando di tenere saldi gli ultimi pezzi rimasti di me stessa, non ho fatto altro che pensare pensare e pensare.

Chiudo gli occhi e lo rivedo su di me, con le dita sfioro il taglio che mi ha lasciato sulla guancia destra, per non parlare del livido sull'altra parte del viso e quello sul collo.

Ethan mi ha spiegato che anche lui quando si avvicina il periodo della morte di Milena di solito va a vedere le prove a teatro. Lo aiuta a superare tutto e capisco benissimo il suo bisogno, è anche il mio.

La musica classica e il balletto sono gli unici modi per sentirla vicina.

Non scorderò mai lo sguardo che Ethan aveva tutte le volte in cui vedeva danzare Milena. Le pupille si dilatavano e iniziavano a brillare, lei sapeva con un solo paio di scarpette, incantare tutti i presenti.

Zachary a volte suonava pezzi classici per lei, ricordo ancora i passi improvvisati di mia sorella nel suo salotto; quando Milena non poteva però lui si divertiva lo stesso a suonare per me, io ero una piccola bambina incantata da quel fluido movimento delle sue mani.

Mi faceva spazio sullo sgabello e passavo i pomeriggi con la testa sulla sua spalla ascoltando ciò che il suo talento aveva da offrirmi. Sorrido ripensandoci.

<Ti ho portato questa pomata per i lividi e alcuni miei vestiti puliti> la voce di Ethan mi risveglia dai miei pensieri. Si avvicina lentamente a me con un grande sorriso che si apre tra le sue labbra. Poggia tutto sul letto e poi si siede su di esso, guarda attentamente il mio viso soffermandosi sul taglio, sembra rammaricato. <Mi dispiace tanto Lelia, sarei dovuto intervenire prima, come va adesso?>

Sento di essere stata nuovamente debole, mi sono arresa.
Non sono riuscita a combattere neanche per me stessa.

Sforzo un sorriso per rassicurarlo cercando di mettere a tacere la parte di me che in questo momento vorrebbe solo essere lasciata in pace.

<Il peggio è passato, devo solo curare la mia povera faccia>

<Non c'è solo il tuo viso da curare vero?> un sorrisetto fa capolino dalla sua bocca. <Anche se non ci vediamo da tanto, vedo ancora la piccola Lelia che tiene tutto dentro di se>
Anche se l'ultima volta che ci siamo visti non mi considerava più così piccola.

Prova ad accarezzarmi il braccio ma lo sposto immediatamente, mi sento ancora sporca non voglio essere toccata.

<Allora se lo sai non chiedere Ethan perché non te lo direi comunque>

<Lei non avrebbe voluto questo per te,non tenerti tutto dentro>
Prova disperatamente a guidare i miei occhi nei suoi, sposta la testa da destra a sinistra per attirare la mia attenzione, ma non voglio più sentire niente.

<Non sembrava ti importasse di lei due anni fa> gli ricordo però non riesco ancora a guardarlo direttamente.

<Sono cambiato, voglio solo aiutarti Lelia> il suo indice fa leva sul mio mento per alzare il mio sguardo sul suo, sembra sincero mentre mi sorride gentilmente.

Una rosa senza spineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora