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Amburgo, Germania, corre l'anno 2007 e ho sempre vissuto nella mia città originaria. A scuola non mi trovo tanto bene a causa soprattutto dei miei compagni che a quanto pare loro pensano di avere un buon motivo per odiarmi.
Io non ne sono ancora a conoscenza ma... o me lo dicono o lo scopro da sola, semplice.

Siamo in pieno maggio e per questo la scuola voleva dire solo una marea di verifiche e interrogazioni, ma so che lo sto facendo solo per una cosa: l'estate... e forse anche per qualche personcina.

14 MAGGIO

Mamma: Ady svegliati o verrò io a prenderti con la mia forza!
Ady: Si mamma arrivo, ma calmati!
Scendo e penso che sia da quattro giorni che non mangio a per colpa dello studio e dei miei pensieri intrusivi, una fame da lupi. Sul tavolo trovai una mela, una fottutissima mela, ma in quel momento pur di mangiare avrei dato milioni quindi la presi e le diedi un morso che venne seguito da tutti gli altri.

In ogni caso di fretta la mangiai, erano già le 7:45 e la scuola inizia alle 8:00. Mi dirigo in camera mia e con stanchezza e confusione cerco di prendere dei vestiti decenti. Misi dei parachute neri, un top bianco con una stella nera, una giacca del medesimo colore e delle airforce 1.
Pettinai i capelli e attaccai i ciuffetti che cadevano davanti con una molletti a tirandoli all'indietro e misi del semplice mascara.
Ero pronta e subito scesi le scale cercando di non cadere e decisi di mettermi un po' di correttore e illuminante ormai a scuola. Avevo un'interrogazione a prima ora e non potevo perdermela, valeva su voto finale.

Arrivo a scuola e mi dirigo verso la mia classe. Ora mi trovo davanti a una grande difficoltà, anzi grandissima: entrare e non sentirmi a disagio.
Un respiro profondo e aprii la porta, un colpo secco, quegli occhi erano puntato tutti su di me. Quegli sguardi erano seguiti da risatine e schiamazzi ma lasciai perdere mostrandomi forte e indistruttibile, quello che in realtà non ero e non sono mai stata.

6 ORE DOPO

Siamo finalmente pronti per uscire e io come sempre sopporto Madison attaccata a me per parlarmi del suo unico e più grande amore, i Tokio Hotel. Anche a me piacciono e il nostro sogno era solo uno, quello di incontrarli.
Arrivammo a casa a piedi e durante il tragitto le chiesi se volesse venire a casa mia giusto per scambiarci due parole.

Arrivate pranzammo.
Madison: Tutto buonissimo, come sempre, signora Müller. Disse con un sorrisino guardando mia madre, lei ricambiò.

Salimmo in camera e si sedette con furia sul mio letto, sembrava entusiasta.
Ady: Madi, tutto apposto? Non ti ho mai visto con quel sorriso stampato in faccia in quel modo.
Madison: Si Ady, tutto apposto. Vorrei solo parlarti di una cosa.
Ady: Quando mi parli così mi spaventi, che devi dirmi? Dissi con un'espressione confusa.
Madison: Niente di che, ho solo due biglietti per il concerto dei Tokio Hotel, è il secondo vorrei darlo a una persona... Disse ridendo rivolgendosi a me.
Ady: Niente di che?! Madi sono felicissima, finalmente potremo incontrare i nostri idoli! Dissi urlando come una pazza senza chiedere nulla.

Ridendo e scherzando passarono tante ore facendosi parecchio tardi. Chiesi quindi a Madison se volesse fermarsi a dormire da me e lei senza esitare aprì il cassetto e si mise un mio pigiama, per poi buttarsi sul letto e coprendosi con una copertina leggera.

Il giorno dopo non andammo a scuola, era ormai troppo tardi per entrare ma noi senza pensarci due volte ci guardammo e ci vestimmo per poi uscire almeno per bere qualcosina.
Ci fermammo in un bar lì vicino per poi sederci in una panchina. Io quel giorno non so assolutamente perché ma non mi sentii molto bene e non avevo nemmeno bevuto chissà che cosa.
Madison ovviamente non si affrettò a parlare dei TH ma io non la stavo ascoltando, non capivo niente e vedevo sfocato. Non rispondendole mentre parlava, Madison se ne accorse, mi guardò e mi vide tutta bianca (almeno così mi disse dopo essermi ripresa). Si spaventò e subito ci dirigemmo verso casa portandomi a braccetto.

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