XI

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Mi trovavo ancora all'interno del bagno e questa volta chiusi a chiave la porta.
Più mi guardavo allo specchio, più lacrime rigavano piano piano il mio viso. Il pianto continuava lentamente fino a quando diventò un pianto esagerato e addirittura singhiozzavo.
Tolsi subito lo sguardo dalla figura di me stessa che era riflessa sullo specchio, diedi un pugno al muro e poi un secondo per poi sbattere la schiena contro il muro strisciandola verso il basso per poi sedermi a terra.
Misi le mani in viso in modo da asciugare le lacrime ma era impossibile, scendevano ininterrottamente.

Sapete, quando piangi non piangi mai solo per il motivo per cui lo stai facendo, ma anche per certe cose che hai passato. Mi vennero in mente i brutti momenti in cui già a tredici anni soffrivo di attacchi di rabbia e non mi affrettai a farlo anche in quel momento.
Sapevo non fosse una cosa giusta ma mi sentivo molto meglio se l'avrei fatto. Quindi mi alzai e diedi pugni al muro senza nemmeno una dignità, senza pietà.

Le mani cominciavano a farmi male e le mie nocche erano rosse e distrutte.

Smisi quindi di colpire la parete e osservai le mie mani e delicatamente toccai le "ferite" che si formarono. Cercavo di trattenermi ma un gemito di dolore scappò dalla mia bocca, smisi di toccare e osservare le mie mani e allungai le mie braccia al mio corpo e chiusi forte i pugni per poi tapparmi la bocca con la mia stessa mano.

TOM'S POV

Dal bagno provenivano dei forti rumori e pensavo fosse successo qualcosa a Ady quindi mi alzai di scatto dal letto lasciando il cellulare in mezzo alle lenzuola. Abbassai la maniglia della porta ma essa era chiusa a chiave e quindi bussai forte. Sentii ad un certo punto silenzio tombale.
Tom: Ady che cazzo stai facendo, apri! Dissi alzando la voce.
Ady: NO! Disse con voce lacrimogena e frustrata.
Tom: APRI CAZZO!

ADY'S POV

Mi lavai subito la faccia e le mani, avevo gli occhi rossi e gonfi come le labbra. Aprii la porta.
Tom: Ady ma che cazzo fai! Perché non hai aperto subito?! Disse e dopo questo il suo sguardo si fiondò sulle mie braccia e poi sulle mie mani che afferrò con forza, le ferite erano ancora fresche e mi bruciavano ancora di più con la sua presa.
Tom: Ady, basta! Ma sei normale? Tutto questo perché?!
Ady: Tu non mi vedi bella! Dissi pingendo e con tono alto.

Tom: Cosa? Cosa cazzo dici Ady! Non è vero! Ti stai forse preoccupando perché pensi che mi piacciano quelle magre? Io ti accetto così come sei, una cosa di questa non ti deve venire nemmeno in mente. A quel punto mi tirò verso l'uscita del bagno e ci dirigemmo sul letto sedendomi su di esso.
Impugnò il telefono e controllò l'ora, erano le 2:34. Posò il cellulare e cominciò.
Tom: Ady, io ti amo. Tu mi conosci e non ho mai detto questo a nessuna perché speravo di trovare il vero amore ma ci riuscii dopo tanto tempo.
Ady, sei tu il mio primo amore e dire "ti amo" a te è stata la cosa più bella che abbia mai provato, ti avrei amato in qualsiasi modo. Non devi farti problemi su questo. Disse, in modo da rassicurarmi, ci riuscì.
Tom: Adesso vai in bagno a sciacquarti le mani, e non fare altro. Annuii e feci quello che mi disse.

TOM'S POV

Finalmente arrivò Ady dal bagno.
Tom: Perché ci sei stata così tanto?
Ady: Ho disinfettato le mani.
Tom: Okay. Dai piccola dormi, io arrivo subito. Buonanotte. Dissi con voce dolce e delicata.
Ady: Va bene amore, buonanotte. Amore! Mi aveva appena chiamato amore! Si!

Andai nella camera 529, quella di me e Bill, e bussai sperando che mio fratello fosse ancora sveglio. In effetti mi aprii la porta e io la chiusi per poi sedermi sul letto e cominciò.
Bill: Ah eccoti Tom, avete fatto qualcosa?
Tom: No Bill, non pensare sempre male. Anzi è successa una brutta cosa. Dissi guardando in basso e stuzzicandomi le unghie.
Bill: Oddio Tom, mi fai spaventare.
Tom: A Ady è venuto un'attacco di rabbia e diciamo che si è rovinata.
Bill: Oddio ma che cazzo! Ma dev'essere causato da qualcosa, no?
Tom: Beh si, lei pensa che io non la vedi bella.
Bill: Io devo parlarci con questa ragazza, ha passato brutte cose da quello che sto iniziando a capire... Annuii.
Bill: Comunque è tardi andiamo a dormire.
Tom: Dormo con Ady. Bill annuì e io gli diedi la buonanotte per poi sentire la sua voce che disse lo stesso.

Andai in camera di Ady e notai che stava già dormendo, chiusi la porta mi avvicinai a lei e le diedi un bacio sulla fronte dandole per l'ultima volta la buonanotte. Mi misi a letto e non mi coprii, c'era davvero molto caldo, notai però Ady che si coprì con il lenzuolo bianco del letto solo le gambe, forse ancora ci pensava. Sperai solo di no.
Durante la notte l'abbracciai mettendole maggiormente le mani sui fianchi e a volte scendevo anche a farle dei grattini sulla pancia fino a quando non mi addormentai anch'io.

DOPO UN GIORNO (25 maggio)

ADY'S POV

Erano le tre del pomeriggio e mandai un messaggio alla mamma chiedendole se fosse a casa in modo poi da andarla a trovare dopo parecchio tempo. 
Andai quindi da Tom e gli dissi che verso le 4:10 dovrei uscire e se fosse disponibile per accompagnarmi.
Ady: Così mia mamma ti conosce! Però per favore stai attento, lei è molto gelosa e lo sai da quando eravamo piccoli.
Tom: Si bambola, tranquilla. Bambola? Boh vabbè, mi piaceva essere chiamata così.

Dopo pranzo mi vestii e mi misi dei pantaloncini di jeans a vita bassa e un top nero che in realtà era una specie di bandana e acconciai i capelli con una coda alta con delle piccole onde. Misi mascara e burrocacao leggermente colorato e delle Jordan 4.
Uscimmo e arrivammo verso le 4:15, quindi suonai al campanello. Avevo davvero molta ansia, Tom si era anche sistemato meglio, non sapevo se la mamma avesse avuto una reazione negativa o positiva ma speravo la seconda! Le mie mani tremavano dall'agitazione e Tom se ne accorse per poi tenermi la mano.
Finalmente aprii la porta, ma non era la mamma ad averla aperta, era Adele! Non credeva ai suoi occhi come io non credevo ai miei, lasciammo perdere tutte e due.

Ady: Ciao Adele! Dissi con un piccolo sorriso, anche Tom fece lo stesso.
Adele: Ciao. Sembrava seccata. Entrai e mi misi alle spalle di Adele e Tom fece un passo avanti.
Tom: Piacere, Tom. Disse allungando la mano verso mia cugina, ma lei rifiutò. Era così strana, Tom ci rimase un po' male e si diresse poi verso di me.
Mia madre era seduta al tavolo che parlava con mia zia Bea, appena mi vide si alzò di scatto e mi abbracciò fortissimo.
Mamma: Ady! Quanto mi sei mancata, ma sei bellissima! E questo ragazzo? Ansia, paura, terrore. Alzai le sopracciglia con un sorriso.
Ady: Mamma, lui è Tom, ricordi? Lo squadrò per bene e Tom si sentiva un po' a disagio.
Mamma: Ah si! E come no! Vieni Tom! E lo abbracciò, non mi aspettavo per niente questa reazione da lei, forse ancora non immaginava fosse il mio ragazzo.

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