XIII

198 7 10
                                    

ALCUNI MESI DOPO

ADY'S POV

Non so nemmeno come ma sono sopravvissuta nel corso dei mesi tra maggio e settembre, sia mentalmente e soprattutto anche fisicamente. Con Adele non mi sentii più dopo quella sera e mia mamma e mia zia non si degnarono nemmeno di una chiamata.
Ci rimasi molto male dopo quella sera, non me l'aspettavo così esagerata mia madre.

Per quanto riguarda il fatto di Tom durante tutto questo tempo sembrava manipolarmi, a volte mi parlava in modo dolce e sembrava mi amasse davvero. A volte invece... mi picchiava. Si, mi picchiò ancora e ancora e quindi come tutti immaginai che non avrebbe mai mantenuto la promessa.
In questi mesi, in cui piano piano mi riempivo sempre di più di lividi e piccoli taglietti causati da Tom, diventai fredda. Una parola non la dicevo tranne quando ne ero proprio costretta, parlavo a monosillabi e provavo timore anche a dire mezza parola con Tom davanti. Diventò sempre più violento, violenza che andava ormai a pari passo con la sua ossessione nei miei confronti.

Sembravo il suo giocattolino, il suo gioco dove poteva sfogarsi come voleva, a suo piacere. Inizialmente mi lamentavo di questa situazione, ne parlavo con Tom; anzi, più che parlarne ci litigavamo sopra. Un giorno tranquilli non ci sapevamo stare.
Fino a quando diciamo che "imparai la lezione" e rimasi sempre in silenzio in quei momenti in cui il mio possessore non si controllava.

17 SETTEMBRE

Era tarda sera e dopo un pesante litigio tra me e Tom andai in camera di Bill, sapevo che lui era in grado di tranquillizzarmi. Con voce rassicurante e decisa mi spiegava sempre come non farmi sottomettere da suo fratello e io annuivo sempre, ero convinta che potessi essere più grande io di Tom ma quando arrivava il momento dimenticavo tutto. La mia mente in quegli episodi si spegneva completamente come il mio cuore si spense quando Tom ricominciò ad essere violento.
Tutto questo poi successe da un momento all'altro.

Forse si era tipo dimenticato che fino a quattro mesi fa circa diceva che mi amava in qualsiasi modo io fossi, che ero la donna della sua vita e che soprattutto promesse sia a me che a suo fratello (la persona a cui vuole più bene al mondo) che certe cose non sarebbero mai più successe.

Arrivata in camera di Bill piangente dopo essermi subita botte, spintoni e urla io mi sedetti accanto a lui sul letto. Eravamo solo noi due e io come sempre lo abbracciavo forte forte, mi sentivo rassicurata in mezzo alle sue calde braccia. Ogni volta era come se mi cullasse.
Bill: Ady, a me dispiace davvero tanto. Io e gli altri ti vogliamo bene, vorremmo il meglio per te ma Tom non ci pensa neanche per sbaglio a quanto pare. Disse nel frattempo che io avevo la mia testa appoggiata alla sua spalla con occhi chiusi lucidi.
Ady: Cosa devo fare per vivere una vita normale?! Dissi singhiozzando.
Bill: Noi ti aiuteremo, sappiamo già cosa fare. Tu stai tranquilla e cerca di non avvicinarti tanto a Tom. Speravo solo che quella decisione che loro presero che non era ancora a mia conoscenza fosse fattibile ma penso assolutamente di sì visto che disse che volevano il meglio per me.

Gustav, Georg e Bill erano come dei fratelli per me e lo saranno per sempre, mi hanno aiutato davvero tanto.
Due settimane dopo le cose peggiorarono: da Tom ricevevo tutto il doppio delle botte, degli spintoni e delle urla e mi sentivo ancora più un piccolo individuo inutile.
Un giorno quando ero sola mi arrivò un messaggio da Bill.
Bill: Ady, vieni sotto. Io e gli altri due siamo in macchina ad aspettarti. Mi raccomando non farti notare, porta i tuoi documenti.
Ady: I documenti? Perché?
Bill: Non fare domande, sbrigati! Disse, come se avesse fretta. Mi vestii con degli indumenti neri e legai le due ciocche davanti dei miei capelli con una molletti a nera, non mi truccai e portai una piccola borsetta con dentro i miei documenti.

Almeno un messaggio, ragazzinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora