Capitolo 5

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                                                                                          KELTHA 


Stavo in coma... no, aspettate ho formulato male. Sembrava che fossi una dannata zombie appena svegliata dal suo coma. La sera scorsa non avevo dormito neanche un po'... e indovinate perché.

No, se state pensando alla famosa tensione scolastica vi sbagliate di grosso, non me ne frega proprio niente, se va de merda ormai già ci sono quindi mi faccio due risate nevose dei miei possibili fallimenti sociali e li punterei sul mio diario delle '' disgrazie ''.

Tornando al sodo.

Quella sera stavo semplicemente leggendo un libro, e sì sono la classica ragazza media del ''un capitolo e basta'' poi arriva alle tre di notte se non le quattro che si addormenta come un koala con la bocca aperta mentre tiene un libro... no fermi tutti, troppo adorabile.

Riprovo.

Come uno zombie appena uscito dalla sua tomba.

Non esageravo, avevo delle occhiaie che sembrano voragini, i capelli tenevano una vita propria il tutto decorato con la mia pelle chiara e il volto stanco e assonnato accompagnato, come se non bastasse, dai miei sbadigli che non mi facevano neanche mangiare la mia santissima colazione di latte e cereali, che faceva tra l'altro schifo.

«Keltha la prossima volta dormi di più, per favore» la signora mi osservo stranita davanti al tavolo mentre si portava sulle labbra la tazzina di caffè per poi berne un sorso.

«Ho dormito» brontolai cercando di mangiare la mia colazione però non stavo mentendo. Ho dormito solo due ore, ma ho comunque riposato.

Non capisco perché la signora si svegliava sempre così presto, oggi però era una giornata speciale non voleva rimanere sola quindi ha svegliato anche me alle sei di mattina cosa che secondo me si poteva risparmiare.

La signora sbuffò e si alzò dal tavolo «Keltha vatti a preparare per la scuola», obbedì lasciando la colazione quasi finita.

Malgrado la mia coglionaggine mattutina questa volta mi preparai abbastanza velocemente, o quasi.

Sono caduta come una cretina nel bagno, ovviamente inciampando su qualcosa che aveva fatto cadere precedentemente la sottoscritta.

Sentì dei passi venire verso la mia stanza mentre preparavo lo zaino fortunatamente quello non dimenticato nella vecchia casa.

«Keltha buongiorno» sussurrò mio padre con tono annoiato appoggiato con la spalla destra sullo stipite della porta, notai che anche lui aveva passato una notte insonne, si poteva insinuare dalle sue occhiaie, pelle e capelli e lo stampo rosso fuoco sul collo di bacio proveniente da una donna.

Aspetta ma che cazzo è questa merda?.

«Che è quel bacio sul collo?» chiesi con voce roca puntando le mie iridi verdi verso lo stampo rosso. «Keltha non devo darti spiegazioni a te, io sono vedovo posso fare quello che voglio con chi mi pare» si sistemo la postura diventando rigida e mi guardò quasi innervosito.

Aveva fatto sempre quello che voleva se o non era vedovo.

«Non mi interessa quello che fai, neanche con chi vai a letto o con chi esci, non voglio avere nulla a che fare con te e questo ficcatelo nella testa» mi girai dalla sua parte cercando di essere dura con lui perchè la dolcezza non andava mai a gonfie vele con certe persone e io lo sapevo benissimo «Io voglio essere tranquilla Logan, avere una vita normale cosa che tu volevi sempre strapparmi, ora però sono cresciuta e ho una casa e voglio viverci senza che tu porti donne» conclusi la discussione con queste parole lasciando che la porta si chiudesse.

Sognare oltre il destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora