Capitolo 4

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                                                                                            KELTHA


Il giorno successivo volevo sparire come il vento dopo essere passato, ma non potevo, appena raggiunta l'alba, in camera mia regnava il silenzio, io con le mie cuffiette e basta, o almeno fino a quando Jessica non è venuta sotto casa mia e oltre a svegliare me aveva svegliato anche la signora.

Mio padre no. Lui dormiva nella sua camera, la sera scorsa, dopo che ero venuta a casa, aveva deciso di uscire e andare a bere, era tornato tardi la scorsa sera.

Speravo che non tornasse proprio.

Le aveva aperto la porta d'ingresso la signora, io stavo dormendo quando Jessica ha spalancato la porta della mia camera urlando ''buongiorno'' aggiungendo con aria felice '' dormito bene vero''.

Prima mi ero incavolata con lei, ma l'odore dei cornetti nella busta bianca che teneva nella mano, mi avevano dato un buon motivo per perdonarla, anche se sapevo benissimo che lei aveva fatto tutto ciò per il teatrino di ieri sera.

Adesso lei è seduta sul mio letto, con un cornetto al cioccolato in mano e il caffellatte che aveva preparato la signora al suo arrivo.

Io ho un cornetto ai frutti di bosco, accompagnato con la mia tazza preferita piena di latte.

«Ti è piaciuta la mia sorpresa vero?» chiese guardandomi sorridente, mentre accarezzava i miei lunghi capelli neri, ora scompigliati.

La sua sorpresa era fantastica, l'avevo giudicata male e ora mi pento di aver pensato qualcosa che non riguarda il suo conto.

Si poteva vedere dal mio sguardo che ero felice in quel momento, quindi annuì sorridente portandomi vicino alle labbra il cornetto ormai quasi finito.

«Keltha oggi se sei libera avevo in mente di andare al cinema» aveva lasciato il suo palmo della mano tra i miei capelli «Il problema è che questa uscita l'avevo organizzata già con dei miei amici, non so vorresti venire anche tu?» la sua espressione era seria mentre guardava ancora il poco latte rimasto nel bicchiere per poi condurlo sulle sue labbra lasciando il bicchiere vuoto.

Si alzò e dall'alto potevo vedere le sue iridi incollate alle mie nonostante fossimo distanti l'un dall'altra «Io vado a chiedere se puoi venire, tu intanto pensaci...ok?» mi lascio con un ultimo sorriso dolce prima di darmi le spalle, per poi uscire dalla stanza.

Se andava dalla signora a chiedere, ufficialmente ci devo andare per forza, non perché mi obbliga, semplicemente non volevo deluderla.

Ma alla fine ci andrei, dopo tutto mi serviva distrarmi e questa è l'occasione perfetta.

Non ci volle molto al suo rientro in camera, dalla sua aria sorridente potevo intuire che la signora le aveva dato il via per farmi uscire.

«Ha detto di sì» Ma dai non l'avrei mai insinuato.

Stava avanzando vicino a me, mentre muoveva le braccia a caso, e canticchiava quello che aveva detto precedentemente..

Secondo me nel suo cornetto c'era qualcosa.

«Ci hai pensato?...Vuoi venire?...ci divertiamo dai, poi conosci nuova gente» posso le sue mani dei fianchi attendendo impaziente di una mia risposta.

«Sì, vengo» dissi sicura, guardando lei dopo la mia risposta saltare di qua e di la prima la mia stanza «Come sono i tuoi amici?» chiesi osservando direttamente nelle iridi color menta ormai tranquille. «Ma che ti preoccupi per questo?» chiese dandomi una pacca sulla spalla «Stai tranquilla sono persone calme e pacifiche» aggiunse prendendomi per un braccio e trascinandomi davanti alla porta.

Sognare oltre il destinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora